Oltre il 10% delle case francesi è al giorno d’oggi infestato dalle cimici dei letti [1]. Avvistamenti del parassita sono stati segnalati anche nei luoghi di lavoro, sui mezzi di trasporto, nei cinema. Sono insetti minuscoli e perciò insidiosi. Dopo decenni di avvistamenti non degni di nota, la loro diffusione è adesso favorita dagli spostamenti più frequenti e dall’abitudine a soggiornare in appartamenti anziché in alberghi che rispettano rigide precauzioni igieniche.
E se anche in Italia la loro presenza diventasse un’emergenza? Al momento, le segnalazioni sono pochissime e non rilevanti. Non è possibile prevedere cosa succederà, ma è utile seguire le indicazioni dei sanitari che si occupano di epidemiologia e del monitoraggio anche in questo campo. Saltando alle conclusioni, un dato è certo: meglio essere preparati prima di essere costretti a gestire il problema. E, magari, contribuire alla prevenzione.
Dottore, come si riconoscono le cimici dei letti?
Sono insetti molto piccoli. La specie presente in Europa è la Cimex lectularius che non supera i 5 millimetri di lunghezza. Il corpo è ovale, un po’ schiacciato, e il colore va dal giallo chiaro fino al bruno-rossastro degli esemplari adulti. Non è semplice individuarle singolarmente, però le cimici dei letti tendono a vivere in comunità.
Occorre allora cercare la loro presenza nelle fessure dei letti, nelle crepe delle pareti, sui materassi e su altri arredi imbottiti, talvolta anche nelle prese elettriche e tra i libri o dietro quadri e carta da parati. In questi spazi creano un micro-habitat ideale per la sopravvivenza e la riproduzione [2]. In generale, per ripararsi durante il giorno scelgono luoghi dalle superfici ruvide e senza luce diretta, con poca ventilazione. Di notte, invece, si muovono (non volano) alla ricerca di nutrimento. Le cimici sono più attive quando l’ambiente è caldo e ricco di anidride carbonica, proprio come avviene nottetempo nelle camere da letto.
Sono parassiti ematofagi, cioè si nutrono del sangue individuato in un corpo ospite e sono in grado di ingerirne una quantità notevole: fino a sei volte il loro peso corporeo. Al termine rientrano nella loro tana; per questo, non dobbiamo temere che le cimici dei letti si annidino nel corpo umano come fanno invece altri parassiti (pidocchi, zecche) [3].
Allora non passano da un corpo all’altro?
Il trasferimento diretto da pelle a pelle o da vestito a vestito è molto raro [2].
Dottore, è vero che ci accorgiamo di essere stati morsi solo il mattino dopo?
Sì, il morso delle cimici dei letti è indolore. Solo al risveglio è possibile notare i segni sul nostro corpo. Colpiscono soprattutto le zone esposte: viso, collo, mani, braccia. Sulla parte colpita appaiono dopo pochi minuti o, al massimo, entro pochi giorni, protuberanze rosse. Diversamente dalla più familiare puntura di zanzara, il morso della cimice avviene più volte in una zona specifica. I segni allora sono raggruppati in pochi centimetri, a grappolo o in una fila (vedi l’immagine). Proprio per questa disposizione, e poiché spesso appaiono tre protuberanze in fila, questo schema alimentare viene a volte chiamato “colazione, pranzo e cena”
In alcuni soggetti dopo il morso non appaiono segni distintivi. Più in generale, però, oltre alle macchie rosse compaiono prurito e un lieve gonfiore, mentre reazioni allergiche più gravi sono rare [2].
Come si trattano i morsi delle cimici?
I sintomi citati non sono preoccupanti, generalmente, e si risolvono in una settimana. Occorre evitare complicazioni, come le infezioni batteriche secondarie che possono essere provocate grattandosi. Rispettare quindi l’igiene della zona colpita e alleviare il prurito e il gonfiore con un trattamento fresco, come un panno pulito e inumidito. Curarsi con il fai da te è sconsigliato: se saranno necessari antistaminici o pomate al cortisone lo stabilirà un medico.
Dopo aver accertato la presenza di cimici dei letti, tuttavia, si dovrà procedere alla loro eliminazione [2].
Come si possono eliminare da casa?
La prima cosa da fare è igienizzare la biancheria e gli arredi: lavare indumenti e lenzuola ad alte temperature (dai 60° in su) e passare l’aspirapolvere ovunque, anche negli spazi più nascosti. Ispezionando la camera da letto con attenzione, sicuramente si noteranno – se ci sono – i rifugi delle cimici dei letti. Altri indizi da osservare: gli escrementi (sono piccolissime macchie marroni) su materassi e lenzuola o i loro minuscoli esoscheletri; più difficili da individuare sono le uova perché misurano un millimetro e sono quasi trasparenti [4].
È stato provato che la Cimex lectularius è uno dei parassiti più resistenti alle diverse tipologie di insetticidi, quindi nei casi di infestazioni più ostinate sarebbe utile rivolgersi alle ditte specializzate nella disinfestazione [2]. Sono efficaci? Non è detto. In Francia il governo ha allertato i cittadini sul rischio di essere truffati da ditte poco efficienti e molto care [1].
Possiamo prevenire l’invasione delle cimici dei letti?
Ci possiamo provare, ma non è semplice. Come abbiamo visto, si notano dopo aver colpito. Inoltre si insediano anche in luoghi puliti: mantenere igiene e ordine in camera da letto aiuta, ma non ci protegge completamente. Alcune precauzioni si possono mettere in atto, se viviamo in una zona dove la loro presenza è stata accertata oppure al rientro da un viaggio [4]:
- ispezionare spesso gli ambienti che si frequentano (compresi alberghi, treni, aerei);
- non portare subito dentro casa i bagagli: controllare che non ci siano insetti e lasciarli, se possibile, in un locale in cui non si vive quotidianamente (garage, cantina);
- fare attenzione quando si acquistano oggetti o di vestiti di seconda mano se non c’è la possibilità di effettuare un efficace lavaggio a 60°.
Dottore, le cimici trasmettono malattie?
È falso. Le conseguenze più importanti del contatto con le cimici sono di natura psicologica. Insonnia, ansia, fobie verso gli insetti hanno certamente un impatto in coloro che sono costretti a fronteggiare un’invasione di parassiti o che temono una futura contaminazione [5]. Insomma, secondo diversi studi che hanno semplicemente raccolto testimonianze di “vittime” di infestazioni, la qualità della vita ne risente poiché ci si sente colpiti (anche economicamente) nel luogo più sicuro: la propria abitazione [6].
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