Dobbiamo prendere James Bond come esempio per proteggere la salute?

4 Novembre 2021 di Rebecca De Fiore (Pensiero Scientifico Editore)

Dobbiamo prendere James Bond come esempio per proteggere la salute“Oggi noi leader mondiali siamo come James Bond che deve affrontare la fine del mondo”. Le parole del primo ministro inglese Boris Johnson hanno aperto la Climate Change Conference di Glasgow suscitando qualche perplessità tra i 120 leader internazionali. Ma siamo sicuri che il più famoso agente segreto della storia del cinema (e in parte della letteratura) sarebbe capace di sconfiggere le grandi minacce dei nostri tempi? Per quanto possa sembrare bizzarro, se lo sono chiesti degli studiosi di due importanti centri di ricerca in Olanda e Inghilterra e i risultati della loro riflessione sono stati pubblicati sull’ultimo numero del 2021 di una rivista accademica di malattie infettive [1]. Una lettura piacevole, di pagine piene di humor britannico.

Dottore, cosa scrivono i ricercatori?

Se la vita di un ricercatore nell’ambito delle malattie infettive può indiscutibilmente essere emozionante – incontri quotidiani e ravvicinati con microrganismi potenzialmente letali, ma anche con concorrenti accademici privi di scrupoli, revisori dei propri articoli scientifici sempre troppo crudeli e, almeno un tempo, congressi scientifici in località difficilissime da raggiungere – lo spionaggio internazionale è forse l’unica professione che può avvicinarsi, per rischi e azzardi, a quella dell’infettivologo e del virologo, spiegano Graumans, Stone e Bousema. Chiariscono di aver voluto approfondire il rapporto tra lo 007 e il rischio infettivo soprattutto per attirare l’attenzione su un pericolo che considerano sottovalutato: l’esposizione professionale ad agenti di alta pericolosità.

La loro analisi si è concentrata su tutte le missioni di James Bond descritte nei 25 film usciti tra il 1962 e il 2021. Per soppesare la pericolosità delle destinazioni dei viaggi dell’agente è stato consultato il sito web dei Centri per il controllo e la prevenzione delle malattie (CDC) degli Stati Uniti [2]. In totale 86 viaggi internazionali verso 47 Paesi.

Qual è il maggior fattore di rischio nei viaggi di James Bond?

Dobbiamo prendere James Bond come esempio per proteggere la saluteUno dei più evidenti fattori di rischio è conseguente alla frequenza degli incontri sessuali: quasi due… e mezzo per ogni pellicola. Solo in tre occasioni (vale a dire in poco più del 5% dei casi) si trattava di una relazione duratura o quantomeno di una relazione che sarebbe durata per due film consecutivi. Quasi sempre incontri molto brevi, talvolta addirittura fugaci come nel caso di un atterraggio accidentale col paracadute sul ponte posteriore di uno yacht di lusso. “Bond” annotano gli autori “appartiene chiaramente al 20-34% dei viaggiatori internazionali che praticano sesso occasionale e di cui circa la metà non usa il preservativo [3]. Bond ha quasi tutti i fattori di rischio noti associati a una maggiore frequenza di rapporti sessuali non protetti all’estero (maschio, single, giovane età, viaggi senza partner, consumo di alcol e tabacco ecc.). Il fatto che il sesso occasionale non sia privo di rischi sembra supportato dall’alto tasso di mortalità tra le partner sessuali di Bond, sebbene le infezioni trasmesse sessualmente non abbiano avuto un ruolo evidente in nessuna delle loro morti”.

Quanto a igiene, cosa può insegnarci James Bond?

Solo in due occasioni gli spettatori dei suoi film lo hanno potuto vedere lavarsi le mani, una dopo un pasto e una volta dopo aver ucciso un avversario in un bagno di fango. Diciamolo: meno del minimo indispensabile. In una situazione estrema in una missione in Louisiana, Bond è costretto a scegliere tra essere mangiato vivo da alligatori affamati o maneggiare pollo crudo per distrarli. “In una mossa forse miope” sono sempre gli autori dello studio a commentare “sceglie il pollo e non si lava le mani, trascurando sia il rischio di infezione batterica (Campylobacter, Salmonella o Clostridium) sia la mancanza di servizi igienici durante il successivo inseguimento in barca”. Anche la sicurezza alimentare sembra essere trascurata: mangia regolarmente frutta nonostante i batteri prosperino sulla buccia dei frutti e non si fa problemi a pasteggiare ad ostriche crude incurante della temperatura di conservazione. In Turchia, in Dalla Russia con amore, cerca di disinfettare la ferita di un collega con il Raki locale: ma non ci sono studi che dimostrino l’efficacia dei distillati a base di uva per la pulizia delle ferite [4].

