Chiunque abbia mai letto un foglietto illustrativo di un medicinale sa che, tra le informazioni fondamentali, c’è la “posologia”. Questa voce fornisce indicazioni precise su dosi, tempi e modi di somministrazione di un determinato farmaco. Sono quelle indicazioni che, di solito, ci vengono anticipate anche dal medico, quando specifica che quel farmaco si assume a stomaco pieno o lontano dai pasti. Conoscere e seguire attentamente queste indicazioni garantisce l’efficacia della terapia e ne assicura la sicurezza, evitando il rischio di effetti indesiderati.
Per la buona riuscita della terapia occorre fare attenzione anche al paragrafo sulle interazioni con altri medicinali.
Dottore, cosa sono le interazioni farmacologiche?
Un’interazione farmacologica si verifica quando l’effetto di un medicinale viene alterato dall’assunzione di alimenti, bevande, integratori, oppure di altri farmaci. Le possibilità di interazioni sono davvero molte proprio perché la maggior parte delle sostanze che ingeriamo, medicinali compresi, è assorbita da stomaco e intestino e metabolizzata dal fegato.
Facciamo un esempio: molti farmaci per abbassare la febbre e quelli per il raffreddore possono contenere lo stesso principio attivo. Dunque assumerli entrambi potrebbe portare a un sovradosaggio, con effetti indesiderati più intensi. Ogni singolo principio attivo, inoltre, può interagire con l’alimentazione e con l’assunzione di integratori, con l’alcol, con il tabacco e con sostanze stupefacenti. L’assunzione contemporanea di due farmaci, poi, può anche produrre l’effetto opposto: ridurre l’efficacia della terapia.
Le interazioni riguardano sia i medicinali prescritti dal medico sia quelli che non richiedono la ricetta. Il rischio aumenta quando si tratta di farmaci che si assumono per bocca (dalle compresse agli sciroppi). Tuttavia, anche un medicinale che agisce a livello locale – come pomate, spray nasali, colliri, supposte, cerotti o iniezioni – pur non passando per l’apparato gastrointestinale, potrebbe comunque interagire. Per questo, è fondamentale seguire sempre le indicazioni del medico e leggere attentamente il foglietto illustrativo, evitando di sospendere o interrompere una terapia di propria iniziativa [1,2].
Dottore, le interazioni dipendono solo dai farmaci o anche dalle condizioni del paziente?
Generalmente dipendono solo dai farmaci o dagli alimenti che si assumono in combinazione. Per questo, chiunque può essere a rischio. Certamente le interazioni sono più probabili nei soggetti anziani e in coloro che soffrono di una o più patologie che richiedono terapie a lungo termine.
Le condizioni più comuni che meritano attenzione sono infatti quelle croniche: diabete, patologie cardiocircolatorie, disturbi gastrointestinali, glaucoma, ipertrofia della prostata [1].
Tutti i farmaci interagiscono con l’alimentazione?
Non tutti, ma alcune medicine devono essere assunte a stomaco vuoto per evitare che il cibo ostacoli l’effetto. Alcuni alimenti, infatti, possono ostacolare l’assorbimento del principio attivo oppure impedire all’organismo di eliminare il farmaco al momento giusto. Si potrebbe rischiare così un effetto collaterale o un’intossicazione.
Tra le interazioni più comuni c’è il caso del pompelmo, che interagisce con decine di medicinali diversi, comprese le diffusissime statine (assunte per abbassare i livelli di colesterolo). Bisogna stare attenti anche agli alimenti ricchi di fibre che accelerano il transito intestinale. Attenzione, infine, all’alcol; può aumentare la sonnolenza indotta dagli antistaminici e degli ansiolitici [3].
Altre volte, invece, il cibo aiuta quando si prende un farmaco. Gli alimenti grassi, come il latte, evitano bruciori o dolore di stomaco o, nei casi più gravi, ulcere della mucosa gastrica [1,2]. È il caso, molto noto, degli antinfiammatori non steroidei (FANS), come l’ibuprofene, o dell’aspirina [4].
Anche gli integratori possono modificare gli effetti dei farmaci?
Sì. Anche se il loro impatto sull’organismo è spesso meno potente di quello di un farmaco, le interazioni possono essere imprevedibili. Per questo, è sempre consigliabile riferire al medico gli integratori che si è soliti assumere, compresi quelli che sembrano innocui o composti solo da ingredienti naturali [2].
Ma cosa vuol dire esattamente “a stomaco vuoto?”
Secondo la Food and Drug Administration, l’agenzia statunitense per gli alimenti e i medicinali, “a stomaco vuoto” vuol dire due ore prima dei pasti, o un’ora dopo i pasti. Non si tratta di una raccomandazione tassativa: lo svuotamento dello stomaco dipende da diversi fattori: tipo di alimentazione, condizioni di salute, età. Non occorre, tuttavia, saltare un pasto per assumere i farmaci a stomaco vuoto, ed è sempre bene bere un bicchiere d’acqua per facilitare il transito della pillola o della capsula [5].
Dottore, c’è altro da sapere?
Il modo più sicuro (ed efficace) per seguire una terapia farmacologica è essere seguiti da un medico, oltre a essere consapevoli di quello che si assume e di farlo correttamente. Per una terapia efficace e sicura, è raccomandabile [6,7]:
- rispettare sempre il dosaggio e gli orari indicati;
- non modificare la quantità o la frequenza senza parere medico;
- seguire le modalità di assunzione (per esempio, sciogliere completamente le soluzioni solubili, non sbriciolare le compresse).
- utilizzare un promemoria (agenda, calendario, smartphone) per evitare dimenticanze.
Argomenti correlati:
Farmaci