Sono centinaia le applicazioni che, tramite smartphone, consentono di registrare i dati del ciclo mestruale. Possono essere scaricate da chiunque e il loro uso è facilmente comprensibile. Si parte appuntando il primo giorno di ciclo per poi utilizzare diverse funzioni: indicazione dell’ovulazione, dei giorni fertili, fino alla compilazione di un diario della salute che comprende peso, pressione arteriosa, disturbi dell’umore.
Ma è sicuro affidarsi a questi calcoli per comprendere la propria salute, per evitare o per cercare una gravidanza? Le app elaborano previsioni basate sui dati forniti dagli utenti: procedure non rigorose, spesso non personalizzate, e soprattutto poco sensibili alle frequenti variazioni del ciclo mestruale.
Dottore, è utile monitorare il ciclo mestruale con una app digitale?
Certamente è utile conoscere il proprio ciclo mestruale e imparare a distinguerne le fasi, i sintomi e le eventuali irregolarità. Ciò permette alla donna di vivere con consapevolezza tutti i cambiamenti della propria salute nell’arco della vita. E, in caso di problemi, si hanno a disposizione le informazioni da riferire al medico di medicina generale o al ginecologo.
Annotare i giorni in cui avvengono le mestruazioni o quelli dell’ovulazione, così come i ritardi o le anomalie del flusso, è perciò consigliato, proprio perché è raro avere un ciclo “da manuale” di 28 giorni sin da giovani e fino alla menopausa. Ricordiamo che l’ampia gamma di caratteristiche di ogni ciclo è spesso fisiologica e non deve preoccupare [1]. Monitorare questi dati con una app digitale non presenta controindicazioni ma occorre conoscerne i limiti, già evidenziati dalla ricerca scientifica.
Quali sono i limiti secondo gli studi?
Risalgono a circa dieci anni fa le prime ricerche volte a testare l’efficacia delle “app mestruali”. Si trattava di ricerche qualitative, cioè condotte con sondaggi tra le utenti di questi servizi digitali per misurare il grado di utilità o soddisfazione. Studi più recenti non si sono discostati da questo approccio e, in generale, hanno concluso che esiste un ampio margine di errore nelle previsioni. Ciò è dovuto sia ai dati insufficienti o approssimativi forniti dalle utenti sia a una tendenza dell’algoritmo a sottovalutare la variabilità del ciclo mestruale.
Uno studio condotto in alcuni Paesi europei, per esempio, ha valutato funzioni come la capacità di prevedere le mestruazioni mese dopo mese. Le partecipanti hanno riferito che le date previste erano molto generiche, con intervalli ampi, e raramente l’algoritmo considerava le anomalie. Anche per questo, le utenti più consapevoli hanno evitato di affidarsi all’app come metodo contraccettivo [2].
Quindi, dottore, non dovrei fidarmi quando l’app segnala i giorni non fertili?
È molto rischioso contare sull’indicazione dei giorni fertili e non con un calendario, sia digitale sia tradizionale, come il metodo Ogino-Knaus. Questo è uno dei cosiddetti metodi contraccettivi naturali, basati appunto sul calcolo delle fasi mestruali in un ciclo che, teoricamente, è regolare. La sua efficacia per evitare una gravidanza è molto bassa, quindi anche utilizzare un metodo analogo, come l’app, per questo scopo è fortemente sconsigliato [3].
Già nel 2018, inoltre, alcuni Paesi europei avevano sanzionato un’applicazione che prometteva di essere efficace come anticoncezionale con un tasso pari a quello della pillola. Si trattava di pubblicità ingannevole anche perché il programma era presentato come dispositivo medico, avvalendosi di studi clinici risultati controversi [4].
Quali sono invece i vantaggi del monitoraggio del ciclo mestruale?
Lo studio già citato ha riscontrato effetti positivi sulle utilizzatrici delle diverse app. Alcune, per esempio, solo con questo strumento si sono rese conto di un ritardo importante, altre hanno appurato di avere un ciclo irregolare. Per gli autori di questa ricerca i sistemi digitali di monitoraggio possono diventare una pratica di “empowerment”, contribuiscono cioè alla consapevolezza e alla conoscenza di sé [2].
Un altro studio, più recente, ha esaminato 49 applicazioni, alcune delle quali superano i dieci milioni di download. Questa volta non sono state interpellate le utenti, ma si è tentata una valutazione oggettiva delle caratteristiche di ogni app. L’aspetto promettente e utile, secondo gli analisti, riguarda la possibilità di sfruttare le funzioni di monitoraggio per seguire terapie, per essere informati e coinvolti nelle cure, per migliorare insomma la comunicazione con i medici [5].
C’è però un’avvertenza essenziale da considerare: nessuno di questi sistemi è basato su prove scientifiche e sono rarissimi i casi in cui professionisti della salute sono coinvolti nella progettazione delle app [6]. Non possiamo infine sottovalutare l’aspetto della privacy, tema sempre correlato alle tecnologie digitali, di qualunque tipo. Nel caso della salute e dei dati sensibili, occorre particolare attenzione.
Dottore, cosa intende per problemi di privacy?
Tutti gli strumenti di monitoraggio disponibili funzionano grazie alla raccolta dei dati sensibili. In questo caso le aziende produttrici conosceranno – se segnalati dalle utenti – i dettagli del ciclo mestruale, i sintomi, i ritardi, le gravidanze, le patologie connesse e le terapie seguite. Sarebbe bene leggere le condizioni d’uso e scegliere con attenzione le autorizzazioni da concedere all’app. Si tratta, però, come si sa, di norme non semplici da reperire e da comprendere [6].
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