In ogni casa è presente un piccolo deposito chimico. È l’armadietto dei detersivi, termine che indica ogni prodotto contenente sostanze o miscele tensioattive che, a contatto con l’acqua, generalmente producono schiuma e acquistano un potere pulente [1]. Liquidi, concentrati, polveri, gel, spray, quindi, destinati a scacciar via lo sporco, igienizzare, far brillare, profumare.
Queste attività quotidiane e semplici, per molti anche piacevoli e appaganti, possono essere un rischio per la nostra sicurezza. Per evitare che la pulizia diventi un pericolo per la salute, il primo passo è seguire le “istruzioni per l’uso” sulle etichette ed essere informati su cosa fare in caso di utilizzo improprio.
Dottore, i detersivi sono sempre pericolosi?
Se usati correttamente, i detersivi non sono pericolosi e non presentano rischi per la salute. Tuttavia è necessario conoscere le norme per l’uso. Basta leggere attentamente l’etichetta su ogni confezione. Per legge su ogni contenitore di detergente devono essere indicati i modi di utilizzo e le quantità.
Si può trovare, per esempio, la raccomandazione di indossare i guanti o di maneggiare con cura e a debita distanza sostanze particolarmente aggressive. I produttori sono obbligati anche a informare sulla composizione del detergente e su come intervenire se subiamo danni [2].
È consigliabile imparare il significato di alcuni simboli (pittogrammi) che, laddove ce ne sia bisogno, segnalano che stiamo maneggiando un ingrediente tossico, irritante, sensibilizzante, infiammabile, corrosivo o inquinante. Non solo: occorre tenere i detersivi ben chiusi e lontani dai prodotti alimentari. È sconsigliato travasarli in contenitori diversi, perché potremmo non risalire all’etichetta originale [3,4].
Cosa succede in caso di contatto “improprio” con un detersivo?
L’uso scorretto dei detersivi è un fattore di rischio per la salute soprattutto se il prodotto viene ingerito o inalato e, quindi, assorbito dall’organismo, oppure se avviene una contaminazione tramite il contatto diretto con gli occhi o la pelle.
I prodotti per la pulizia contengono sostanze aggressive, come gli acidi presenti nelle soluzioni sgrassanti e nei liquidi per disincrostare il calcare o disgorgare tubature. Questi acidi, anche se inalati in piccole quantità, possono avere conseguenze tossiche per l’organismo. E, a contatto con la pelle, i più potenti possono creare vesciche, desquamazioni, ulcere. In casi come questi, è raccomandato far controllare dal medico anche la più piccola lesione e monitorarne il decorso [5].
Nel caso di ingestione accidentale, il rischio più grave è l’avvelenamento. I sintomi sono decisamente evidenti e necessitano di un intervento medico con urgenza, quindi del pronto soccorso. Sulla confezione dei detersivi più aggressivi è spesso indicato il contatto del centro antiveleni che fornirà indicazioni su rimedi immediati. I sintomi a cui prestare attenzione, secondo le indicazioni dell’Istituto Superiore di Sanità, sono:
- nausea e vomito
- dolori addominali
- diarrea
- pallore
- difficoltà respiratorie
- brividi di freddo
- mal di testa
- difficoltà nella visione o bruciore agli occhi
- perdita di conoscenza [2].
Ci sono soggetti più esposti ai pericoli dell’uso scorretto di detersivi?
Al di là delle norme di utilizzo, che valgono per chiunque, è necessaria maggior cautela per le persone che sanno di essere allergiche ad alcune sostanze [5]. In particolare, sono molto diffuse le reazioni allergiche scatenate da conservanti, coloranti e profumi, presenti anche nei detersivi. Se si notano reazioni anomale, come irritazioni o dermatiti, è bene sottoporsi a esami specifici. Fra questi, il più completo è il patch test, che serve a individuare la sostanza che ha causato la dermatite allergica da contatto o la dermatite irritativa [6].
Dottore, è vero che non si devono miscelare detersivi diversi?
Sì, è vero. Ogni prodotto è commercializzato per un utilizzo specifico e non è consigliato mescolarli sperando che l’effetto pulente o igienizzante sia maggiore. Sono molto diffusi i mix casalinghi di candeggina e ammoniaca o quelli che uniscono l’anticalcare con un detergente più profumato.
Accoppiare prodotti diversi e già di per sé aggressivi sviluppa reazioni chimiche che rilasciano sostanze tossiche, riconoscibili dall’odore più acre, pungente.
Il rischio è la creazione di esalazioni che rapidamente possono provocare tosse, nausea, affanno fino a causare dolori al petto e irritazioni sia alla gola sia agli occhi [5].
Allora è meglio utilizzare i detersivi ecologici o biologici?
Naturale non vuol dire necessariamente innocuo. Su queste definizioni occorre fare chiarezza. Quando un detergente è commercializzato come ecologico o naturale, il riferimento è alla sua biodegradabilità (totale o in parte), quindi il beneficio è per l’ambiente.
Un sapone eco si degraderà, a contatto con l’acqua o la terra, provocando meno danni alla natura e, di conseguenza, anche agli esseri umani.
La dicitura “bio” o “biologico”, invece, in un prodotto per la pulizia fa più spesso riferimento alle materie prime dei suoi componenti. Queste possono essere vegetali (in percentuali anche fino al 100%) o provenienti da agricoltura biologica.
Un detersivo eco o bio, tuttavia, non esclude danni per la salute perché potrebbe contenere sostanze naturali eppure allergizzanti [4].
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