Se soffro di sindrome del tunnel carpale è colpa dello smartphone?

21 Agosto 2024 di Maria Frega (Pensiero Scientifico Editore)

Mano intorpidita, formicolio alle dita, sensazione di scosse elettriche intorno al polso, talvolta anche dolore intenso. Se succede di avvertire questi sintomi con regolarità, potrebbe trattarsi di sindrome del tunnel carpale, una condizione molto comune, soprattutto nelle donne.

Da cosa dipende? È colpa dello smartphone? Si sta cominciando a indagare solo adesso il collegamento tra l’utilizzo di dispositivi digitali e questo disturbo, ma per ora le prove a sostegno dell’associazione tra smartphone e sindrome del tunnel carpale sono insufficienti e discordanti. Eppure può capitare che, usando lo smartphone molto di frequente, si percepisca un fastidio o dolore alla mano. Non si tratta di sindrome del tunnel carpale, ma di un disturbo più comune che è stato chiamato “texting thumb”.

Ma andiamo per ordine.

Dottore, cos’è la sindrome del tunnel carpale?

La sindrome del tunnel carpale è una neuropatia periferica, cioè una condizione in cui i nervi del sistema nervoso periferico sono danneggiati, tanto da impedire il regolare funzionamento della mano e del braccio e da provocare dolore. In particolare, il dolore è causato dalla compressione o dallo schiacciamento del nervo mediano che va dal braccio alle dita, attraverso il polso. È proprio nel polso che ha sede il tunnel carpale. I sintomi che abbiamo citato si avvertono soprattutto durante la notte, portando chi ne soffre, al mattino, a sentire la necessità di scuotere la mano, per “risvegliare” la muscolatura [1,2].

Dottore, perché il nervo viene colpito da questa sindrome?

Spesso dipende dalla conformazione del polso: se è di dimensioni ridotte anche il tunnel carpale è più stretto, perciò aumenta la pressione sul nervo mediano. Per questo motivo, constatiamo che siano le donne le più colpite dalla sindrome del tunnel carpale.

Il nervo si infiamma anche in seguito a traumi, oppure in presenza di altre malattie e condizioni, come artrite, diabete, obesità, disfunzioni della tiroide, insufficienza renale. Una delle cause possibili è legata al lavoro con strumenti che costringono a movimenti ripetitivi o procurano vibrazioni prolungate a mani e braccia [1].

Tornando alla domanda iniziale, è vero che usare a lungo lo smartphone può causare la sindrome del tunnel carpale?

Come dicevamo, si sta cominciando a indagare il collegamento tra l’utilizzo di dispositivi digitali (computer, tablet, smartphone, strumenti per videogame) e questo disturbo. Le prove a sostegno dell’associazione tra smartphone e sindrome del tunnel carpale sono, però, tuttora insufficienti e discordanti. Sembra che sia il mouse lo strumento più dannoso, anziché la tastiera o il touchscreen. Eppure sono sempre più numerosi gli utenti abituali e assidui di questi dispositivi che riferiscono fastidio o dolore alla mano. Non si tratta propriamente di sindrome del tunnel carpale [3], ma di un disturbo più comune che è stato chiamato “texting thumb”.

Texting thumb: di cosa si tratta?

Potremmo tradurre questo neologismo come sindrome del “pollice che messaggia, che digita”. Si tratta di una condizione simile a quella nota come “dito a scatto”: una forma di tendinite che causa dolore e impedisce movimenti regolari [4]. Non esistono diagnosi ufficiali di “texting thumb”. Alcuni studi di modeste dimensioni hanno indagato il fenomeno considerando campioni di pazienti che hanno riferito di essere smartphone-dipendenti.

Uno studio condotto da ricercatori turchi su soggetti senza problemi muscolo-scheletrici, ha concluso che l’uso quotidiano e prolungato di smartphone sia un potenziale fattore di rischio per lo sviluppo della sindrome del tunnel carpale. L’indagine è però limitata e per prove più concrete sarà necessario, in futuro, una visione più ampia e di lungo periodo [5].

Dottore, come si cura la sindrome del tunnel carpale?

Solitamente questa condizione non regredisce spontaneamente, perciò è importante diagnosticarla e curarla con rapidità. Per la diagnosi, occorre la visita di un medico che prescriverà ulteriori analisi, come una radiografia delle mani oppure una ecografia o una elettromiografia, un esame che serve a misurare l’attività dei muscoli della mano, per determinare la gravità del danno. Per evitare che il dolore e il danno al nervo possano peggiorare spesso viene suggerito l’utilizzo di un tutore al polso e occorre evitare alcuni movimenti, mentre specifici esercizi di allungamento o di rafforzamento possono alleviare i sintomi. In caso di dolore si ricorre agli antinfiammatori, sebbene sia sconsigliabile assumerli a lungo.

Resta il rischio che il danno diventi permanente: in questo caso, è necessario un intervento chirurgico. Questa soluzione è definitiva; solo raramente la sindrome del tunnel carpale si ripresenta dopo l’operazione [1].

Dottore, in cosa consiste l’operazione?

La procedura chirurgica è molto comune e non è rischiosa. Si procede con una piccola incisione e si opera allentando la pressione sul nervo. In alcuni casi, è possibile procedere in endoscopia, con un impatto post-operatorio più leggero [2].

Ma è davvero necessario sottoporsi a chirurgia?

Una revisione molto recente ha valutato l’efficacia della chirurgia per trattare la sindrome del tunnel carpale rispetto ad altri trattamenti come steccatura, utilizzo di un tutore, iniezioni di corticosteroidi, terapie manuali. Sebbene siano metodi molto diversi tra loro, sono stati confrontati per capire cosa consigliare al paziente, considerando rischi e benefici. L’opzione chirurgica, secondo gli autori di questa revisione, non è adatta a tutti. È particolarmente indicata per risolvere i sintomi gravi, per chi ne soffre da tempo ed è raccomandata ai pazienti in buone condizioni di salute, che riescono a tollerare l’intervento [6].

Il recupero post-operatorio non è complesso, ma è graduale, richiede qualche settimana, durante le quali occorre evitare movimenti forzati per permettere ai tessuti operati di ricomporsi. Passata la sensazione di debolezza e, talvolta, il dolore, si recupera il pieno uso delle parti [3].

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Autore Maria Frega (Pensiero Scientifico Editore)

Maria Frega è sociologa, specializzata in comunicazione, e scrittrice. Si occupa di scienza, innovazione e sostenibilità per un'agenzia di stampa e altri media. Sugli stessi temi cura contenuti per testi scolastici e organizza eventi di divulgazione con associazioni ed enti pubblici. È inoltre editor di saggistica e tiene corsi di scrittura anche nelle scuole e in carcere. I suoi ultimi libri sono Prossimi umani e Filosofia per i prossimi umani, con Francesco De Filippo per Giunti Editore.
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