Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, il burnout è una sindrome legata esclusivamente al contesto lavorativo, causata da stress cronico mal gestito, e si manifesta con esaurimento, distacco emotivo e calo dell’efficacia professionale [1].
Tuttavia, condizioni simili possono insorgere anche in chi si prende cura di un familiare malato o non autosufficiente: in questi casi si parla di caregiver burnout, un fenomeno sempre più riconosciuto dalla letteratura scientifica come rilevante per la salute pubblica.
Dottore, chi sono i caregiver?
Con il termine “caregiver” si indica chi assiste un familiare con disabilità, una malattia cronica o in età avanzata. Nella maggior parte dei casi si tratta di figli o coniugi che si occupano quotidianamente di un parente, spesso per lunghi periodi e senza un compenso economico.
In Italia, secondo l’Istat, si stimano oltre 7 milioni di caregiver familiari [2]. Il loro ruolo è prezioso per il benessere della persona assistita e per l’intero sistema sanitario. Tuttavia, proprio questa responsabilità costante, spesso svolta in solitudine, può diventare fonte di stress e disagio [3].
Che cos’è il burnout del caregiver?
Il burnout è uno stato di esaurimento fisico, emotivo e mentale che insorge quando ci si sente sopraffatti e incapaci di far fronte alle richieste. Nei caregiver, questa condizione può manifestarsi dopo mesi o anni di assistenza continua, specialmente se non si ha la possibilità di prendersi delle pause. I segnali includono:
- stanchezza cronica;
- disturbi del sonno;
- ansia;
- irritabilità;
- senso di colpa;
- isolamento sociale;
- nei casi più gravi, depressione. [4, 5, 6, 7]
Chi sono i soggetti più a rischio?
Sono più esposti al rischio di burnout i caregiver che si identificano completamente con il ruolo di assistenza, trascurando la propria vita personale e sociale. In particolare, le donne oltre i 60 anni che assistono a tempo pieno il coniuge in fase avanzata di malattia rappresentano la categoria più vulnerabile. Spesso non ricevono supporti esterni, hanno problemi di salute e vivono situazioni familiari complesse. Anche le figlie con molte responsabilità, che non convivono con il malato ma se ne occupano regolarmente, possono sperimentare un forte stress [5].
Dottore, come si può prevenire il burnout?
Per prevenire il burnout è importante riconoscere i propri limiti e non trascurare il proprio benessere. Parlare con una persona fidata aiuta sicuramente a condividere lo stress ma in caso di sintomi molto impattanti è importante rivolgersi a uno specialista.
In generale, non bisogna vergognarsi di chiedere aiuto: suddividere i compiti e stabilire una routine sostenibile rende più gestibile l’impegno. È utile informarsi sulla malattia del proprio caro per affrontare meglio le difficoltà e accettare che, a volte, potrebbe servire un supporto esterno. Infine, non dimenticare di prendersi del tempo per sé stessi, alimentarsi bene e riconoscere anche i sentimenti negativi, senza colpevolizzarsi [4, 5, 7].
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