L’emergenza climatica porterà nuove malattie?

23 Gennaio 2023 di Rebecca De Fiore (Pensiero Scientifico Editore)

Come abbiamo scritto nella scheda “L’emergenza climatica danneggia la salute?”, pubblicata pochi giorni fa, le temperature stanno aumentando e in Italia è stata registrata una temperatura massima di 2,3°C maggiore rispetto alla media climatica estiva. Per questo è ormai necessario parlare di emergenza climatica e non “semplicemente” di cambiamento del clima.

Le temperature più elevate anche in Europa, dovute al cambiamento climatico, possono diffondere agenti capaci di causare malattie infettive per noi nuove?

emergenza climatica cambiamento climatico porterà nuove malattieIl cambiamento climatico può aggravare i meccanismi per cui si determina più della metà delle malattie infettive che colpiscono le persone, da quelle più lievi – per esempio causate dai comuni virus trasmessi dall’acqua – ad altre patologie molto gravi.

Come spiega una ricerca che ha valutato tutti gli studi condotti negli ultimi anni e uscita nell’agosto 2022 [1], “c’è una grande varietà di agenti in grado di causare malattie (per esempio batteri, virus, animali, piante, funghi, protozoi e così via) e ugualmente molti diversi tipi di trasmissione (per esempio direttamente dal vettore come nel caso degli insetti, oppure per via aerea, per contatto diretto e così via) che possono essere interessati dai cambiamenti che stanno modificando il clima.

Dagli studi in corso in tante università e centri di ricerca, vediamo che ci sono molte allarmanti potenziali combinazioni tra i diversi e numerosi rischi climatici e i tantissimi agenti patogeni, combinazioni che lasciano purtroppo immaginare un’alta vulnerabilità umana ai cambiamenti climatici in relazione alle malattie patogene.

Leggere una dopo l’altra le possibili cause di malattia o di morte legate all’emergenza climatica fa davvero paura: riscaldamento (che da solo può indurre 160 specifiche diverse malattie), precipitazioni eccessive, inondazioni, siccità, tempeste, cambiamenti a livello del suolo, cambiamento della temperatura degli oceani, incendi, ondate di caldo e innalzamento del livello del mare… [1]. In generale, l’acqua – dolce o salata – da risorsa rischia di diventare un problema.

Ci sono specifiche malattie che potrebbero essere legate alle piogge?

emergenza climatica cambiamento climatico porterà nuove malattieDa una parte le inondazioni, ad esempio, possono influire sulla qualità dell’acqua e sugli habitat in cui batteri pericolosi e vettori come le zanzare possono riprodursi e trasmettere malattie infettive come la dengue, malattia virale che colpisce circa cento milioni di persone all’anno e che diventa più comune negli ambienti caldi e umidi. Il suo numero di riproduzione di base (quello che ormai abbiamo imparato a conoscere come “erre con zero” o R0) – vale a dire un indicatore della velocità con cui il virus si diffonde – è cresciuto di circa il 12% dagli anni Cinquanta del secolo scorso ai nostri giorni, secondo il rapporto 2022 Lancet Countdown [2]. La durata della stagione della malaria è aumentata del 31% nelle aree montuose dell’America Latina e di quasi il 14% negli altopiani africani [2].

Come abbiamo visto durante catastrofici eventi che si sono verificati negli ultimi anni, le inondazioni possono anche diffondere organismi presenti nell’acqua che causano epatite e malattie diarroiche, come il colera, in particolare quando un gran numero di persone è sfollato e vive in aree senza poter accedere ad acqua incontaminata per bere o lavarsi [3].

All’estremo opposto pure la siccità può peggiorare la qualità dell’acqua potabile, così come anche la deforestazione e l’urbanizzazione incontrollate. Queste devastazioni ambientali inducono la frammentazione degli habitat e la mancanza di adeguate riserve di cibo e acqua portando la fauna selvatica a migrare verso habitat alternativi, che possono includere sia ambienti urbanizzati che de-urbanizzati [4].

emergenza climatica cambiamento climatico porterà nuove malattieLe attività umane nelle aree forestali mettono l’uomo a stretto contatto con la fauna selvatica così che gli esseri umani hanno interazioni più strette con le specie selvatiche e i loro agenti patogeni, facilitando l’insorgenza di malattie zoonotiche classiche e il “salto” di nuovi agenti patogeni tra diverse specie ospiti, un evento chiamato spillover, che abbiamo imparato a conoscere negli ultimi anni anche dalla lettura di libri di successo [5].

È uno scenario molto complesso, in cui molti diversi eventi sono tra loro concatenati: in casi del genere, sono spesso i bravi narratori i più capaci di spiegare la situazione in cui ci troviamo…

A chi si riferisce, Dottore?

Per esempio allo scrittore Paolo Giordano, che in un piccolo libro prezioso racconta che “i virus sono fra i tanti profughi della distruzione ambientale accanto a batteri, funghi, protozoi” e che non sono loro a cercarci ma “noi a stanare loro” [6]. Basti pensare al bisogno di cibo che porta milioni di persone “a mangiare animali che sarebbe meglio lasciar stare” o ai contatti fra pipistrelli e gorilla “resi più probabili dalla sovrabbondanza di frutti maturi sugli alberi, dovuta a sua volta all’alternanza sempre più violenta di piogge anomale e periodi asciutti, dovuta a sua volta al cambiamento climatico…” Insomma: una concatenazione micidiale di cause ed effetti, dice Giordano.

Dottore, è ancora possibile invertire la rotta?

emergenza climatica cambiamento climatico porterà nuove malattieProbabilmente sì. Su questi temi sia l’Associazione italiana dei medici per l’ambiente (ISDE), sia la Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e Odontoiatri (FNOMCeO) e la Società italiana di Medicina ambientale sono da tempo impegnate e sosterranno tutte le iniziative possibili perché non solo a livello delle istituzioni, ma anche individualmente come cittadini e professionisti sanitari si contribuisca tutti a favorire un cambiamento di rotta, considerando come essenziale la tutela della salute dalla minaccia della crisi climatica.

La determinazione dei medici italiani fa leva sull’impegno di decenni della comunità medica internazionale [7] e sulla consapevolezza della necessità di un impegno che riguardi tutti.

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Autore Rebecca De Fiore (Pensiero Scientifico Editore)

Rebecca De Fiore ha conseguito un master in Giornalismo presso la Scuola Holden di Torino. Dal 2017 lavora come Web Content Editor presso Il Pensiero Scientifico Editore/Think2it, dove collabora alla creazione di contenuti per riviste online e cartacee di informazione scientifica. Fa parte della redazione del progetto Forward sull’innovazione in sanità e collabora ad alcuni dei progetti istituzionali con il Dipartimento di epidemiologia del Servizio sanitario regionale del Lazio.
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