Attribuire alle condizioni meteorologiche il peggioramento dei dolori a ginocchia e altre articolazioni è una credenza molto antica e popolare. Le prove di questa correlazione, però, sono debolissime. L’artrite e le altre patologie reumatiche sono malattie complesse e riconducibili a più cause, come il logoramento dei tessuti in età avanzata, oltre a fattori genetici e ambientali.
Comprendere i meccanismi biologici coinvolti e valutare l’impatto di fattori come la pressione atmosferica, l’umidità e la temperatura sui sintomi resta comunque un obiettivo della ricerca. Lo scopo è individuare trattamenti specifici per gestire (e prevenire) i dolori articolari e per migliorare la qualità della vita dei numerosi soggetti colpiti, soprattutto in età avanzata.
Che relazione c’è tra le condizioni meteo e i dolori articolari?
La ricerca, al momento, non ha prodotto prove sul legame di causa-effetto tra il tempo che cambia e i dolori a ossa e articolazioni. La credenza, tuttavia è antica e molto diffusa: ne aveva parlato persino Ippocrate, medico greco vissuto circa 2500 anni fa. Nel frattempo si sono effettuate moltissime ricerche cercando di capire i meccanismi biologici all’origine dei dolori prima della pioggia. I risultati però restano ipotesi.
Una delle ipotesi più accreditate per spiegare l’influenza del cattivo tempo sul fisico si riferisce alla pressione atmosferica, quella cioè indicata dal barometro. Quando diminuisce, solitamente prima di un temporale, l’aria preme meno sui tessuti del corpo. I muscoli e i tendini, di conseguenza, si espandono irritando le articolazioni. L’umidità e il freddo, poi, agiscono sul liquido sinoviale, un fluido che ha il compito di lubrificare le estremità delle ossa. Se si altera, i legamenti si irrigidiscono [1]. Conta anche la rapidità con cui cambia il tempo: se la pressione cala drasticamente i dolori possono essere più acuti.
Come sono state formulate queste ipotesi?
I disturbi di questo tipo sono molto frequenti, soprattutto tra la popolazione anziana, che più regolarmente si rivolge al medico. Si è constatato quindi un aumento delle richieste di visite o di antidolorifici durante i cambiamenti meteorologici. Tutto ciò non basta a provare che il maltempo influisca significativamente sulla salute di ossa, articolazioni e legamenti. E, purtroppo, non è sufficiente per individuare trattamenti specifici o strategie di prevenzione.
Molti studi oggi sfruttano la tecnologia per coinvolgere decine di migliaia di pazienti per comprendere l’eventuale legame di causa-effetto. Un esempio: nel Regno Unito oltre diecimila partecipanti avevano aderito a un progetto di lunga durata per comunicare il proprio stato di salute e la posizione geografica, giorno dopo giorno. Secondo gli autori dello studio esiste una relazione tra i dati di umidità, pressione atmosferica e vento con il malessere percepito. Si tratta però di autovalutazioni del paziente che non consentono di conoscere come altri fattori possono aver scatenato il dolore [2].
Un altro studio, condotto negli Stati Uniti, ha seguito oltre un milione e mezzo di pazienti anziani nell’arco di quattro anni. Non si è riscontrato alcun aumento delle visite ambulatoriali per dolori a ossa e articolazioni nei giorni di pioggia, rispetto alle giornate serene e di alta pressione. Ogni collegamento, quindi, ancora una volta, sarebbe casuale [3].
Confermare le ipotesi di cui abbiamo parlato però resta importante. Chi è soggetto a dolori ricorrenti è spesso costretto a modificare le proprie abitudini, a ridurre la vita attiva e nota un peggioramento dell’umore. Sarebbe perciò un sollievo non temere nuovi disturbi a ogni accenno di maltempo [2].
Dottore, contano anche le abitudini e l’umore nella percezione del dolore?
In previsione di un peggioramento del tempo, chi può si concede una giornata più sedentaria che però concorre a peggiorare la mobilità delle articolazioni. In più, temendo di soffrire, dopo aver dato un’occhiata al meteo, si tende a notare fastidi sui quali prima non ci si sarebbe soffermati troppo [4]. Esistono, per esempio, negli Stati Uniti siti che, insieme alle previsioni meteo, danno un bollettino sul rischio di peggioramento dell’artrite. Non essendoci nessuna convalida scientifica, come abbiamo visto, consultarli può essere controproducente.
Come si possono prevenire o lenire questi dolori?
Essere attivi mantiene muscoli, tendini e legamenti elastici e mobili. Si può praticare stretching o yoga per aumentarne la flessibilità ed evitare di sentirsi “scricchiolanti”. Quando non si può fare esercizio fisico, è utile mantenere il corpo al caldo: una doccia o un cuscinetto riscaldante possono calmare il dolore lieve [1].
Non esiste, però, una cura risolutiva per le artriti: si ricorre perciò a trattamenti di diverso tipo (come gli antinfiammatori da assumere per bocca o applicare sulla parte interessata, la fisioterapia) che leniscono i sintomi e migliorano la mobilità. È sempre bene consultare il medico, per evitare di prolungare troppo terapie che potrebbero essere nocive. Nei casi più gravi, infine, si procede con la sostituzione chirurgica dell’articolazione [5].
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