Il parto è uno degli eventi più fisiologici e normali della vita di una donna. Per partorire spontaneamente si attraversano varie fasi del cosiddetto “travaglio”, cioè l’insieme di quegli eventi che poi portano al parto.
Quando il parto non ha bisogno di essere risolto chirurgicamente (cioè con un taglio cesareo) o tramite strumenti operativi (come la ventosa ostetrica) non esiste un posto preciso per partorire, proprio perché tutti i fenomeni del parto sono normali, esistono da quando esiste l’essere umano e seguono tempi dettati dall’organismo.
Dottore, il parto spontaneo è pericoloso?
Il parto spontaneo non è rischioso in senso stretto: il rischio che possano accadere incidenti alla madre o al nascituro è bassissimo e quasi sempre si riesce a evitare che questi incidenti siano irreversibili. È però vero che non esiste evento umano a rischio zero e quindi anche il parto presenta un, seppur raro, rischio di complicanze materne o neonatali molto gravi e persino letali. Si parla sempre di eventi più che rari.
Visti questi minimi rischi si deve partorire per forza in ospedale?
No, i rischi sono molto bassi e la stragrande maggioranza dei parti spontanei decorre senza nessuna conseguenza negativa per neomamma e nascituro, restando un evento emozionante e bellissimo. Non è quindi obbligatorio né indispensabile partorire in ospedale.
Dottore, allora perché andare in ospedale?
Perché le sale parto e i reparti di maternità sono dotati di misure di sicurezza che possono risolvere in brevissimo tempo gli eventuali problemi. L’uso rapidissimo di farmaci [1], di chirurgia, la presenza di personale specializzato, di ginecologi, ostetriche, anestesisti e neonatologi, assicura pronta assistenza a neomamma e neonato anche in caso di problemi e la presenza di sala operatoria, disponibilità di trasfusioni e reparto di terapia intensiva possono far fronte a emergenze che si presentassero improvvisamente.
Non dimentichiamo poi che oggi le sale parto hanno personale addestrato, ambienti confortevoli (anche se con le dovute differenze locali), spesso è possibile la presenza del partner e si agisce seguendo regole e linee guida ufficiali e non affidate al caso. La sicurezza e l’efficienza sono quindi assicurate, anche a costo di qualche rinuncia (per esempio la privacy, non sempre possibile).
Ma allora, dottore, perché dovrei partorire a casa? C’è qualche beneficio?
Certo. Oltre all’evidente beneficio del trovarsi in un ambiente amichevole, conosciuto, essere circondata dalla famiglia e preparare gli spazi come si preferisce, si è visto che partorire a casa riduce gli interventi medici non necessari e riduce la medicalizzazione [2], ossia il ricorso a farmaci o procedure non fondamentali e spesso fatti solo per abitudine o precauzione senza che ci sia per forza bisogno. Ci sono anche strutture private (non sono ospedali) che offrono questo servizio simulando un ambiente domestico e personalizzato.
Ma quindi tutte le donne dovrebbero preferire il parto in casa?
In realtà se la gravidanza è fisiologica (senza malattie) e non si presenta alcuna controindicazione al parto in casa, con determinate precauzioni partorire a casa è utile e con rischio simile al parto in ospedale [3, 4]. Consideriamo, però, che nonostante il parto sia un evento sicuro e da vivere con intensità non è, come detto, totalmente privo di rischi e l’ambiente ospedaliero è più preparato ad affrontare eventuali problemi.
Quando la gravidanza non è fisiologica, non è a basso rischio o ci sono controindicazioni precise, il parto in casa è più rischioso e conviene partorire in ospedale. I rischi del neonato sono maggiori [5] rispetto a quelli per la madre. Inoltre per il primo figlio si consiglia l’ambiente ospedaliero: questo perché, rispetto ai parti successivi, c’è una possibilità leggermente maggiore che insorgano complicazioni.
Dottore, quali sono queste condizioni che rendono il parto in casa sicuro o meno?
Le condizioni che rendono sicuro il parto in casa configurano tutte quelle gravidanze definite “a basso rischio ostetrico” (BRO). È importante quindi parlare con un professionista esperto che giudicherà se ci fossero o meno le condizioni per intraprendere questa scelta.
Il parto in casa è bene sia assistito da un’ostetrica esperta, iscritta all’albo professionale, che sia in contatto con reparti del Servizio sanitario nazionale [6]. Esistono delle regole e delle precauzioni da seguire se si vuole massimizzare la sicurezza [7].
È utile partorire non troppo distante da una struttura ospedaliera dotata di punto nascita, buona norma è avvertire (può farlo l’ostetrica) il reparto vicino di ciò che sta avvenendo e anche quando tutto è andato bene. Dotarsi di mezzi per eventuali spostamenti e preparare prima gli ambienti e quanto necessario (sarà l’ostetrica a dire come).
Condizioni necessarie per un parto in casa a basso rischio
- Età gestazionale compresa fra 37 settimane e 41 settimane;
- Feto singolo in presentazione cefalica di vertice e con battito cardiaco regolare;
- Peso fetale presunto compreso fra il 10° e 90° percentile;
- Assenza di patologia fetale nota e di rischi neonatali prevedibili;
- Placenta normalmente inserita;
- Assenza di patologia materna e/o di anamnesi ostetrica che rappresenti una controindicazione al travaglio di parto e che richieda una sorveglianza intensiva;
- Insorgenza spontanea del travaglio;
- Liquido amniotico limpido, in caso di rottura di membrane;
- Rottura prematura delle membrane da meno di 24 ore;
- Esame batteriologico vaginale e rettale negativo per colonizzazione da Streptococco gruppo B;
- Idoneità igienico ambientale dell’abitazione dove la donna intende programmare il parto (verificata dall’ostetrica che assisterà il parto);
- Distanza dell’abitazione da un presidio ospedaliero con UO ostetrica/neonatologica del SSN, che non dovrà essere superiore ai 30 minuti (verificata dall’ostetrica che assisterà il parto);
- Possibilità di spostamento rapido (automobile con uscita libera, persona capace di guidare).
Come faccio quindi a scegliere consapevolmente?
Partendo da due presupposti. Intanto fare ciò che sentiamo come di nostro gradimento, più sicuro e più desiderato. Se l’idea di partorire in casa ci attira e ci affascina, pensiamoci. Se ci sentiamo più sicure in ospedale o lo troviamo più adatto, facciamolo.
In secondo luogo è fondamentale parlare con un ginecologo o un’ostetrica esperta. L’ideale (non sempre possibile) sarebbe quello di trovare una persona disinteressata, onesta, esperta e sincera perché spesso le idee personali condizionano ciò che gli esperti dicono alle persone.
Nonostante non ci sia nulla di particolarmente rischioso in una gravidanza a basso rischio con parto in casa, bisogna sapere che potrebbe non esserci la possibilità di affrontare ogni emergenza quando non si è in ospedale. Per riassumere in pochissime parole: il parto in casa è sicuro, ma quello in ospedale porta al massimo questa sicurezza.
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