Il maternity blues è diverso dalla depressione post-partum?

7 Aprile 2025 di Maria Frega (Pensiero Scientifico Editore)

il maternity blues è diverso dalla depressioneI primi giorni con un neonato sono momenti densi di gioia e scoperte, ma non mancano le ansie e la sensazione di non essere all’altezza dei nuovi impegni. Sono molte, quasi otto su dieci, le donne che sperimentano il maternity blues, una condizione di stanchezza e tristezza che insorge improvvisamente subito dopo il parto per poi scomparire spontaneamente.

Per tante neomamme, però, i sintomi depressivi possono diventare più persistenti e pesanti: potrebbe trattarsi di una vera depressione.

La Giornata Mondiale della Salute (World Health Day) che si celebra il 7 aprile, è quest’anno dedicata alla salute materna e neonatale, con lo slogan “Inizi sani, futuri pieni di speranza” [1]. Il benessere della mamma e del figlio sono strettamente legati, fin dalla gravidanza. Affrontare le sfide è possibile, anche quelle legate alla salute mentale nel periodo post-parto, ed è più semplice se c’è consapevolezza e condivisione.

Dottore, che cos’è il maternity blues?

È una condizione nota anche come baby blues, un’espressione inglese che unisce le parole blues (malinconia) e bambino. È però preferibile parlare di maternity blues, perché le emozioni malinconiche si riferiscono al vissuto della mamma appena dopo il parto. Il maternity blues non è una malattia ma una condizione di disagio, malessere, sperimentata dalle neomamme. Secondo la maggior parte delle stime ne sono coinvolte circa otto donne su dieci. Sono tre le caratteristiche principali di questa condizione:

  • insorge subito dopo il parto, in genere tre o quattro giorni dopo;
  • è di breve durata (massimo due settimane);
  • si risolve spontaneamente, senza assumere farmaci o sottoporsi a una psicoterapia.

Se questa condizione di disagio continua anche dopo due settimane, però, potrebbe trattarsi di un disturbo diverso, non classificabile come maternity blues [2,3].

Come si riconosce?

il maternity blues è diverso dalla depressione post partum

Il rientro a casa dopo il parto segna una fase di transizione, con cambiamenti significativi sia a livello fisico che nella vita quotidiana. I sintomi più comuni del maternity blues includono [2,4,5]:

  • oscillazioni dell’umore (tristezza, irritabilità, nervosismo, ansia);
  • crisi di pianto;
  • preoccupazione per i nuovi compiti;
  • stanchezza;
  • scarsa concentrazione;
  • disturbi del sonno;
  • disturbi dell’appetito;
  • difficoltà a interagire con il figlio.

Allora, dottore, il maternity blues non è una vera depressione?

I sintomi descritti sono simili a quelli di una depressione lieve e transitoria, senza conseguenze a lungo termine. Esiste però anche la depressione post-parto, una condizione più intensa e duratura, capace di influire negativamente sulla vita quotidiana e, talvolta, sullo stato di salute. Colpisce circa il 10-15% delle neomamme [3]. I sintomi della depressione post-parto sono simili a quelli del maternity blues, ma più intensi e persistenti. Cambia il momento in cui compaiono: non sono immediati, ma si avvertono oltre un mese dopo la fine della gravidanza. In particolare, si è visto che il periodo di maggiore vulnerabilità è tra l’ottava e la dodicesima settimana post-parto [2].

Tra le cause scatenanti giocano un ruolo notevole anche i cambiamenti ormonali. Subito dopo il parto, infatti, si verifica un crollo degli estrogeni e del progesterone, i principali ormoni femminili. È una situazione simile – ma più intensa – alla sindrome premestruale, quando ogni donna sperimenta alterazioni dell’umore, riduzione delle energie, nervosismo, insonnia [6].

La depressione post-parto può infine colpire anche i papà: circa 1 su 25 sperimenta sintomi depressivi dopo la nascita di un figlio [4].

Ci sono donne più predisposte di altre a sviluppare la depressione dopo il parto?

il maternity blues è diverso dalla depressione tristezza disagio difficoltà

Sono molti i fattori di rischio che potrebbero fare da campanello d’allarme. Contano, infatti, le condizioni socioeconomiche (contrasti coniugali o assenza del partner, isolamento sociale, difficoltà materiali, giovane età) e conta anche come si è vissuta la gravidanza (se non pianificata, con un travaglio difficile, con eventuali problemi di salute sia della mamma sia del bambino) [5]. Le donne che hanno sofferto di maternity blues, inoltre, hanno un rischio più elevato di sviluppare la depressione [7].

Esistono strumenti di screening, come il test EPDS (Edinburgh Postnatal Depression Scale), per identificare le mamme più a rischio di depressione. Si tratta generalmente di questionari in cui le partecipanti auto-segnalano i sintomi. Questi test sono disponibili anche online, ma è importante non utilizzarli per auto-diagnosticarsi il disturbo: è sempre necessaria l’analisi dei risultati da parte di un professionista sanitario [6,8].

È infine molto importante sapere (e far sapere alle neomamme) che la depressione non è una colpa, un eccesso di fragilità. Il periodo dopo il parto è tanto ricco di cambiamenti quanto di aspettative: occorre tempo, aiuto, condivisione per affrontarne le sfide. In altre parole: soffrire di depressione non vuol dire essere una madre incapace [2,4].

Dottore, come si possono superare il maternity blues e la depressione post-parto?

il maternity blues è diverso dalla depressione mamma bambinoCome abbiamo visto, il maternity blues si risolve spontaneamente in poco tempo.

Se invece si pensa di soffrire di depressione, è fondamentale chiedere aiuto. Trascurare la salute mentale della madre può avere ripercussioni anche sul neonato, che rischia di non ricevere le necessarie attenzioni. Parlarne con il proprio medico di medicina generale, o con l’ostetrica e il ginecologo, oltre che con i familiari, è il primo passo. I professionisti sanitari sanno riconoscere i sintomi e la gravità e potranno offrire il supporto adeguato a ogni paziente. I trattamenti per questo tipo di disturbo sono possibili e diventano più efficaci se tempestivi e se condivisi, quando possibile, in famiglia [2,4,6].

Autore Maria Frega (Pensiero Scientifico Editore)

Maria Frega è sociologa, specializzata in comunicazione, e scrittrice. Si occupa di scienza, innovazione e sostenibilità per un'agenzia di stampa e altri media. Sugli stessi temi cura contenuti per testi scolastici e organizza eventi di divulgazione con associazioni ed enti pubblici. È inoltre editor di saggistica e tiene corsi di scrittura anche nelle scuole e in carcere. I suoi ultimi libri sono Prossimi umani e Filosofia per i prossimi umani, con Francesco De Filippo per Giunti Editore.
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