La sua domanda dimostra che – prima ancora dei virus – è l’informazione che circola molto rapidamente: la risposta è sì, funzionari della sanità pubblica del Regno Unito hanno rilevato il virus della poliomielite in campioni di acque reflue a Londra [1].
Perché si è andati a cercare il virus della poliomielite nelle acque di scarico di Londra?
Beh, non è esattamente così. Si tratta di un’attività che fa parte della sorveglianza di routine. “L’epidemiologia delle acque reflue è una tecnica abbastanza recente e innovativa, che tramite l’analisi chimica o biologica dei reflui non trattati permette di studiare una serie di fattori legati alla popolazione. Tutte le sostanze con cui veniamo a contatto, ingerendo direttamente o inavvertitamente contaminanti dei cibi o dell’aria che finiscono nel nostro corpo, vengono metabolizzate ed escrete con urine e feci e finiscono collettate nelle acque di scarico delle nostre città, raggiungendo gli impianti di depurazione” [2].
Ciò premesso, è normale che ogni anno vengano rilevati da 1 a 3 tipi di poliovirus nei campioni di acque reflue del Regno Unito, ma si è sempre trattato di rilevamenti episodici, isolati. Riscontri di questo genere possono dipendere da molte cose: per esempio – spiega l’autorità sanitaria del Regno Unito [3] – possono verificarsi in seguito al rientro in Inghilterra di un individuo vaccinato in un Paese straniero con il vaccino contro la poliomielite orale vivo (OPV). Le tracce del virus possono essere espulse con le feci. Il virus raccolto a Londra probabilmente proveniva da una persona arrivata di recente dall’Afghanistan, oppure dal Pakistan o da altri Paesi del Medio Oriente e dell’Africa, dove la malattia rappresenta ancora un’emergenza sanitaria [4].
Quindi si tratta di un caso dovuto a un episodio del genere?
Sono in corso delle ricerche mirate, dopo che diversi virus strettamente correlati sono stati trovati in campioni di acque reflue prelevati a Londra tra febbraio e maggio [3]. Il virus ha continuato a evolversi ed è ora classificato come poliovirus di tipo 2 (VDPV2) “derivato da un vaccino”, che in rare occasioni può causare malattie gravi, come la paralisi, in persone che non sono completamente vaccinate. Il rilevamento di un VDPV2 suggerisce che è probabile che ci sia stata una certa diffusione tra individui strettamente collegati tra loro e residenti nelle zone nord ed est di Londra.
Oltre a trovare il virus della poliomielite nelle acque, risulta si siano ammalate delle persone a Londra?
No: il virus è stato rilevato solo in campioni di acque reflue e non sono stati segnalati casi associati di malattia, ma le ricerche del servizio sanitario britannico stanno appunto cercando di capire se si stia verificando una trasmissione nella comunità [5].
I funzionari sanitari stanno ora ampliando la sorveglianza delle acque reflue di Londra per comprendere la trasmissione e la localizzazione del virus. L’impianto di trattamento delle acque reflue in cui sono stati raccolti i campioni serve più della metà della popolazione della capitale britannica – circa 4 milioni di persone – e quindi identificare le origini del virus potrebbe rivelarsi difficile.
C’è da essere preoccupati?
“Sembra che l’epidemia sia molto contenuta” ha dichiarato Angela Rasmussen, medico virologo dell’Università del Saskatchewan in Canada [6]. “Ma la pandemia ha dato alla poliomielite l’opportunità di tornare a crescere in molti Paesi perché ha interrotto i programmi di vaccinazione infantile in tutto il mondo. La mia più grande preoccupazione è il fatto che adesso la popolazione non vaccinata nei tempi previsti è molto ampia. E anche questo è dovuto alla pandemia di SARS-CoV-2”.
Dottore, ma è normale che persone vaccinate possano diffondere il virus della malattia stessa?
In molte nazioni (per esempio nel Regno Unito e negli Stati Uniti) per le eventuali vaccinazioni contro la poliomielite si utilizza una forma inattivata di virus. Ma in diverse parti del mondo si ricorre a una versione indebolita del virus e le persone vaccinate possono diffondere tracce del virus nelle feci [7].
Concretamente cosa si può fare?
Le autorità sanitarie del Regno Unito stanno contattando i genitori di bambini di età inferiore ai 5 anni residenti a Londra che devono aggiornare la propria vaccinazione.
Sebbene l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ritenga il Regno Unito libero dalla poliomielite, con un basso rischio di trasmissione a causa degli alti tassi di vaccinazione, la copertura vaccinale infantile è diminuita negli ultimi anni: l’OMS stima che l’86,6% delle persone a Londra sia vaccinato contro la poliomielite.
“In questi tempi di pandemia non dovremmo aver bisogno di ricordare che ci sono dei virus in giro, e ci sono sempre stati” ha avvertito Andrew Pollard, capo dei ricercatori dello studio che ha contribuito a valutare l’Oxford Covid-19 vaccine e direttore dell’Oxford Vaccine Group. “La soluzione è semplice, gratuita e sicura”, ha aggiunto. “I bambini che non hanno preso una dose, o che hanno saltato le dosi, devono vaccinarsi il prima possibile” [5].