Giocare è qualcosa che i bambini fanno ogni giorno in modo spontaneo: rincorrersi, saltare, costruire capanne, inventare storie con gli amici. Ma al di là del divertimento, giocare è davvero utile per la salute e lo sviluppo? Le ricerche più recenti confermano che sì, giocare fa bene: è un’attività fondamentale per la crescita fisica, mentale, emotiva e sociale.
Ed è anche un diritto. Lo ricorda la Giornata internazionale per i diritti dell’infanzia e dell’adolescenza del 20 novembre, che celebra – tra gli altri – il diritto al gioco sancito dall’articolo 31 della Convenzione ONU. Giocare significa imparare, esplorare il mondo, sviluppare capacità e costruire relazioni. Garantire tempo, spazio e libertà per il gioco è quindi un modo per rispettare non solo un bisogno naturale, ma un diritto essenziale dell’infanzia.
In questa scheda cerchiamo di capire come e perché giocare fa bene, quali tipi di gioco sono importanti, e cosa considerare perché l’effetto sia davvero positivo.
Dottore, in che modo il gioco aiuta lo sviluppo fisico dei bambini?
Il gioco attivo – soprattutto quello che avviene all’aperto – stimola il corpo e contribuisce allo sviluppo armonico di muscoli, ossa e articolazioni. Saltare, correre, arrampicarsi e anche manipolare oggetti aiuta a migliorare l’equilibrio, la coordinazione e la forza. Il gioco è inoltre uno strumento utile per contrastare la sedentarietà e prevenire l’obesità infantile, oltre a favorire un buon ritmo sonno-veglia.
Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), i bambini fino a 5 anni dovrebbero dedicare almeno tre ore al giorno a svolgere attività fisica, anche di gioco non strutturato [1]. Il tempo trascorso all’aria aperta, inoltre, è stato associato a una minore incidenza di miopia nei bambini, probabilmente per la maggiore esposizione alla luce naturale e alla stimolazione della visione a lunga distanza [2]. Nella scheda “Se fa freddo è meglio tenere in casa i bambini?” spieghiamo perché è importante stare all’aria aperta, anche d’inverno.
I giochi di movimento non sono semplici passatempi, ma vere e proprie occasioni di sviluppo fisico e cognitivo. La motricità è un canale di apprendimento multisensoriale: quando un bambino salta, corre o rotola non sta solo facendo esercizio fisico, ma sta anche esplorando l’ambiente, misurando i propri limiti, imparando a reagire agli stimoli e sviluppando consapevolezza del proprio corpo e dello spazio. Queste attività permettono, ad esempio, di acquisire equilibrio, orientamento, coordinazione e anche capacità di risolvere problemi attraverso il corpo.
Dottore, che benefici ha il gioco sullo sviluppo mentale, emotivo e sociale?
Il gioco ha un ruolo essenziale nello sviluppo delle capacità cognitive, del linguaggio e dell’autoregolazione emotiva. Durante il gioco, i bambini imparano a pianificare, a risolvere problemi, a mettersi nei panni degli altri. Questo li aiuta anche a costruire empatia, tolleranza alla frustrazione e resilienza, cioè la capacità di affrontare le difficoltà.
In particolare, il gioco simbolico e quello immaginativo sono fondamentali per il pensiero creativo e per lo sviluppo della fantasia. Secondo l’American Academy of Pediatrics, giocare libera dallo stress e promuove il benessere psicologico [3]. Inoltre, favorisce la costruzione dell’identità e rafforza l’autostima, perché nel gioco ogni bambino può decidere ruoli, regole e modalità, sperimentando le proprie capacità in un ambiente sicuro.
Giocare non significa semplicemente svagarsi: nella visione pedagogica di Maria Montessori, ad esempio, il gioco è considerato un “lavoro” serio e importante. Quando un bambino è assorto nel costruire, infilare oggetti o spostare cose da un posto all’altro, sta sviluppando competenze, coordinazione, autonomia. E l’adulto dovrebbe rispettare questo impegno, evitando interruzioni non necessarie. L’interesse spontaneo che nasce nel gioco, infatti, genera concentrazione, e la concentrazione favorisce l’apprendimento.
Dottore, quali tipi di gioco sono particolarmente utili?
Prima di tutto è importante che il gioco sia adeguato all’età, sicuro e che vi siano sufficienti opportunità e spazio. Ma facciamo alcuni esempi:
- Il gioco libero, non organizzato dagli adulti, stimola autonomia e immaginazione;
- Il gioco fisico, come rincorrersi o saltare, aiuta lo sviluppo motorio;
- Il gioco simbolico – come “fare finta di” – permette di esplorare emozioni e situazioni della vita quotidiana, ma anche di mettere in scena desideri, paure e vissuti, utilizzando oggetti come simboli e costruendo storie. È particolarmente importante tra i 2 e i 6 anni;
- I giochi di gruppo insegnano a rispettare regole, a cooperare e a negoziare, migliorando la capacità di risolvere conflitti e rafforzando le relazioni tra pari;
- Il gioco con un adulto, presente ma non invadente, contribuisce a rafforzare il legame affettivo e a promuovere fiducia e sicurezza.
Dottore, cosa può ostacolare il gioco?
Diversi fattori possono limitare il tempo e la qualità del gioco:
- La mancanza di spazi adeguati. Questo aspetto è importante soprattutto per bambini con disabilità o vissuti traumatici, che potrebbero aver bisogno di ambienti più accoglienti o facilitanti per potersi esprimere attraverso il gioco [4];
- Un’agenda quotidiana troppo piena di attività scolastiche e extracurricolari;
- Una supervisione adulta eccessiva;
- La prevalenza di attività digitali [5]. Basti pensare che i bambini sotto i 5 anni dovrebbero evitare l’uso di dispositivi elettronici per più di un’ora al giorno, mentre per i più piccoli si consiglia di non usarli affatto [1];
- Caricare il gioco di aspettative o trasformarlo in un’attività prestazionale.
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