Il tragico incidente verificatosi la notte tra il 7 e l’8 dicembre 2018 alla discoteca “Lanterna azzurra” di Corinaldo, in cui hanno perso la vita cinque ragazzi tra i 14 e i 16 anni e una donna che aveva accompagnato la figlia, ha riacceso l’interesse dei media nei confronti dello spray al peperoncino. Infatti, secondo le prime ricostruzioni dell’accaduto, la calca di persone che ha portato alla morte per schiacciamento delle sei vittime sarebbe stata causata dal panico prodotto dall’utilizzo improprio di questa “arma bianca”. Nei giorni successivi all’evento, poi, si sono registrate numerose segnalazioni riguardanti l’uso di questo strumento anti-aggressione, tanto che si è persino arrivati a parlarne in termini di “moda” e di effetto emulazione.
Dottore, precisamente in cosa consiste lo spray al peperoncino?
Spray al peperoncino è il nome con cui vengono comunemente chiamati i sistemi urticanti anti-aggressione a base di gas OC – da Oleoresium Capsicum – i quali sfruttano le proprietà irritanti della capsaicina, composto chimico presente in alcune piante tra cui appunto il peperoncino piccante. I nebulizzatori a base di gas OC sono commercializzati e utilizzati, dagli anni Settanta, come strumento di autodifesa da cittadini non addestrati o come strumento in grado di rendere innocui soggetti potenzialmente pericolosi da parte di individui addestrati e forze dell’ordine.
In Italia l’utilizzo dello spray al peperoncino è disciplinato dal decreto ministeriale 103 del 2011 [1], il quale ne ha liberalizzato l’acquisto, l’utilizzo e il porto in pubblico per gli individui di età superiore ai 16 anni. Attualmente, sono in commercio diverse tipologie di nebulizzatori a base di gas OC, acquistabili facilmente anche su molti siti di e-commerce.
Cosa succede quando viene spruzzato?
L’esposizione al gas OC contenuto negli spray al peperoncino produce, con effetto immediato, sintomi quali infiammazione locale, eritema, cecità temporanea, dolore e bruciore intensi, respiro corto, disorientamento e panico [2,4]. Manifestazioni a breve termine, queste, rilevate anche in un’analisi realizzata qualche anno fa dalla polizia olandese in seguito a un trial sperimentale di utilizzo dello strumento. Nei sei mesi in cui lo spray al peperoncino è stato incluso nell’equipaggiamento di più di 3.000 agenti, questo è stato utilizzato in 145 occasioni contro 178 individui sospetti.
A commento dei risultati in termini di sicurezza ed efficacia, gli autori concludono che: “Lo spray al peperoncino causa dolore intenso per un periodo limitato di tempo e risulta in una compromissione dell’integrità personale del soggetto su cui viene utilizzato. Gli effetti durano più di quanto si suppone, per molte ore e talvolta giorni. Non si registrano effetti a lungo termine, ma non si può escludere la possibilità che in casi eccezionali, ad esempio in presenza di fattori concomitanti quali obesità, asma, abuso di sostanze e utilizzo di strategie in grado di limitare la respirazione da parte della polizia, l’utilizzo dello spray al peperoncino possa portare alla morte del sospetto” [4].
Per quanto riguarda la vulnerabilità legata a una preesistente condizione di asma, tuttavia, un altro studio suggerisce che questa non determini un aumento dei rischi a livello polmonare [3].
Alcuni studi mettono poi in evidenza una possibile relazione tra l’esposizione al gas OC e la probabilità di andare incontro ad abrasioni della cornea [5,6]. In un’analisi condotta su 100 soggetti giunti al Pronto Soccorso di una struttura carceraria dopo essere stati colpiti dal getto di uno spray al peperoncino, ad esempio, questa condizione è stata rilevata nel 7% dei casi.
Gli autori concludono quindi che “le abrasioni della cornea non sono rare nei pazienti esposti allo spray al peperoncino” [6]. Zollman e colleghi, invece, autori di uno studio simile su 47 cadetti della Washington State Crminal Justice Training Academy di Seattle, concludono che “gli effetti a lungo termine dell’esposizione a gas OC sono sconosciuti. (…) Si può ipotizzare che una singola esposizione non provochi un danno ai neuroni sensoriali. Tuttavia, molti poliziotti, operatori delle strutture carcerarie e detenuti potrebbero essere esposti allo spray in più occasioni” [5].
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