Nei suoi viaggi, Bond almeno si protegge adeguatamente?

Mah. In viaggio in Giappone (1967), qualche anno dopo la pandemia di H2N2 (1957-1958), si comportava in netto contrasto con quanto già allora si sapeva sulle diverse modalità di trasmissione del virus respiratorio. Nessun distanziamento sociale anche sui mezzi pubblici e, ancora più preoccupante, nel tentativo di travestimento Bond si copriva il viso e la bocca con una maschera usata di recente da un’altra persona: questo nel film Si vive solo due volte. A suo merito, Bond indossa maschere apparentemente pulite in altre occasioni: le maschere di sicurezza industriale avranno fornito un certo livello di protezione dalla trasmissione di agenti patogeni in altre occasioni come in Licenza di uccidere, per proteggersi da un gruppo internazionale di visitatori in un laboratorio di cocaina.

Il riscaldamento globale sembra aumentare il rischio di malaria: almeno in questo possiamo seguire i consigli di James Bond?

Nonostante la presenza non solo di malaria, ma anche dengue e chikungunya, in diverse delle sue destinazioni Bond non è abituato a prendere nemmeno le precauzioni più elementari contro le punture di insetti ed è talvolta messo sulla cattiva strada dalla “saggezza” locale. In Giamaica, gli viene raccomandato l’uso di acqua salata per respingere le zanzare che pungono durante il giorno. L’uso di un insetticida di comprovata efficacia sarebbe stato assai preferibile [5]. In una successiva missione in Giappone, dove è prevalente l’encefalite giapponese, Bond non solo dorme con le finestre aperte, ma ignora anche il ronzio di una zanzara durante l’ispezione di un elicottero.

La profilassi antimalarica sarebbe stata raccomandata durante i suoi frequenti viaggi in aree malariche (11 in tutta la sua carriera fino ad oggi). Tra l’altro, l’evidente inclinazione al consumo di alcol sappiamo che accresce la concentrazione di sostanze volatili che attirano le zanzare Anopheles femmine [6], aumentando così la probabilità di infezione. Anche se – va detto – il consumo di alcol può inibire i tassi di crescita del Plasmodium.

A parte le zanzare?

Dobbiamo prendere James Bond come esempio per proteggere la saluteSempre nel film Dalla Russia con amore, a Istanbul Bond è accompagnato da uno “sciame” di topi durante un breve viaggio in barca e sembra non far caso al contatto con l’acqua contaminata dall’urina di ratto [7]. In India lo 007 viene attaccato da una sanguisuga, che può causare sporadicamente batteriemia e sepsi [8], ma anche in questo caso nessun particolare timore: rimuove l’animale con il suo accendino, aumentando la probabilità che rigurgiti il ​​suo contenuto intestinale nel suo flusso sanguigno.

Per non parlare dei serpenti che ogni anno causano patologie rilevanti in almeno due milioni di persone [1], di cui oltre 100 mila muoiono per complicanze. Talvolta Bond ignora i serpenti che strisciano sulla sua gamba ma in un’occasione mette in pericolo una grande folla di passanti conversando con un incantatore di serpenti mentre “incanta” un cobra in un affollato mercato di strada.

Quindi proporre James Bond come modello per i nostri tempi potrebbe non essere una buona idea?

Di sicuro molte delle abitudini dell’agente segreto non sono raccomandabili. “Solo in tre film Bond è stato visto bere bevande analcoliche: succo d’arancia, caffè e acqua salata”, e in quest’ultimo caso non possiamo parlare di un comportamento da seguire. A proposito di clima, la protezione solare è un’altra grande assente dalla filmografia di Bond.

Nel complesso, osservano gli autori dell’articolo, “Bond è poco preparato ai rischi per la salute associati ai viaggi e particolarmente ingenuo di fronte alla minaccia di malattie infettive. E il rischio di Bond di contrarre malattie infettive purtroppo non è diminuito nelle recenti missioni”. Ha qualche attenuante: per esempio, la mancanza di preparazione non è aiutata dal breve preavviso col quale deve mettersi in viaggio.

Insomma: a meno di non essere James Bond, si vive una volta sola e conviene stare accorti.

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Autore Rebecca De Fiore (Pensiero Scientifico Editore)

Rebecca De Fiore ha conseguito un master in Giornalismo presso la Scuola Holden di Torino. Dal 2017 lavora come Web Content Editor presso Il Pensiero Scientifico Editore/Think2it, dove collabora alla creazione di contenuti per riviste online e cartacee di informazione scientifica. Fa parte della redazione del progetto Forward sull’innovazione in sanità e collabora ad alcuni dei progetti istituzionali con il Dipartimento di epidemiologia del Servizio sanitario regionale del Lazio.
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