Nel 95% della popolazione è presente il virus dell’herpes zoster, l’infezione che causa il cosiddetto fuoco di Sant’Antonio e che appartiene al gruppo delle varicelle [1]. Circa un over 50 su dieci avrà almeno un episodio di herpes zoster nell’arco della vita [2]. La malattia è dolorosa e debilitante, soprattutto quando colpisce i più anziani. È, perciò, questa fascia di popolazione la destinataria dei vaccini che aiutano a controllare i sintomi e ad evitare complicazioni e recidive. Sono efficaci, sicuri, sempre disponibili.
Questa patologia è estremamente fastidiosa: colpendo i nervi causa numerose vescicole che si distribuiscono sul torace o sull’addome, solitamente solo da un lato. I sintomi conseguenti durano parecchio, da due a quattro settimane, e causano dolori intensi nelle parti colpite. Ci sono poi da gestire le vescicole che possono diventare pruriginose e potrebbero lasciare cicatrici se si rompono quando sono ancora piene di liquido.
L’eruzione cutanea e il prurito non interessano ogni soggetto colpito; talvolta possono verificarsi anche altri disturbi, come mal di testa, febbre, senso di affaticamento o formicolii [2,3]. In alcuni casi, poi, si può rischiare la nevralgia posterpetica, un insieme di sintomi più acuti, come dolore e bruciori persistenti, sensibilità della cute, stanchezza e inappetenza, che durano mesi [4,5].
Dottore, se ho avuto la varicella rischio certamente il fuoco di Sant’Antonio?
No, non tutte le persone che hanno avuto la varicella sviluppano questa malattia, sebbene sia causata da un virus, l’herpes zoster, che appartiene alla stessa famiglia. Quando questo agente virale entra in contatto con il nostro organismo, generalmente nell’infanzia, causa la varicella. Dopo la guarigione, il virus non viene cancellato, ma resta latente nel sistema nervoso. Se si riattiva, anche dopo decenni, può causare il cosiddetto fuoco di Sant’Antonio.
Perché il virus si riattiva?
La causa della riattivazione non è nota, ma sappiamo che esistono diversi fattori di rischio che possono favorire lo sviluppo della malattia. Fra questi, il principale è il calo delle difese immunitarie, condizione che si verifica soprattutto in età avanzata, in seguito a stress fisico (ma anche emotivo) o in concomitanza con altre infezioni, come l’HIV. L’herpes zoster è un pericolo che riguarda anche chi ha subito un trapianto di organi oppure di midollo osseo e i soggetti in chemioterapia oppure sottoposti a lunghe cure con corticosteroidi [2].
Allora se sono sano e ho meno di 50 anni non dovrei vaccinarmi?
L’incidenza della malattia in chi ha meno di 50 anni è trascurabile. Inoltre, è molto bassa la probabilità di sviluppare complicazioni [2]. In ogni caso, consultarsi con il proprio medico è la strategia migliore, poiché saranno valutati lo stato di salute e gli eventuali fattori di rischio specifici.
I soggetti più esposti, e per i quali la vaccinazione è indicata, sono coloro che soffrono di diabete di tipo 2, di patologie cardiovascolari, di BPCO (broncopneumopatia cronica ostruttiva), ma sempre in relazione con l’età [6].
Come funziona la vaccinazione?
I vaccini disponibili in Italia sono due: Zostavax e Shingrix. Hanno la stessa funzione; del primo è sufficiente una dose, il secondo è formulato in due dosi a distanza di due-sei mesi. Entrambi possono essere somministrati in combinazione con altri vaccini e per i pazienti maggiori di 50 anni di età sono gratuiti [1]. Sarà il medico a fornire la formula più adatta al paziente.
Dottore, i vaccini sono efficaci e sicuri?
Assolutamente sì. Chi si vaccina, nel caso in cui contraesse la malattia, avrà i sintomi molto attenuati e si ridurrà il rischio di nevralgia posterpetica. Un ulteriore vantaggio per i vaccinati è la maggiore protezione contro le recidive; il virus dell’herpes zoster, a differenza della varicella, può infatti ripresentarsi [2,4,7,8].
Non è ancora chiara la durata della copertura vaccinale, che potrebbe comunque dimostrare efficacia per almeno sette anni [8,9].
So che il fuoco di Sant’Antonio è molto contagioso. Dovrei vaccinarmi per proteggere i miei familiari anziani?
Come tutti i virus dell’herpes, anche lo zoster è molto contagioso, ma il vaccino in questo caso non è indicato. La trasmissione dell’infezione avviene tramite il contatto con il liquido contenuto nelle vesciche. Basta, dunque, evitare di condividere indumenti, biancheria e altri oggetti, oltre a rimanere isolati, fin quando si è guariti [2].
Le donne incinte dovrebbero vaccinarsi?
La sicurezza dei vaccini contro l’herpes zoster in donne in gravidanza e allattamento non è stata provata. Se si contrae l’infezione in queste condizioni, tuttavia, non ci sono rischi né per la mamma né per il bambino. Prima però di iniziare un trattamento antivirale occorre consultare il medico [2,10].
Dottore, esistono vaccini per prevenire la varicella e l’herpes labiale?
Il vaccino contro la varicella è da tempo disponibile, è efficace al 90%, e si somministra in due dosi entro i 6 anni di età. Possono accedere a questa forma di prevenzione anche gli adulti che non hanno contratto l’infezione da piccoli, previo consulto medico per valutare la necessità e i rischi [11]. Nel caso del virus che colpisce le labbra (herpes simplex), di cui abbiamo parlato nella scheda “Posso curare l’herpes labiale senza farmaci?”, il vaccino è attualmente in fase di sviluppo.
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