Ogni anno, nel mondo, circa un bambino su dieci nasce in anticipo sui tempi della gravidanza fisiologica. La prematurità è oggi una delle principali cause di mortalità e disabilità infantile, che mette a dura prova le famiglie, impegnate ad affrontare lunghi ricoveri e dubbi sul futuro.
In Italia, la percentuale di nascite premature e di gravi complicazioni è tra le più basse al mondo, grazie a efficienti cure e programmi di prevenzione attivi già durante la gravidanza. Ma è possibile evitare un parto pretermine? Molte delle cause restano ancora sconosciute, alcuni fattori di rischio, però, sono prevenibili, come stili di vita non salutari o l’assenza di controlli regolari.
Nella Giornata Mondiale della Prematurità, il 17 novembre, è utile ricordare che conoscere i segnali e prendersi cura della propria salute, anche prima della gravidanza, può fare la differenza per la madre e per il bambino.
Cosa significa parto pretermine?
Una nascita si definisce pretermine, o prematura, quando avviene prima della 37esima settimana di gestazione. Una gravidanza fisiologica, invece, dura tra le 37 e le 42 settimane (in media 40) [1].
Secondo la classificazione dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, il parto pretermine si distingue in [2]:
- estremamente pretermine, quando avviene prima della 28esima settimana;
- molto pretermine, tra la 28esima e la 32esima settimana;
- moderato o tardivo, tra la 32esima e la 37esima settimana.
Le linee guida italiane propongono una classificazione più dettagliata [3]:
- estremamente precoce, tra 20 e 23 settimane;
- precoce, tra 24 e 31 settimane;
- tardivo, tra 32 e 36 settimane.
Queste scale aiutano a prevedere le condizioni future del bambino e a pianificare gli interventi. Molto dipende anche dal peso del neonato, che è considerato estremamente basso (e più rischioso e bisognoso di cure intensive) se inferiore ai 1000 grammi.
Dottore, quali sono i fattori di rischio?
Le condizioni che possono aumentare il rischio sono: [1, 2, 4]:
- stili di vita e fattori ambientali;
- aver già avuto un parto pretermine in una gravidanza precedente;
- gravidanze gemellari, sia naturali sia da tecniche di riproduzione assistita: metà di queste si conclude prima della 37esima settimana, contro circa il 10% dei nati singoli [3];
- avere meno di 18 anni o più di 35 anni di età;
- determinate condizioni patologiche come anomalie dell’utero o cervicali; infezioni vaginali, urinarie o sessualmente trasmissibili; ipertensione; anoressia o obesità al momento del concepimento; diabete (anche gestazionale); ipotiroidismo; problemi di coagulazione del sangue.
Il parto pretermine può però avvenire anche senza preavviso, in assenza di problemi materni o fetali, a causa di fattori asintomatici e non modificabili [4]. Un parto pretermine può inoltre derivare dalla necessità di indurre il parto o il cesareo in anticipo, in emergenza [2].
Stili di vita e fattori ambientali che possono aumentare il rischio di parto pretermine
Per stili di vita e fattori ambientali a rischio, si intende:
- fumo, uso di alcol e droghe;
- stress;
- assistenza sanitaria carente o tardiva;
- essere vittime di violenze;
- esposizione a inquinanti.
Fonti:
- Mayo Clinic. “Premature birth”. Pubblicato il 22 marzo 2024
Dottore, quali sono le possibili conseguenze sulla salute di un bimbo pretermine?
La premessa è che ovviamente dipende da quanto il bimbo nasce prematuro. Prima della 28esima settimana è spesso necessaria la rianimazione, mentre dopo la 32esima bastano supporti lievi per alimentazione e respirazione.
In generale, nascendo prima del termine fisiologico della gestazione, il neonato può presentare [4]:
- peso e dimensioni ridotte;
- bassa temperatura corporea;
- difficoltà respiratorie;
- scarse difese immunitarie;
- problemi di alimentazione;
- nei casi gravi, emorragia cerebrale, displasia broncopolmonare, retinopatia.
Come dicevamo, tali situazioni diventano più complesse quanto più precoce è il parto. Per questo, sono necessarie cure speciali nei reparti di Patologia Neonatale o di Terapia Intensiva Neonatale (TIN) fino al raggiungimento della maturità polmonare e del peso adeguato. In questi reparti sono presenti attrezzature sofisticate e personale medico e infermieristico specializzato.
La permanenza in ospedale si può protrarre per qualche settimana, generalmente fino alla quarantesima dal concepimento. Il neonato viene monitorato e assistito ininterrottamente per sostenerlo nell’alimentazione e, se necessario, nella respirazione, e i genitori partecipano attivamente alle cure [5, 6].
Esistono sintomi che fanno sospettare un travaglio anticipato?
Essere seguiti in ogni fase della gravidanza, e specialmente nelle ultime venti settimane, è fondamentale per riconoscere eventuali segnali. Contrazioni anomale, perdite vaginali di sangue o altri liquidi, sensazione di pressione pelvica o mal di schiena, crampi: sono campanelli d’allarme che è necessario segnalare al ginecologo o che dovrebbero portare al pronto soccorso per una valutazione [3, 4].
Si può davvero prevenire il parto pretermine o possiamo solo ridurne il rischio?
Non tutti i parti pretermine sono prevenibili. È essenziale la prevenzione primaria, per evitare o limitare i fattori di rischio modificabili, prendendo alcuni accorgimenti già prima della gravidanza.
Ed è altrettanto fondamentale conoscere lo stato di salute materno, eseguendo regolarmente i controlli previsti e intervenendo quando si presenta una complicazione della gravidanza. L’assistenza medica regolare e la consapevolezza, acquisita anche attraverso i corsi preparto, sono fondamentali.
Attenzione, infine, a non esagerare con le precauzioni fai-da-te e a consultare sempre prima un medico: il riposo a letto prolungato o la rinuncia a farmaci sicuri in gravidanza non sono strategie efficaci e sicure.
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