Il cambio tra ora solare e ora legale è da sempre oggetto di un dibattito che, ogni anno, torna puntualmente alla ribalta. Innanzitutto c’è da dire che lo scopo dell’introduzione dell’ora legale è stato quello di sfruttare al massimo le ore di luce naturale, con potenziale risparmio anche economico. Secondo molte persone, però, si tratta di una pratica non più necessaria, che anzi può essere dannosa per la salute. Ma è davvero così?
Della relazione tra ora legale e disturbi cardiovascolari o di altra natura avevamo già parlato. Ma sempre di più la discussione si è spostata sui disturbi del sonno e negli ultimi anni un gran numero di studi clinici in ambito sia medico, sia psicologico ha analizzato la relazione tra l’ora legale e il sonno.
Dottore, cosa dicono questi studi?
Ovviamente un elemento importante è se lo studio riguarda il passaggio dall’ora legale a quella solare o viceversa. Quando l’ora legale torna a essere solare – quello che succederà nella notte tra sabato 26 e domenica 27 ottobre – bisogna spostare indietro di un’ora l’orologio e si dorme un’ora in più. Quando, invece, si passa dall’ora solare a quella legale – generalmente a fine marzo – l’ora si sposta in avanti, perdendo un’ora di sonno.
Uno studio dimostra come le persone dormono significativamente di più nel breve periodo quando guadagnano un’ora in più di notte dopo il “ritorno all’ora solare”, quindi in un fine settimana di ottobre. Inoltre, i ricoveri ospedalieri diminuiscono drasticamente per quattro giorni: ad esempio, i ricoveri per malattie cardiovascolari diminuiscono di dieci unità per milione di abitanti [1].
Quindi è un problema che riguarda solo il passaggio dall’ora solare a quella legale?
È difficile rispondere a questa domanda. Verrebbe da dire, infatti, che se da un lato con il passaggio dall’ora solare a quella legale si dorme di meno, dall’altro con il passaggio all’ora solare il rischio principale è quello di dormire troppo e quindi rompere il ritmo circadiano.
Uno studio di recente pubblicazione, che ha coinvolto 30.097 persone di età compresa tra i 45 e gli 85 anni, può dare uno spunto interessante. I partecipanti hanno compilato un questionario sulla durata del sonno, sulla soddisfazione del dormire e sui diversi tipi di insonnia, nonché sui sintomi di iper sonnolenza. I disturbi del sonno sono stati confrontati tra i partecipanti intervistati durante diverse stagioni e in diversi periodi dell’anno. Le differenze riscontrate tra i risultati ottenuti nelle diverse stagioni sono davvero minime [2].
Dottore, i disturbi del sonno legati all’ora legale colpiscono tutti allo stesso modo?
I disturbi del sonno legati all’introduzione dell’ora legale hanno maggiori probabilità di colpire gli adolescenti, i nottambuli e le persone che devono iniziare a lavorare molto presto. I dati della letteratura indicano anche che – come molte decisioni politiche prese nell’interesse della maggioranza della popolazione e tese anche a dare un impulso all’economia – il cambiamento dell’ora può comportare degli svantaggi soprattutto nei confronti delle persone più povere ed emarginate [3].
Il cambiamento di ora, inoltre, potrebbe avere un effetto anche sui bambini. Il tramonto più tardivo sembra ridurre la durata del loro sonno: quando il sole tramonta più tardi, i bambini vanno a letto più tardi ma non riescono a compensare svegliandosi più tardi. Se il sonno è più breve, i bambini studiano di meno e aumenta la durata del pisolino che riescono a fare talvolta dopo pranzo.
Secondo alcuni autori, a livello di popolazione e sui grandi numeri, i deficit cronici di sonno si tradurrebbero in un minor numero di anni di istruzione e in tassi più bassi di completamento delle scuole elementari e medie tra i bambini in età scolare [4]. Questi dati però sono controversi. Altre fonti minimizzano l’impatto della durata maggiore o minore del sonno sulla crescita infantile; dormire di più potrebbe aumentare il rischio di sovrappeso nel bambino, per esempio. E l’impatto del sonno sulle capacità cognitive potrebbe essere molto modesto o addirittura nullo [5].
Dottore, ma quindi l’ora legale disturba il sonno o no?
Anche in questo caso, è difficile dare una risposta definitiva. Sicuramente il cambiamento di orario – con la conseguenza che si dorme un’ora in più o un’ora in meno – un impatto sul sonno lo ha. Quello che è più difficile capire è se questi disturbi – nonostante la qualità del sonno sia importante per il nostro organismo – abbiano poi un impatto concreto sulla salute. Per poterlo stabilire, dunque, è utile continuare a condurre studi di qualità sull’argomento. Al momento, sembra comunque che eventuali disturbi del sonno legati al cambio d’ora siano passeggeri e regrediscano in poco tempo.
Dottore, ma se io facessi fatica a dormire cosa potrei fare?
È possibile attenuare l’impatto del cambiamento d’ora adottando alcuni semplici accorgimenti, già qualche giorno prima rispetto alla data del cambio. Si tratta degli stessi consigli che valgono in ogni momento dell’anno, che avevamo dato anche in altre schede (a proposito del legame tra insonnia e ictus e del legame tra insonnia e presenza di luci e rumori).
Questi i principali [6,7,8]:
• Mantenere una routine, andando a letto alla stessa ora ogni sera e alzandosi alla stessa ora ogni mattina, anche nei fine settimana. Quando c’è il cambio d’ora e si dorme un’ora in meno, si può anticipare gradualmente la sveglia per abituare già l’organismo.
• Fare pasti leggeri la sera, almeno tre ore prima di dormire, ed evitare il consumo di caffeina e alcolici. Sarebbe bene anche non bere troppa acqua prima di andare a letto, per non doversi alzare durante la notte per andare in bagno.
• Evitare l’utilizzo di dispositivi elettronici almeno un’ora prima di dormire.
• Svolgere regolare attività fisica.
• L’ambiente destinato a camera da letto dovrebbe essere quanto più possibile tranquillo e rilassante, e la temperatura confortevole e fresca. La stanza dovrebbe essere il più possibile oscurata e se si è particolarmente sensibili ai rumori si possono utilizzare i tappi per le orecchie.
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