L’amore è uno dei sentimenti umani più studiati, eppure tra i meno compresi. Alle riflessioni di filosofi, letterati, sociologi si sono uniti nel tempo anche gli studi scientifici in medicina e psicologia. Da tempo, infatti, si punta a scoprire se l’amore protegga dal rischio di ammalarsi oppure se aiuti a vivere più a lungo. Una risposta immediata, di buon senso, è che le emozioni positive tipiche di una relazione romantica ci rendono felici, dunque ci aiutano a vivere meglio. Il giorno di San Valentino, protettore degli innamorati, è l’occasione per fare chiarezza sulle evidenze scientifiche sul tema e, soprattutto, per promuovere l’importanza dei legami sani per il benessere psicofisico.
Dottore, essere innamorati ha un impatto positivo sulla salute?
Una ricca revisione di diversi studi ha raccolto prove proprio su questo quesito. In conclusione si è dimostrato che una coppia di innamorati si influenza reciprocamente sia in relazione alla salute fisica che mentale. Condividere abitudini e stili di vita, sostenersi, tenere al proprio benessere quanto a quello del partner può essere considerato un vantaggio rispetto allo stare soli. Sembra scontato affermare che l’amore sia un valore aggiunto quando si attraversa un momento di difficoltà o una malattia, ma (per la maggior parte delle persone) è proprio così.
Per comprenderne le motivazioni, è utile indagare sui meccanismi neurobiologici alla base delle emozioni e della motivazione che legano due persone in un rapporto d’amore [1].
Sappiamo cosa accade nell’organismo di chi ama?
Per rispondere a questa complessa domanda, la ricerca scientifica ha indagato su cosa succede al cervello quando ci si innamora considerando il ruolo degli ormoni. L’intensità del sentimento che si prova nella fase di innamoramento e il desiderio fisico avrebbe tra le cause la produzione straordinaria di dopamina. Questo ormone è coinvolto in funzioni fondamentali, come regolare le sensazioni di piacere e di ricompensa, che ci spingono a ripetere comportamenti che apportano benessere [2].
La sensazione di “farfalle nello stomaco”, invece, potrebbe essere causata dall’adrenalina, rilasciata nei momenti di tensione emotiva. Un ruolo altrettanto influente è svolto dall’ossitocina, che regola i livelli di stress e contribuisce a tenere a bada l’ansia. Considerata popolarmente come “ormone dell’amore”, aumenta dopo lo sport o quando si ascolta musica; durante un abbraccio, analogamente, favorirebbe il relax e un senso di fiducia [2,3].
Teniamo presente, però, che queste ricerche sono sempre state condotte in laboratorio, su topi e persino sui moscerini della frutta; di recente si sta provando a riconoscere gli effetti psicofisici delle emozioni attraverso la risonanza magnetica funzionale, la PET e altri strumenti di imaging, la tecnica che in medicina utilizza le immagini per osservare gli organi e il loro funzionamento [2,4].
Insomma, dottore, si riesce a “vedere” l’amore?
In realtà, la complessità dell’esperienza dell’amore nella vita di un essere umano è ancora difficile da visualizzare con la tecnologia. E singole molecole, anche molto versatili come quelle citate, non possono rappresentarne la complessità. Sappiamo, tuttavia, che innamorarsi non provoca solo reazioni emotive. Esistono “sintomi” fisici molto comuni: l’accelerazione del battito cardiaco, sudore, arrossamento del viso sono risposte fisiche che alterano gli equilibri del nostro corpo, anche se temporaneamente e senza rischi.
Queste manifestazioni mettono in gioco il cortisolo, l’ormone dello stress, e possono essere interpretate come risposte dell’organismo a fronte di un evento, talvolta improvviso, che altera gli equilibri organici [5]. Nessun allarme, come abbiamo spiegato nella scheda “Lo stress può essere anche positivo?”, non sempre lo stress è negativo per la salute.
Si legge spesso che l’amore faccia bene al cuore e alla pressione arteriosa…
L’insorgere di una patologia, come di una condizione di malessere, dipende molto spesso da tanti fattori e, purtroppo, non basta il benessere prodotto da un sentimento ricambiato o da una relazione felice per restare sani o per rinforzare le difese immunitarie. In alcuni studi si è provato ad associare la salute di pazienti cardiopatici al loro stato civile, con l’obiettivo di comprendere se essere in coppia fosse salutare per il cuore. Sebbene sembri ci sia stata una mortalità più elevata tra i soggetti non sposati, è impossibile verificare la corrispondenza tra stato civile e intensità dei sentimenti [6].
Dottore, non ci sono benefici nemmeno sul sistema immunitario?
Secondo una ricerca condotta negli Stati Uniti nel 2014, il supporto di un abbraccio sarebbe una difesa contro le infezioni. Lo studio è stato condotto esponendo poco più di quattrocento partecipanti al virus del raffreddore e osservandone il decorso in relazione all’affetto ricevuto. Secondo gli esiti dell’esperimento, per un terzo dei casi esaminati, le coccole e le attenzioni del partner sarebbero efficaci come protezione antivirale rispetto alle relazioni conflittuali. Lo studio era di tipo osservazionale, basato sull’autovalutazione dei partecipanti, quindi non è possibile dimostrare una correlazione certa tra l’affetto di una relazione sana e la riduzione delle infezioni; altre variabili potrebbero aver influito [7].
La scienza può aiutarci a creare una relazione sana?
Sui media si possono trovare miriadi di consigli su come trovare e coltivare o l’amore o, viceversa, su come riconoscere e concludere un rapporto che fa star male. Se si avverte che la relazione in corso non è salutare nemmeno sul piano fisico, è opportuno rivolgersi al proprio medico di medicina generale che saprà escludere eventuali disturbi e, se necessario, orientare verso un supporto psicologico. Al contempo, è sempre bene continuare a coltivare gli altri affetti, famiglia e amici.
Ricordiamo sempre che una relazione sana è essenzialmente l’unione di due persone che condividono valori e sentimenti, che credono nella comunicazione, nel rispetto e sanno dosare la libertà senza minare la fiducia [8].
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