Anche compresse, pomate e gocce possono soffrire il caldo. Temperature elevate, esposizione al sole o lunghi spostamenti possono alterare i farmaci e ridurne l’efficacia. La corretta conservazione, invece, è garanzia di sicurezza e protezione.
Quali rischi comporta il calore? E quali semplici accorgimenti possono aiutarci a evitarli? Le risposte sono nel foglietto illustrativo, ma qualche consiglio in più può fare la differenza, soprattutto quando si viaggia.
Dottore, è vero che il caldo può alterare l’efficacia dei farmaci?
Sì, il calore e l’esposizione diretta o prolungata al sole possono danneggiare alcuni medicinali. Sul foglietto illustrativo di ogni prodotto sono indicate le modalità di conservazione specifiche.
In assenza di indicazioni, la regola è conservare il farmaco in luogo fresco e asciutto, a temperatura ambiente (massimo 25 °C), lontano da calore e luce diretta. Se queste condizioni non sono rispettate per più di uno o due giorni, l’efficacia non cambia, ma la data di scadenza potrebbe ridursi.
Quando invece la temperatura di conservazione è chiaramente indicata, occorre rispettarla rigorosamente, per evitare che quel prodotto diventi pericoloso per la salute.
Nei lunghi viaggi in auto, dunque, è meglio tenere i farmaci in zone ventilate o raggiunte dal climatizzatore. E in aereo, è possibile (e preferibile) portare la bustina dei medicinali nel bagaglio a mano e non in stiva; se accompagnati dalla prescrizione medica, quando necessaria, non ci saranno problemi [1, 2].
Come possiamo capire se un farmaco si è alterato?
I danni non sempre sono visibili, ma cambiamenti di colore o odore possono essere un segnale sospetto. Le formulazioni liquide potrebbero presentare depositi sul fondo o in sospensione, quelle solide potrebbero perdere la solita consistenza. Quando sono presenti questi difetti il medicinale non va preso. Queste attenzioni sono da considerarsi soprattutto con i farmaci salvavita o con terapie per patologie croniche che richiedono un’assunzione frequente [2].
Un ulteriore segnale di alterazione può essere la compromissione dell’integrità della confezione: blister danneggiati, flaconi deformati o chiusure non ermetiche potrebbero indicare esposizione a condizioni ambientali sfavorevoli e compromettere la sicurezza del farmaco.
Quali sono i farmaci più sensibili al calore?
Chi soffre di diabete, di ipertensione o di altre patologie cardiocircolatorie – per fare qualche esempio più comune – sa come conservare i propri medicinali. L’insulina, per esempio, richiede la conservazione in frigorifero (tra 2 e 8 °C); se si è in viaggio, per poche ore, si può ricorrere a un contenitore termico, cercando di rispettare la temperatura indicata.
Un’attenzione in più va riservata ai farmaci a base di ormoni (trattamenti per la tiroide, per i sintomi della menopausa, contraccettivi). Anche alcuni antibiotici e pomate a base di cortisone necessitano di temperature fresche, proprio per mantenere le proprietà chimico-fisiche che li rendono efficaci. Questi farmaci, insieme ad alcuni antinfiammatori e antistaminici, possono provocare reazioni cutanee se assunti durante l’esposizione al sole, poiché possono aumentare la sensibilità della pelle alla luce (fotosensibilità).
Per chiarire i dubbi su ogni specifico medicinale, il riferimento è, naturalmente, il proprio medico o la farmacia [1, 2].
Dottore, è vero che i medicinali in forma solida sono preferibili in estate?
In generale sì: i prodotti solidi, come compresse e capsule, sono più resistenti rispetto ai liquidi. Se si viaggia in luoghi molto caldi si può valutare un’alternativa con il medico.
Sono più sensibili al calore anche i farmaci contenuti negli spray, in forma pressurizzata, e gli inalatori. Altrettanto delicate sono le strisce per test diagnostici che alcune categorie di pazienti eseguono in autonomia per verificare i livelli di zuccheri nel sangue o controllare l’ovulazione; il caldo eccessivo e l’umidità potrebbero alterare i risultati [2].
Se la nostra casa è calda, dovremmo conservare tutti i medicinali in frigorifero?
Non occorre. Però non tutti i luoghi della casa sono adeguati. Sfatiamo un mito: il bagno è il luogo meno adatto per i farmaci, perché spesso è umido e troppo caldo. Stessa cosa vale per la cucina. Meglio, dunque, la camera da letto.
Per non far deteriorare i prodotti è inoltre raccomandabile lasciarli nella loro confezione originale: i portapillole di metallo si surriscaldano e alcune plastiche non certificate per uso farmaceutico possono degradarsi a temperature elevate rilasciando sostanze potenzialmente dannose. Trasferire pillole, compresse e altri prodotti monodose in scatoline, inoltre, non permette di controllare la data di scadenza [3].
Argomenti correlati:
FarmaciMedicinaSpeciale Estate