I parti pretermine si possono prevenire?

17 Novembre 2025 di Maria Frega (Pensiero Scientifico Editore)

Ogni anno, nel mondo, circa un bambino su dieci nasce in anticipo sui tempi della gravidanza fisiologica. La prematurità è oggi una delle principali cause di mortalità e disabilità infantile, che mette a dura prova le famiglie, impegnate ad affrontare lunghi ricoveri e dubbi sul futuro.

In Italia, la percentuale di nascite premature e di gravi complicazioni è tra le più basse al mondo, grazie a efficienti cure e programmi di prevenzione attivi già durante la gravidanza. Ma è possibile evitare un parto pretermine? Molte delle cause restano ancora sconosciute, alcuni fattori di rischio, però, sono prevenibili, come stili di vita non salutari o l’assenza di controlli regolari.

Nella Giornata Mondiale della Prematurità, il 17 novembre, è utile ricordare che conoscere i segnali e prendersi cura della propria salute, anche prima della gravidanza, può fare la differenza per la madre e per il bambino.

Cosa significa parto pretermine?

Una nascita si definisce pretermine, o prematura, quando avviene prima della 37esima settimana di gestazione. Una gravidanza fisiologica, invece, dura tra le 37 e le 42 settimane (in media 40) [1].

Secondo la classificazione dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, il parto pretermine si distingue in [2]:

  • estremamente pretermine, quando avviene prima della 28esima settimana;
  • molto pretermine, tra la 28esima e la 32esima settimana;
  • moderato o tardivo, tra la 32esima e la 37esima settimana.

Le linee guida italiane propongono una classificazione più dettagliata [3]:

  • estremamente precoce, tra 20 e 23 settimane;
  • precoce, tra 24 e 31 settimane;
  • tardivo, tra 32 e 36 settimane.

Queste scale aiutano a prevedere le condizioni future del bambino e a pianificare gli interventi. Molto dipende anche dal peso del neonato, che è considerato estremamente basso (e più rischioso e bisognoso di cure intensive) se inferiore ai 1000 grammi.

Dottore, quali sono i fattori di rischio?

Le condizioni che possono aumentare il rischio sono: [1, 2, 4]:

  • stili di vita e fattori ambientali;
  • aver già avuto un parto pretermine in una gravidanza precedente;
  • gravidanze gemellari, sia naturali sia da tecniche di riproduzione assistita: metà di queste si conclude prima della 37esima settimana, contro circa il 10% dei nati singoli [3];
  • avere meno di 18 anni o più di 35 anni di età;
  • determinate condizioni patologiche come anomalie dell’utero o cervicali; infezioni vaginali, urinarie o sessualmente trasmissibili; ipertensione; anoressia o obesità al momento del concepimento; diabete (anche gestazionale); ipotiroidismo; problemi di coagulazione del sangue.

Il parto pretermine può però avvenire anche senza preavviso, in assenza di problemi materni o fetali, a causa di fattori asintomatici e non modificabili [4]. Un parto pretermine può inoltre derivare dalla necessità di indurre il parto o il cesareo in anticipo, in emergenza [2].

Stili di vita e fattori ambientali che possono aumentare il rischio di parto pretermine

Per stili di vita e fattori ambientali a rischio, si intende:

  • fumo, uso di alcol e droghe;
  • stress;
  • assistenza sanitaria carente o tardiva;
  • essere vittime di violenze;
  • esposizione a inquinanti.

Fonti:

Dottore, quali sono le possibili conseguenze sulla salute di un bimbo pretermine?

La premessa è che ovviamente dipende da quanto il bimbo nasce prematuro. Prima della 28esima settimana è spesso necessaria la rianimazione, mentre dopo la 32esima bastano supporti lievi per alimentazione e respirazione.

In generale, nascendo prima del termine fisiologico della gestazione, il neonato può presentare [4]:

  • peso e dimensioni ridotte;
  • bassa temperatura corporea;
  • difficoltà respiratorie;
  • scarse difese immunitarie;
  • problemi di alimentazione;
  • nei casi gravi, emorragia cerebrale, displasia broncopolmonare, retinopatia.

Come dicevamo, tali situazioni diventano più complesse quanto più precoce è il parto. Per questo, sono necessarie cure speciali nei reparti di Patologia Neonatale o di Terapia Intensiva Neonatale (TIN) fino al raggiungimento della maturità polmonare e del peso adeguato. In questi reparti sono presenti attrezzature sofisticate e personale medico e infermieristico specializzato.

La permanenza in ospedale si può protrarre per qualche settimana, generalmente fino alla quarantesima dal concepimento. Il neonato viene monitorato e assistito ininterrottamente per sostenerlo nell’alimentazione e, se necessario, nella respirazione, e i genitori partecipano attivamente alle cure [5, 6].

Esistono sintomi che fanno sospettare un travaglio anticipato?

Essere seguiti in ogni fase della gravidanza, e specialmente nelle ultime venti settimane, è fondamentale per riconoscere eventuali segnali. Contrazioni anomale, perdite vaginali di sangue o altri liquidi, sensazione di pressione pelvica o mal di schiena, crampi: sono campanelli d’allarme che è necessario segnalare al ginecologo o che dovrebbero portare al pronto soccorso per una valutazione [3, 4].

Si può davvero prevenire il parto pretermine o possiamo solo ridurne il rischio?

Non tutti i parti pretermine sono prevenibili. È essenziale la prevenzione primaria, per evitare o limitare i fattori di rischio modificabili, prendendo alcuni accorgimenti già prima della gravidanza.

Ed è altrettanto fondamentale conoscere lo stato di salute materno, eseguendo regolarmente i controlli previsti e intervenendo quando si presenta una complicazione della gravidanza. L’assistenza medica regolare e la consapevolezza, acquisita anche attraverso i corsi preparto, sono fondamentali.

Attenzione, infine, a non esagerare con le precauzioni fai-da-te e a consultare sempre prima un medico: il riposo a letto prolungato o la rinuncia a farmaci sicuri in gravidanza non sono strategie efficaci e sicure.

Argomenti correlati:

GravidanzaPrevenzione

Autore Maria Frega (Pensiero Scientifico Editore)

Maria Frega è sociologa, specializzata in comunicazione, e scrittrice. Si occupa di scienza, innovazione e sostenibilità per un'agenzia di stampa e altri media. Sugli stessi temi cura contenuti per testi scolastici e organizza eventi di divulgazione con associazioni ed enti pubblici. È inoltre editor di saggistica e tiene corsi di scrittura anche nelle scuole e in carcere. I suoi ultimi libri sono Prossimi umani e Filosofia per i prossimi umani, con Francesco De Filippo per Giunti Editore.
Tutti gli articoli di Maria Frega (Pensiero Scientifico Editore)