Il comportamento dell’utente in rete

15 Febbraio 2018 di Maria Renza Guelfi, Marco Masoni

Numerose sono le indagini condotte per conoscere l’influenza di Internet sulle abitudini e i comportamenti dei cittadini.

Da recenti ricerche emerge che gli utenti della rete sono circa 3.5 miliardi, con un totale di circa 1,5 miliardi di interrogazioni giornaliere a Google e 1.5 miliardi di video acceduti su YouTube.

Le attività svolte online dagli utenti sono frequentemente dedicate a ricercare informazioni sanitarie. Numerose possono essere le motivazioni: prepararsi per una visita dal medico curante o doversi sottoporre a un intervento chirurgico, cercare di diagnosticare autonomamente quale patologia può essere responsabile di alcuni sintomi di recente presentazione, o ancora informarsi su una particolare condizione clinica, oppure decidere se e dove effettuare un ulteriore consulto.

Dall’indagine Online Health Search 2006 condotta dal Pew Internet & American Life Survey, emerge che l’80% degli americani che hanno accesso a Internet (circa 113 milioni di adulti) ha ricercato online informazioni relative alla salute. Di questi, il 53% riferisce che l’informazione reperita ha influenzato in qualche modo il proprio comportamento. A questo gruppo sono state poste ulteriori domande per investigare quali azioni siano conseguite alle informazioni recuperate in rete. Poiché l’informazione sanitaria può avere sul comportamento delle persone e sul loro processo decisionale effetti multipli, è stata data loro la possibilità di dare più risposte.

Nella Tabella 1 sono mostrate le risposte fornite dagli utenti alla domanda “Quale tipo di ricadute ha avuto l’ultima ricerca effettuata in rete in tema di salute?”

L’informazione recuperata in rete ha
influenzato una decisione su come trattare una malattia o una condizione patologica 58%
cambiato l’approccio globale al mantenimento del proprio stato di salute e di quello dei loro cari 55%
li ha condotti a rivolgere nuove domande al proprio medico o a cercare una seconda opinione da un altro medico 54%
modificato il modo di pensare sulla dieta, esercizio fisico o la gestione dello stress 44%
cambiato il modo in cui affrontano una patologia cronica o gestiscono il dolore 39%
influenzato la decisione se vedere un medico oppure no 35%

Dall’indagine sono emersi ulteriori dati di rilievo relativi a coloro che cercano online informazioni sanitarie:

  • il 33% degli utenti discute successivamente dell’informazione sanitaria recuperata in rete con un medico o con un altro professionista sanitario, mentre il 66% non lo fa;
  • il 75% di coloro che ricercano informazioni in tema di salute su Internet non verifica la fonte e la data di stesura della risorsa informativa. Solo il 15% degli utenti ha affermato di verificare sempre chi ha prodotto il contenuto e la data di creazione del documento, mentre un ulteriore 10% ha svolto questo controllo la maggior parte delle volte. Ciò significa che circa 85 milioni di americani raccolgono informazione sanitaria online senza utilizzare alcun criterio di valutazione della qualità dell’informazione recuperata.

Dai dati raccolti emergono due aspetti interessanti che occorre sottolineare:

  1. non sempre il paziente discute con il curante di ciò che ha recuperato in rete;
  2. il cittadino consulta documenti online per lo più senza effettuare alcuna valutazione della loro qualità.

La realtà italiana non si discosta molto dai dati americani.

Per descrivere la situazione italiana è stata presa in considerazione la ricerca Health Information Journey, effettuata da GfK Eurisko. La ricerca viene condotta annualmente su un campione di 2.000 individui, rappresentativo della popolazione italiana adulta.

Dai risultati della ricerca realizzata nel 2015 su un campione di 2.066 italiani emerge che 1 italiano su 2 ricerca informazioni sulla salute.

Dai dati riportati nella Tabella 2 emerge che il medico è il principale riferimento, infatti il 43% di coloro che ricercano informazioni si rivolge al medico di base e il 34% allo specialista, mentre il 25% degli intervistati ha utilizzato Internet per le proprie esigenze informative sanitarie. Seguono i consigli del farmacista (19%), quelli di parenti e amici (18%) e infine giornali/riviste/libri enciclopedie (12%).

Per ricercare informazioni sanitarie l’utente
si rivolge al medico di base 43%
si rivolge al medico specialista 34%
cerca risorse informative in tema di salute su Internet 25%
segue i consigli del farmacista 19%
segue i consigli di parenti e amici 18%
fa riferimento a giornali/riviste/libri/enciclopedie 12%

Tra gli intervistati che hanno cercato informazioni sanitarie in Internet:

  • 85% ha cercato su siti web
  • 28% ha letto/partecipato a discussioni su blog/forum/chat
  • 17% ha chiesto informazioni a un esperto online
  • 17% ha cercato o chiesto informazioni sulla salute sui social network (ad es. Facebook, Twitter).

Secondo la ricerca effettuata da GfK Eurisko le informazioni sanitarie ricercate in rete possono essere suddivise nelle categorie mostrate nella tabella 3:

Tipologia di informazioni ricercate in rete
problema o disturbo di salute specifico 83%
stili di vita corretti 64%
possibilità di cura/farmaci 66%
medici di riferimento per determinati problemi di salute 39%
centri di eccellenza/ospedali specializzati 35%
farmaci prescritti dal medico 44%
farmaci senza obbligo di ricetta 35%
integratori alimentari 37%

Le informazioni pubblicate in Internet, genericamente parlando, non devono essere sottoposte ad alcun controllo né dal punto di vista della produzione né della pubblicazione, con conseguente estrema variabilità della qualità delle informazioni presenti online. Sebbene ciò costituisca un problema generale, l’ambito sanitario possiede particolare criticità poiché l’uso di informazioni inaffidabili e/o erronee può essere fonte di grave danno per la salute del cittadino.

La tipologia di informazioni di tipo sanitario reperibile online è estremamente varia e diversificata. In Internet sono infatti presenti accurate e attendibili linee guida sviluppate da autorevoli associazioni scientifiche internazionali, che vengono quindi controllate e revisionate da professionisti prima della pubblicazione, ma anche notizie del tutto errate fornite da soggetti che possono fingersi esperti di uno specifico settore e che possono ricoprire il ruolo di medico in modo fraudolento.

In un ambiente così multiforme coloro che non hanno competenze specifiche presentano notevoli difficoltà a distinguere ciò che è corretto da ciò che è errato, ciò che è utile da ciò che è dannoso.

Ciò evidenzia l’importanza di sensibilizzare l’utente a una navigazione consapevole. L’obiettivo primario è proteggere il cittadino da eventuali danni che l’uso di informazioni in rete può arrecargli.

Per indirizzare queste problematiche all’interno del portale dottoremaèveroche è attiva una sezione avente l’obiettivo di far acquisire le competenze necessarie per valutare in modo critico la qualità dell’informazione sanitaria disponibile online, che potete trovare qui.

È infatti importante “… allenare le persone a pensare in modo critico sui contenuti che si possono trovare in rete, poiché se si introducono in un motore di ricerca alcune parole, non è detto che la risposta accurata sia all’interno della lunga lista di siti recuperati” (H. Rheingold).

Autore Maria Renza Guelfi, Marco Masoni

Maria Renza Guelfi e Marco Masoni sono i coordinatori scientifici dell'Unità di Ricerca IDECOM (Innovazione Didattica Educazione COntinua in Medicina) del Dipartimento di Medicina Sperimentale e Clinica, Scuola di Scienze della Salute Umana dell'Università Di Firenze.
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