Da pochi mesi in Italia è attivo il Piano nazionale di prevenzione contro l’uso improprio di Fentanyl e altri oppioidi sintetici. Sebbene non si registrino livelli allarmanti come negli Stati Uniti, dove la diffusione di queste sostanze ha già provocato centinaia di migliaia di decessi, è comunque fondamentale mantenere alta l’attenzione e lavorare sulla prevenzione.
Essenziale come farmaco analgesico e anestetico, al di fuori dal controllo medico il Fentanyl è una sostanza tra le più pericolose: la dipendenza può svilupparsi rapidamente e i rischi sono gravi, in alcuni casi irreversibili. La preoccupazione cresce anche per nuove sostanze sintetiche difficili da individuare e contrastare, come i nitazeni.
Cos’è il Fentanyl?
Il Fentanyl fa parte degli oppioidi, sostanze che agiscono sul sistema nervoso per ridurre la percezione del dolore. Si tratta di un prodotto sintetico, non naturale, creato per scopi terapeutici: viene infatti utilizzato durante gli interventi chirurgici e nella terapia del dolore cronico o oncologico. Oltre all’impiego come farmaco, però, si sta diffondendo da qualche anno come droga d’abuso, cioè come sostanza assunta per ottenere effetti psicoattivi, sia sedativi sia eccitanti. Le conseguenze di questo utilizzo sono molto gravi: il Fentanyl è fino a cento volte più tossico dell’eroina e della morfina; crea inoltre una rapida e potente dipendenza. Gli effetti avversi sono gravi e possono portare anche alla morte [1, 2].
Dottore, perché è così pericoloso?
Ogni utilizzo al di fuori del controllo medico è pericoloso. Come le cronache hanno raccontato, in aree specifiche, come alcune città degli Stati Uniti, questa droga si è diffusa rapidamente, tanto da far parlare di un’epidemia da Fentanyl. Costa poco e si può acquistare, illegalmente, anche online. Ciò accade perché è semplice da sintetizzare, cioè da produrre, e viene spacciato in dosi che contengono altre sostanze psicoattive o tossiche. Al momento, inoltre, in caso di overdose esiste un antidoto (il naloxone) per invertire i sintomi solo in caso di intossicazione da Fentanyl puro o di altri oppioidi; se invece si assumono dosi eccessive di Fentanyl in associazione a sostanze non oppioidi, come la xilazina (anche nota come ‘tranq’), l’efficacia del naloxone può essere ridotta e può essere necessario un supporto avanzato. Nei casi peggiori, la conseguenza può essere la morte [2].
Quali sono i rischi?
A breve termine, il Fentanyl provoca nausea, vomito, stipsi; dall’uso prolungato derivano problemi respiratori gravi, fino al decesso per soffocamento. Quando è tagliato con altre sostanze, come la xilazina, può causare ulcere cutanee nelle aree in cui viene iniettato, di solito braccia e gambe. Da qui il nome giornalistico utilizzato proprio per descrivere questo tipo di miscele: ‘droga degli zombie’.
Altrettanto pericolosa è la dipendenza. Con l’abuso aumenta la tolleranza, cioè la necessità di aumentare dosi e frequenza di utilizzo per ottenere gli effetti sperati. Quando la sostanza non è disponibile, insorgono sintomi di astinenza, disturbi fisici e psicologici. Queste manifestazioni compaiono rapidamente e, a differenza di altre sostanze, sono difficili da trattare [1, 3, 4].
C’è un’emergenza anche in Italia?
Al momento no: la diffusione di questa sostanza è molto limitata. Dalle analisi chimiche che periodicamente si effettuano sulle acque reflue, mirate a individuare la quantità e la localizzazione delle droghe, sono stati trovati campioni di Fentanyl in 33 città italiane. La diffusione, comunque, non ha raggiunto livelli preoccupanti [2].
Da qualche mese, tuttavia, la Presidenza del Consiglio dei Ministri ha attivato un piano nazionale di allerta, allo scopo di prevenire e prepararsi a controllare l’eventuale emergenza sanitaria [5]. Non è una precauzione spropositata: negli Stati Uniti, a causa dell’uso improprio di questa sostanza, si sono verificate centinaia di migliaia di decessi. La crisi sanitaria, causata dal Fentanyl e da nuove sostanze tossiche in quel Paese, ha conseguenze e costi già definiti “incommensurabili” [6].
Nel nostro Paese, è tuttavia in aumento la diffusione della ketamina e cresce l’allerta su nuove classi di sostanze sintetiche, come i nitazeni.
Dottore, cosa può dirmi a proposito dei nitazeni?
I nitazeni sono anch’essi oppioidi con effetti simili al Fentanyl ma più marcati; a differenza di questo, però, non sono mai stati impiegati in medicina perché non sicuri. Si stanno diffondendo sui mercati illeciti perché difficili da individuare attraverso i test anti-droga [6, 7]. Di recente è stato attribuito ai nitazeni un decesso anche in Italia.
La Società Italiana di Tossicologia avverte che le nuove droghe sintetiche – ne circolano almeno mille tipi diversi – possono portare rapidamente all’insufficienza respiratoria e a danni neurologici permanenti in poche ore [8].
