La cipolla assorbe i microbi?

12 Febbraio 2024 di Sara Mohammad (Pensiero Scientifico Editore)

Racconta un aneddoto che un medico inglese, durante la spagnola, trovò una famiglia di contadini sfuggita all’influenza perché aveva delle cipolle tagliate a metà nella propria abitazione. Questa storiella viene citata spesso da chi millanta le proprietà antimicrobiche della cipolla, sostenendo che fette di cipolla cruda sarebbero in grado di assorbire virus e batteri presenti nell’aria, aiutando a prevenire uno dei disturbi stagionali più diffusi. In realtà non esistono cibi che intrappolano i microbi, che si propagano principalmente attraverso il contatto con una persona malata.

Dottore, quindi la cipolla non cura il raffreddore?

Chi sostiene che basti dormire con una cipolla sul comodino per guarire prima dall’influenza perché la cipolla è un “magnete batterico”, sta dicendo una falsità [1]. Se si taglia una cipolla e la si lascia all’aperto per qualche giorno, questa diventerà nera per lo stesso motivo per cui tutti gli ortaggi, una volta staccati da terra, dopo un po’ di tempo diventano terreno di coltura per muffe e batteri.

La cipolla ha proprietà antimicrobiche?

Diversi studi hanno dimostrato che gli estratti ottenuti da alcune varietà di cipolla mostrano in vitro attività antivirale e antibatterica [2,3,4]. Cosa significa?

Iniziamo col dire che i ricercatori non si sono limitati a tagliare le cipolle a pezzi, ma le hanno frullate e filtrate con un colino o le hanno sottoposte all’azione di determinate sostanze. Al termine di questi processi hanno ottenuto un estratto, più o meno acquoso, con cui poi hanno trattato in laboratorio alcune colture virali o batteriche.

Questi studi partono dall’evidenza che gli organosolfuri, le molecole responsabili del caratteristico odore pungente e dell’effetto lacrimatorio della cipolla, hanno proprietà antibatteriche e antiossidanti e suggeriscono, in virtù dei risultati ottenuti, che le cipolle o i loro estratti potrebbero essere utilizzati come conservanti alimentari. Ma nessun ricercatore ha mai dimostrato che spargere cipolle crude in giro per la casa sia un rimedio efficace contro il raffreddore.

Dottore, cosa mi dice dell’aglio?

Oltre alla cipolla, fra i rimedi naturali per guarire dal raffreddore viene citato spesso anche l’aglio. Una revisione Cochrane ha passato in rassegna gli studi scientifici pubblicati al riguardo fino al 2014 per capire se la convinzione che l’aglio sia un “antibiotico naturale” abbia un qualche supporto scientifico [5].

Di tutti i trial clinici randomizzati analizzati, solo uno studio inglese, pubblicato nel 2001 sulla rivista Advances in Therapies, rispettava i rigidi criteri metodologici stabiliti dalla Cochrane [6]. Lo studio evidenziava che l’assunzione di un integratore a base di aglio era associata a una significativa diminuzione, rispetto al gruppo placebo, degli episodi di raffreddore. Questo risultato non trova conferme in altri studi e i revisori sottolineano che, nel complesso, la qualità dell’evidenza scientifica è piuttosto scarsa.

Dunque, al momento non disponiamo di prove sufficientemente valide per sostenere che aglio e cipolla abbiano un qualche effetto protettivo contro le infezioni respiratorie.

Dottore, a parte l’influenza, aglio e cipolla fanno bene alla salute?

Da alcuni studi sembrerebbe che aglio e cipolla siano validi alleati del benessere fisico e mentale grazie alle proprietà antinfiammatorie, antiossidanti e immunomodulanti dei composti che contengono [7]. A entrambi sono anche attribuite proprietà antitrombotiche e, in generale, un loro consumo abituale sembra essere associato a una diminuzione del rischio di malattie cardiovascolari [8,9].

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Autore Sara Mohammad (Pensiero Scientifico Editore)

Sara Mohammad ha conseguito un master in Comunicazione della Scienza presso la Scuola Internazionale Superiore di Studi Avanzati (SISSA) di Trieste. Si occupa principalmente di ricerca, neuroscienze e salute mentale. Scrive su MIND, LeScienze, Rivista Micron, Il Tascabile, e collabora con Mondadori Education e Il Pensiero Scientifico Editore. Oltre a lavorare nell'ambito della comunicazione scientifica, insegna scienze alle scuole superiori.
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