Tatuarsi è una pratica in continua crescita: secondo i dati dell’Istituto Superiore di Sanità, quasi sette milioni di italiani (oltre il 12% della popolazione) hanno almeno un tatuaggio. La maggioranza ha tra i 35 e i 44 anni; tra i minorenni la percentuale raggiunge il 7,7%.
Non sempre, però, questa passione è affrontata con consapevolezza e conoscenza dei rischi: meno di sei persone su dieci sanno che tatuarsi a cuor leggero può comportare problemi per la salute [1].
Dottore, farsi un tatuaggio è rischioso per la salute?
La pratica del tatuaggio è considerata invasiva, perché comporta la penetrazione nei tessuti del corpo di aghi e inchiostri. In base alla zona scelta può verificarsi un lieve sanguinamento e dolore più o meno intenso; successivamente il corpo deve affrontare un processo di guarigione per riparare la cute lesionata.
Se tutte le procedure sono svolte correttamente e in sicurezza, generalmente non ci sono conseguenze per la salute, né immediate né a lungo termine [2].
Quali sono i rischi immediati?
Dopo un tatuaggio, nella zona trattata sono frequenti:
- arrossamento;
- gonfiore;
- calore.
Questi sintomi si risolvono rapidamente con trattamenti di pochi giorni. Più rare sono le infiammazioni e le irritazioni localizzate o le infezioni da funghi che, se persistono, richiedono il parere del medico o del dermatologo.
Occorre, in particolare, fare attenzione alle reazioni allergiche; si manifestano soprattutto con il prurito, talvolta con eruzioni cutanee e con alterazioni del colorito della pelle [3, 4].
Vuol dire che si può essere allergici al colorante dei tatuaggi?
Alcuni coloranti possono contenere sostanze allergizzanti molto comuni, come il nichel e altri metalli. La probabilità di entrare in contatto con queste sostanze è più alta quando il pigmento è rosso, verde o giallo.
Un’altra fonte di reazioni anomale è la possibile contaminazione microbiologica dell’inchiostro e degli strumenti utilizzati [4]. Spesso infatti i pigmenti sono importati da Paesi privi di una regolamentazione sulla sicurezza; ma anche in Europa le norme sono ancora poco chiare. Il rischio di impurità o, peggio, di contaminazione microbiologica, è perciò non trascurabile [1].
E i rischi a lungo termine?
Le infezioni locali, in alcuni rari casi e se non trattate, possono estendersi o diventare sistemiche, cioè interessare altri organi. Il rischio maggiore, dunque, riguarda le infezioni da virus dell’epatite B e C (HCV) o il virus HIV. Altri patogeni possono causare problemi a cuore e reni [4].
L’uso scorretto degli inchiostri è un’altra causa di rischio a lungo termine. Penetrando negli strati profondi della pelle, comportano l’esposizione prolungata a ingredienti potenzialmente tossici o cancerogeni. Il pericolo aumenta quanto più estesi e pigmentati sono i disegni [2].
Dottore, è vero che i tatuaggi causano il cancro?
Nonostante la presenza di sostanze potenzialmente cancerogene negli inchiostri, non esistono al momento prove definitive. La complessità nell’accertare tale legame è dovuta al lungo tempo che può intercorrere tra la causa scatenante e lo sviluppo di un tumore; inoltre diverse patologie oncologiche sono causate da molteplici fattori [5].
Una ricerca recente ha suggerito un aumento del rischio di linfoma del 20 per cento nelle persone tatuate, ma gli stessi autori hanno sottolineato la necessità di ulteriori approfondimenti per stabilire che il tatuaggio sia la causa unica e diretta [6].
Sta facendo discutere uno studio recente sui gemelli. Per provare l’associazione con linfomi e mielomi è stato analizzato lo stato di salute di oltre mille coppie di gemelli, dei quali solo uno tatuato. Anche in questo caso si è rilevato un maggior rischio, ma non è stato accertato il legame di causa-effetto [7].
Come possiamo verificare la sicurezza prima di fare un tatuaggio?
Circa il 13% delle persone con tatuaggio ha ammesso di non averlo fatto in un centro autorizzato: questa è la principale fonte di rischio. Quando si sceglie il tatuatore, infatti, non basta valutare le abilità artistiche [1].
La normativa europea prevede che gli operatori del settore siano formati con corsi specifici e che esercitino in strutture controllate, dove tutti gli strumenti e prodotti sono autorizzati. Occorre inoltre ricevere tutte le informazioni sul tipo di inchiostro, essenziali in caso di eventuali reazioni anomale, e firmare un consenso informato [4].
L’Istituto Superiore di Sanità raccomanda di [2]:
- assicurarsi dell’igiene del personale e dell’ambiente di lavoro;
- controllare che si faccia uso di guanti, maschera e camice usa-e-getta;
- verificare che inchiostri e aghi siano nuovi e monouso;
- controllare che la macchinetta per tatuare sia protetta da una guaina.
Consultare il medico prima di farsi tatuare è comunque una buona idea, soprattutto per capire se, nel proprio caso, questa pratica sia controindicata.
Quali sono le controindicazioni a tatuarsi?
In generale, è bene non scegliere parti del corpo dove siano presenti nei, sia per non danneggiarli sia per permettere i successivi controlli di prevenzione dei tumori della pelle. Non dovrebbe tatuarsi anche chi soffre di disturbi della coagulazione (per evitare perdite di sangue eccessive) o ha condizioni che espongono alle infezioni, come diabete o patologie cardiache; ai soggetti allergici spetta particolare cautela. Il tatuaggio è sconsigliato anche alle donne in gravidanza o che allattano [2].
Dottore, la rimozione di un tatuaggio è una pratica sicura?
Per cancellare un tatuaggio occorre eliminare l’inchiostro dagli strati cutanei in cui è penetrato. La tecnica più diffusa oggi è il laser. Sebbene sia una procedura rapida e non chirurgica, è necessario che a effettuarla sia un medico. Occorre, infatti, evitare la rottura di vasi sanguigni e assicurarsi della completa rimozione dei pigmenti [2, 3].
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