13 Gennaio 2023 di Ulrike Schmidleithner

I tre figli della fortuna

In un mio articolo di qualche anno fa, “C’era una volta: di fiabe e bufale”, ho parlato della bellezza delle fiabe, spiegando che sono un prezioso genere letterario che con poche pennellate evoca, con suggestive analogie, situazioni della vita reale. La fiaba “I tre figli della fortuna” dei fratelli Grimm ne è un buon esempio. 

Un padre, che sente arrivare l’ora della propria morte, regala ai suoi tre figli tre cose che apparentemente non hanno un grande valore: il primo riceve un gallo, il secondo una falce, il terzo un gatto. L’uomo non ha denaro da lasciare loro, ma spiega ai figli che se useranno i doni con giudizio, questi potranno rivelare un valore inaspettato. Sarà sufficiente trovare una città dove queste cose siano sconosciute e le persone apprezzeranno la novità. 

LRDM I tre figli della fortuna galloIl primo dei tre fratelli si mette in cammino con il suo gallo, ma non trova nessuno che mostri interesse per l’animale, perché tutti i paesi in cui capita hanno già i loro galli. Il suo non ha quindi niente di speciale da offrire. Ma quando visita un’isola in cui nessuno ha mai visto un gallo o sentito parlare della sua esistenza, all’improvviso l’animale acquista un immenso valore, come aveva previsto il padre. L’uomo cede il gallo agli abitanti dell’isola in cambio di tanto oro quanto un asino è in grado di portare.

Anche il secondo dei fratelli fa un’esperienza molto simile con la sua falce. Non viene apprezzata dalle persone che già la usano ma riesce a venderla, per tanto oro quanto un cavallo può portare, quando la offre a un popolo che abita su un’isola e che non ha mai visto questo attrezzo in grado di far risparmiare tanta fatica durante la mietitura. 

Anche il terzo dei fratelli, finché si trova sulla terraferma, non ha successo con il suo gatto, ma anche lui trova un’isola infestata da topi, i cui abitanti non hanno mai visto un gatto. Glielo comprano in cambio di un mulo carico d’oro. Il gatto si mette all’opera e libera il castello dai topi.

I tre figli della fortuna falceSarebbe un finale meraviglioso per quella cittadina, ma purtroppo ci mettono lo zampino l’ignoranza e la paura dell’ignoto. Quando il gatto miagola perché vorrebbe dell’acqua per dissetarsi, lo interpretano come una minaccia. I consiglieri del re esclamano: “Piuttosto preferiamo il flagello dei topi, cui siamo abituati, che lasciare la nostra vita in preda a quel mostro!”, e cercano di uccidere il povero animale a colpi di cannone. 

Il gatto salta agilmente dalla finestra e scappa, mentre il palazzo viene completamente distrutto dai cannoni e dall’incendio che hanno provocato.

Questa fiaba mette in evidenza alcuni tratti tipici degli esseri umani e ci insegna diverse cose, per esempio che è importante non limitarsi a classificare o valutare le cose basandosi unicamente sul nostro punto di vista ma a ampliare gli orizzonti e cercare soluzioni fuori dagli schemi, elemento che ne “I tre figli della fortuna” viene rappresentato dall’isola.

Ci fa anche riflettere su valori importanti come la gratitudine per le cose preziose che abbiamo e che spesso non apprezziamo, perché siamo talmente abituati ad averle che ci sembrano senza particolare valore. Solo se le perdiamo, anche temporaneamente, riusciamo a comprendere il loro vero valore. Una delle cose più preziose è la salute, e purtroppo può capitare di rendersene conto solo nel momento in cui ci sentiamo male.

La fiaba, inoltre, evidenzia la differenza di comportamento tra chi ha e chi non ha. Questo “avere” può riguardare un determinato oggetto o anche una condizione di benessere fisico e psichico. Chi “ha” farebbe comunque bene a non considerare come dovuto, per esempio, essere in buona salute, ma capire che bisogna impegnarsi attivamente per mantenere questo stato. Uno stile di vita sano, un controllo periodico con gli screening, seguire le raccomandazioni del medico, essere in regola con le vaccinazioni ecc. 

LRDM I tre figli della fortuna gatto “I tre figli della fortuna” parla anche degli errori che si possono commettere facendo un bilancio beneficio-rischio dettato dalla mancanza di informazioni corrette e dalla paura irrazionale dell’ignoto. La frase: “Piuttosto preferiamo il flagello dei topi, cui siamo abituati, che lasciare la nostra vita in preda a quel mostro!” mi fa venire in mente la decisione altrettanto irrazionale di chi preferisce rischiare di ammalarsi di malattie infettive perché interpreta in modo sbagliato le eventuali reazioni alle vaccinazioni. Le ingigantiscono, come i personaggi della fiaba hanno fatto con un innocuo miagolio, che gli incuteva paura come se fosse il ruggito di un leone affamato. 

La fiaba dei tre fratelli della fortuna è breve, ma come succede spesso con le fiabe densa di livelli di significato. Ci parla con parole semplici e un racconto accattivante di aspetti della nostra quotidianità che spesso non riusciamo più a vedere, ma che se non teniamo attentamente in considerazione possono procurarci problemi anche gravi.

Autore Ulrike Schmidleithner

Una mamma che segue dall’inizio del 2002 con grande passione la questione vaccini. In tutti questi anni ha approfondito ogni aspetto di questo tema. Conosce praticamente tutti gli argomenti usati dalle persone contrarie alle vaccinazioni. Ha controllato accuratamente ciascuno di questi assunti e ha scritto moltissimi articoli sul suo blog Vaccinar...SI’! e sulla pagina Facebook omonima, per spiegare in modo pacato e comprensibile anche a chi non ha studiato medicina come stanno realmente le cose secondo il parere della comunità scientifica. Ha sempre fatto controllare i suoi articoli da uno o più esperti per assicurare la correttezza scientifica, che è indispensabile per un tema così importante. Sul nostro sito cura “La rubrica della mamma” in cui si rivolge ai genitori stando al loro fianco.
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