Non ci sono dubbi: la violenza di genere ha un impatto profondo sulla salute fisica e mentale delle donne che la subiscono. Ma, nonostante gli episodi di violenza riguardino una donna su tre in tutto il mondo, le conseguenze a lungo termine di quello che l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha definito un “problema di salute pubblica dalle dimensioni epidemiche” vengono spesso sottovalutate.
Quali sono le conseguenze della violenza di genere?
Le donne vittime di maltrattamenti, molestie e violenza sessuale, anche dopo aver superato l’esperienza della violenza, sembrano avere un rischio più alto di sviluppare malattie croniche come conseguenza a lungo termine di quello che hanno subìto. Tuttavia, mentre le ripercussioni fisiche immediate (ferite, lividi o altri tipi di lesioni) e le conseguenze sulla salute mentale trovano ampio spazio di discussione, al di fuori dell’ambito accademico a malapena si riconosce il fatto che la violenza di genere rappresenta un fattore di rischio per lo sviluppo di malattie cardiovascolari e altre patologie croniche [1].
Perché la salute di una vittima di violenza è a rischio?
Gran parte della letteratura scientifica sul tema ha posto l’accento sulle conseguenze della violenza esercitata dal partner, dimostrando che esiste un collegamento tra la violenza domestica e l’insorgenza di malattie cardiovascolari, diabete di tipo 2, diabete gestazionale, tumore al collo dell’utero e dolore cronico, oltre a depressione e altri disturbi relativi alla sfera della salute mentale [2,3,4,5,6,7].
Anche altre forme di violenza (in particolar modo la violenza sessuale) sono state associate a un rischio aumentato di riportare alcune manifestazioni cliniche che nel complesso indicano uno stato di salute compromesso. Nelle donne vittime di violenze sessuali si riscontrano con più frequenza disturbi del sonno, placche aterosclerotiche nelle arterie che inviano il sangue al cervello e disturbi al microcircolo cerebrale, segnali collegati a una maggiore probabilità di soffrire di infarto, demenza e malattie cardiovascolari in futuro [8,9,10].
Dottore, come spiegare gli effetti a lungo termine della violenza di genere?
Lo stress a cui sono esposte queste donne può favorire l’adozione di comportamenti e stili di vita collegati all’insorgenza di malattie croniche. Inoltre, specifici processi di tipo neuroendocrino e immunitario e alcune variazioni nella struttura del DNA associate a un forte stress, sia acuto sia cronico, sono tra i meccanismi biologici proposti per spiegare l’associazione tra violenza di genere e stato di salute a lungo termine [11].
Per quanto riguarda le malattie cardiovascolari, è stato ipotizzato che una situazione logorante, come quella vissuta dalle donne che periodicamente subiscono maltrattamenti di natura fisica o psicologica da parte del proprio partner, potrebbe favorire la comparsa di ipertensione, un noto fattore di rischio cardiovascolare.
Ancora, la continua attivazione della risposta di attacco o fuga – la reazione dell’organismo a uno stress acuto – è stata associata a fenomeni di infiammazione cronica e ad alterazioni nel sistema di regolazione ormonale, due fattori collegati al rischio di cattivo stato di salute in età avanzata.
Infine, la presenza di disturbi depressivi – tradizionalmente riscontrati con maggiore incidenza nelle donne vittime di abusi – potrebbe essere collegata a livelli elevati di cortisolo, catecolamine e altri marcatori biologici indicatori di uno stato infiammatorio cronico, che favorisce l’insorgenza e il peggioramento di sintomi cardiovascolari.
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