Gli incendi fanno male alla salute?

15 Gennaio 2025 di Rebecca De Fiore (Pensiero Scientifico Editore)

Il dramma che sta vivendo una parte dello Stato della California obbliga a interrogarsi non soltanto sulle conseguenze immediate della tragedia – un numero già elevato di persone decedute e di feriti – ma anche sulle ricadute a medio e lungo termine per la salute delle persone che vivono nella zona e per l’ecosistema.

Il fumo causato dagli incendi è un importante fattore di rischio per la salute umana [1]. Diversi studi sono arrivati a concludere che in alcune regioni della California difficilmente l’esposizione ai fumi degli incendi può essere eliminata, ma la gestione di questi eventi deve permettere di mitigarla.

L’evento catastrofico di cui siamo testimoni attraverso le immagini che ci giungono dagli Stati Uniti è anche un problema di politica sanitaria perché è l’esito dell’aumento dell’urbanizzazione, delle passate politiche di gestione del territorio e dei cambiamenti climatici, testimoniando la strettissima correlazione tra salute ambientale e salute umana. Paradossalmente, gli incendi devastanti di queste settimane sono dovuti pure alla mancanza di una politica ambientale fatta anche di incendi programmati capaci di rendere il territorio resiliente a sollecitazioni improvvise.

Dottore, ma davvero gli incendi sono studiati anche da chi si occupa di salute?

Sì, certamente. I ricercatori del settore distinguono diversi tipi di incendi che possono manifestarsi in un territorio, da quelli che avvengono in aree remote difficilmente raggiungibili dai soccorsi a quelli che si verificano nelle savane, dagli incendi programmati (di cui dicevamo prima) a quelli pianificati per scopi agricoli, fino agli incendi da deforestazione [2].

Tutti possono avere un impatto sostanziale sulla salute e sul benessere umano, direttamente e indirettamente, attraverso:

  • l’esposizione al flusso di calore,
  • le emissioni (ad esempio, impatto sulla salute legato al fumo),
  • l’alterazione del funzionamento dell’ecosistema (ad esempio, riduzione della biodiversità, peggioramento della qualità dell’acqua e conseguenze sul clima).

Per quanto riguarda il fumo, è una miscela di inquinanti atmosferici pericolosi, come polveri sottili, ozono, idrocarburi aromatici e piombo [3]. Oltre a contaminare l’aria con inquinanti tossici, gli incendi selvaggi hanno anche un impatto simultaneo sul clima, rilasciando nell’atmosfera grandi quantità di anidride carbonica e altri gas serra. Aggiungiamo, poi, un aspetto molto importante: gli incendi della portata di quelli che si sono verificati in California aggravano le condizioni sociali delle popolazioni colpite e, quindi, anche la loro salute.

Ma gli incendi in California sembra abbiano colpito quasi esclusivamente le abitazioni di un ceto molto benestante…

Gli eventi catastrofici non fanno mai distinzioni tra ricchi e poveri. Anzi, sono sempre le persone già in difficoltà a subire le conseguenze peggiori: pensiamo ai terremoti, per esempio. Le conseguenze dell’emergenza climatica non fanno eccezione.

Come spiega bene Roberta Villa nel suo blog Fosforo e miele (a proposito: che aspetti a iscriverti alla sua newsletter?) [4], “trovarsi senza casa e spesso anche senza lavoro ha una serie di conseguenze a catena che si riflettono sull’integrazione sociale, l’educazione, la sicurezza alimentare, la salute mentale, per cui, anche a distanza di anni, potranno restare segni di questo evento che rappresenterà nella memoria di tutti un crinale tra un prima e un dopo”. E non tutte le persone rischiano allo stesso modo…

Chi rischia di più in caso di incendio?

Sicuramente i bambini sono la popolazione più a rischio, sia di subire danni all’organismo, sia di soffrire conseguenze psicologiche [5]. Altre persone che dovrebbero essere particolarmente protette sono quelle sofferenti di malattie croniche, soprattutto di disturbi cardiocircolatori e respiratori. Uno studio condotto in California in occasione di una precedente ondata di incendi ha messo in risalto il maggior rischio di arresto cardiaco durante gli incendi [6].

Chi soffre di disturbi psichici è certamente più vulnerabile; uno studio recente condotto proprio da ricercatori di Los Angeles ha evidenziato il rischio di soffrire di disturbo post-traumatico da stress per le persone esposte ai fumi da incendi di grandi dimensioni [7].

