Lo scorso luglio i media hanno riferito la notizia della morte di un carabiniere di Palermo, attribuita al morso di un ragno violino. Poco meno di un mese dopo, le scorse settimane, è stata la volta di un giovane pugliese, morto per uno shock settico dopo avere sviluppato un ascesso a una gamba, imputato anch’esso al morso del ragno. Sono poi seguite notizie di alcune persone morse dal ragno violino in diverse zone italiane. È comprensibile, dunque, essere allarmati, considerato che questa specie di aracnide, il Loxosceles rufescens, è un ospite comune delle campagne e anche delle abitazioni italiane.
In realtà, le reazioni gravi al morso del ragno violino riportate dalla letteratura scientifica sono estremamente rare e ad oggi non c’è alcun decesso attribuibile con certezza al suo veleno [1]. Anche nei due casi recenti il coinvolgimento di questo ragno è stato ipotizzato ma non dimostrato. Sul momento il morso del Loxosceles rufescens è indolore e, a meno che non venga colto sul fatto e identificato, è impossibile stabilire se un’eventuale reazione successiva è dovuta al suo veleno, a quello di un altro artropode, oppure a un’infezione [2]. Inoltre, già nel 2018, a seguito di una serie di articoli pubblicati da alcuni giornali, ci fu un aumento delle segnalazioni di morsi attribuiti senza certezza al ragno violino, che gli esperti hanno definito “falsa epidemia” dovuta ad allarmismo indotto dai media [3].
Come si riconosce il ragno violino?
Il Loxosceles rufescens è piccolo: il suo corpo non arriva al centimetro di lunghezza e con le zampe distese arriva al massimo a una larghezza di 4-5 centimetri. È di colore rossastro e ha sul torace una chiazza scura che ricorda la forma di un violino. Una caratteristica che permette di riconoscerlo, se lo si osserva con attenzione, è la presenza di 6 occhi anziché 8 come gli altri ragni. Sono neri e disposti a formare una sorta di U sulla parte anteriore del capo.
È diffuso in tutta l’area del Mediterraneo e ama i luoghi caldi e asciutti. Vive negli anfratti della roccia, sotto i sassi, ma anche nelle case, nascondendosi negli angoli meno frequentati, sotto i battiscopa e nelle fessure dei muri. Di giorno rimane rintanato nel suo nido, che protegge con fili di ragnatela disposti in modo disordinato. Di notte esce per cacciare scarafaggi e pesciolini d’argento.
Dottore, come posso evitare il suo morso?
È un animale timido: non attacca l’uomo e se si sente in pericolo preferisce scappare [1]. Morde solo se viene schiacciato. Per evitarlo è importante quindi indossare dei guanti quando si fa giardinaggio o si maneggiano materiali che sono stati a lungo abbandonati. È consigliabile anche scuotere le scarpe, i vestiti, lenzuola e asciugamani che sono rimasti a lungo incustoditi in un ambiente con fessure e altri potenziali nascondigli.
Dottore, quali sono le possibili conseguenze del morso di un ragno violino?
Nella maggior parte dei casi, il morso del ragno violino non provoca alcuna reazione, oppure solo un’infiammazione localizzata, con prurito e bruciore moderato, che non richiede intervento medico e si risolve spontaneamente.
Il veleno del ragno violino contiene piccolissime quantità di un enzima, la sfingomielina fosfodiesterasi D, che danneggia la membrana delle cellule. In casi molto rari, nell’arco di alcuni giorni, l’azione di questo enzima può provocare una lesione necrotica, un’ulcera nerastra che si allarga progressivamente coinvolgendo la pelle e i tessuti sottostanti [4]. L’ulcera è il terreno ideale per la proliferazione di batteri che possono complicare la situazione provocando un’infezione.
Altri ragni che appartengono al genere Loxosceles, come il ragno eremita marrone, diffuso nel Nord America, iniettano con il loro morso quantità di veleno maggiori rispetto al ragno violino e possono provocare il cosiddetto loxoscelismo sistemico, cioè una reazione grave che colpisce il sangue e i reni e può risultare fatale. Non è mai stata descritta, però, una simile reazione dopo il morso di un ragno violino.
Dottore, cosa bisogna fare in caso di morso?
Se si viene morsi dal ragno violino, come da qualunque altro artropode, è necessario lavare accuratamente l’area con acqua e sapone. Se la reazione è intensa o anomala – o col passare dei giorni dal morso l’infiammazione non tende ad attenuarsi spontaneamente ma peggiora, si allarga e la pelle assume un colorito scuro – bisogna rivolgersi tempestivamente al più vicino centro antiveleni o al proprio medico che saprà darvi le indicazioni da seguire a seconda del singolo caso.
Gli antibiotici della famiglia delle tetracicline hanno dimostrato la capacità di inibire l’azione dell’enzima contenuto nel veleno, oltre a combattere l’eventuale sovrainfezione batterica. Nei casi in cui la lesione è più estesa o più profonda, il trattamento può richiedere la sua pulizia chirurgica. Ma sarà il medico, qualora ce ne sia bisogno, a indicare la terapia migliore.
Il rischio di reazioni gravi è maggiore per i bambini piccoli, gli anziani e in generale le persone con la salute più fragile, con deficit immunitario o diabete, e in questi casi occorre quindi prestare maggiore attenzione.
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