Per gran parte della gravidanza il feto si muove voltandosi indifferentemente con la testa verso l’alto o verso il basso. Durante il terzo trimestre la maggioranza dei nascituri si volta in posizione cefalica, cioè con la testa orientata verso il basso, verso l’orifizio del collo dell’utero, che durante il travaglio si dilaterà per lasciarli passare e venire alla luce.
Alla 22° settimana di attesa, la percentuale di piccoli in posizione cefalica è pari al 47%, alla 36° settimana è pari al 94%. Dopo la 36° settimana è altamente improbabile che il nascituro riesca a voltarsi da solo, perché i suoi movimenti sono limitati dallo spazio ormai ristretto [1]. Circa il 4% dei piccoli a termine di gravidanza si trova in posizione podalica, cioè con i piedi rivolti verso il basso [2] e la testa verso l’alto. Altri, in percentuale più bassa, si presentano in posizione trasversale, con una spalla verso il basso. In posizione podalica o trasversale, il parto per via vaginale comporta rischi maggiori di complicazioni per il bambino e per la mamma, tanto che in molti Paesi, compresa l’Italia, le linee guida prevedono che in questi casi si ricorra al cesareo [3].
Dottore, cosa è la moxibustione?
La moxibustione è una tecnica della medicina tradizionale cinese, utilizzata nelle ultime settimane di gravidanza con l’intento di favorire il rivolgimento spontaneo del nascituro a testa in giù e prevenire così i rischi di un parto vaginale podalico o il ricorso al cesareo, che è pur sempre un intervento chirurgico.
Si pratica utilizzando un sigaro di foglie di artemisia essiccate e compresse. Acceso a un’estremità, si avvicina al lato esterno del quinto dito del piede della donna, corrispondente al punto BL67 dell’agopuntura, e si scalda la pelle tenendo la parte accesa a distanza di sicurezza per non provocare bruciature.
La moxibustione può aiutare il feto podalico a capovolgersi?
Nel corso degli ultimi decenni sono stati condotti diversi studi sulla moxibustione per appurare la reale efficacia di questa tecnica. Nel 2012 è stata pubblicata una revisione Cochrane [4], cioè un lavoro che sintetizza e valuta criticamente tutta la letteratura medica su uno specifico argomento. Gli autori della revisione hanno concluso che non c’è evidenza scientifica dell’efficacia della moxibustione nel favorire il rivolgimento spontaneo in posizione cefalica del feto podalico.
Gli autori hanno rilevato inoltre gravi difetti degli studi pubblicati sull’argomento: sono condotti su piccoli gruppi di donne, hanno quindi scarsa rilevanza statistica, e le condizioni in cui la tecnica è stata applicata sono troppo eterogenee, troppo diverse tra loro. Sono state arruolate negli studi donne che si sono sottoposte alla moxibustione una volta sola a 36 settimane, altre che l’hanno praticata due volte al giorno per diversi giorni dalla 30° settimana in poi. Alcune si sono affidate all’intervento di un agopuntore professionista, altre l’hanno fatto in casa da sole. Non è possibile quindi confrontare in modo rigoroso i risultati ottenuti.
È possibile indurre il rivolgimento del feto podalico prima del parto?
Esiste una manovra di provata efficacia che si può mettere in atto per tentare di rivolgere il feto in posizione cefalica e quindi procedere con il parto vaginale anziché far ricorso al cesareo. È la cosiddetta versione cefalica dall’esterno [5]. Per garantire la sicurezza della donna e del nascituro, deve essere effettuata da personale esperto in un ospedale attrezzato e pronto per operare un cesareo urgente, nel caso in cui si renda necessario.
Alla futura mamma viene somministrato un tocolitico, cioè un farmaco che riduce la contrattilità dell’utero, per evitare che le sollecitazioni della manovra inducano l’avvio del travaglio. Quindi l’operatore, sotto continuo controllo ecografico, appoggia le mani sull’addome della donna, che è semidistesa su un lettino, ed esercita pressione sul piccolo spingendolo a fare la capriola necessaria.
Il tasso di successo della versione cefalica dall’esterno è del 58%. A parte i casi in cui è controindicata a causa di complicazioni della gravidanza, i benefici sono considerati superiori ai rischi, tanto che le linee guida nazionali in Italia [6] prevedono che venga offerta a tutte le donne con gravidanza senza complicazioni e feto singolo in presentazione podalica, a partire da 37 settimane.