Un’attenzione particolare, ovviamente, va posta nei riguardi delle persone che hanno problemi di mobilità e delle donne in gravidanza [8] anche perché potrebbe esistere una correlazione tra il trauma di aver subito le conseguenze di un incendio e la nascita prima del termine [9]. Dobbiamo sottolineare, però, che in ogni caso l’aspetto più importante è la prevenzione e quella che in lingua inglese è definita preparedness: in altri termini, non farsi cogliere impreparati.

Come ci si può preparare all’eventualità di un incendio?

Per esempio avendo ben presenti le vie di fuga dalla propria abitazione e dal posto di lavoro (in cui è obbligatorio siano esposte delle planimetrie per l’emergenza).

Una cosa importante: in un’emergenza come un incendio – ma anche in caso di terremoto, per esempio – molti problemi alle persone sono causati dal desiderio di mettere in salvo i propri animali domestici: ebbene, soprattutto se si vive in territori a rischio, dovremmo sempre avere in mente un piano per mettersi in salvo insieme agli animali a cui più teniamo. La quasi totalità degli incendi è dovuta all’uomo ed è una terribile realtà che gli animali siano così colpiti da questi eventi [10].

Può essere previdente tenere sempre pronto uno zaino o un piccolo bagaglio da usare in caso di emergenza e, al suo interno, non dovremmo mai dimenticare di mettere una riserva di acqua e di cibo per gli animali che vorremmo portare in salvo insieme a noi.

In ogni caso, anche se tutti noi dovremmo sapere come comportarci nell’eventualità di un evento simile, è bene ricordare che le case tipiche dell’edilizia statunitense sono più a rischio delle nostre ad andare incontro a eventi così catastrofici.

A proposito di prevenzione, è vero che le linee elettriche sono pericolose?

Si è discusso molto negli ultimi giorni sull’origine degli spaventosi incendi in California e le linee elettriche sono state indicate come una possibile causa degli eventi drammatici che stanno sconvolgendo la zona. Sul banco degli imputati sarebbero le linee elettriche aeree, quelle che viaggiano sui pali della luce. Sarebbero meno sicure dei cavi sotterranei, secondo alcuni esperti [11]. In attesa che le indagini in corso diano delle risposte certe, la tragedia statunitense ci obbliga a riflettere su un punto centrale: l’importanza della manutenzione.

“Manutenzione e riparazione, la costruzione di infrastrutture, l’ordinaria attività di mantenere infrastrutture funzionali ed efficienti hanno sulla vita quotidiana delle persone un impatto senz’altro maggiore della gran parte delle innovazioni tecnologiche” hanno scritto due grandi esperti sull’argomento in un approfondimento del progetto Forward [12]. “L’accento sulla manutenzione consente di chiederci che cosa realmente vogliamo dalle tecnologie, che cosa veramente ci interessa, in quale tipo di società desideriamo vivere e come possiamo ottenerlo”.

L’emergenza climatica ci mette sempre più spesso di fronte al dilemma tra sviluppo e progresso, come ricorda anche l’appello di Filippo Anelli, Presidente della Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e Odontoiatri: “L’Articolo 5 del nostro Codice di Deontologia medica è dedicato alla Promozione della salute, all’ambiente e alla salute globale e questo sottolinea la stretta correlazione tra l’ambiente di vita e di lavoro e la salute, individuale e collettiva, ed esorta il medico ad adoperarsi per una pertinente comunicazione sull’esposizione e sulla vulnerabilità a fattori di rischio ambientale e a favorire un utilizzo appropriato delle risorse naturali, per un ecosistema equilibrato e vivibile anche dalle future generazioni”.

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Autore Rebecca De Fiore (Pensiero Scientifico Editore)

Rebecca De Fiore ha conseguito un master in Giornalismo presso la Scuola Holden di Torino. Dal 2017 lavora come Web Content Editor presso Il Pensiero Scientifico Editore/Think2it, dove collabora alla creazione di contenuti per riviste online e cartacee di informazione scientifica. Fa parte della redazione del progetto Forward sull’innovazione in sanità e collabora ad alcuni dei progetti istituzionali con il Dipartimento di epidemiologia del Servizio sanitario regionale del Lazio.
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