Specchio specchio delle mie brame
Da quando, all’inizio del 2002, ho scoperto il mondo parallelo popolato da persone che si oppongono alle vaccinazioni, mi sono imbattuta innumerevoli volte in citazioni della letteratura scientifica che non trovavano riscontro nei documenti a cui facevano riferimento. Vedendo, con sgomento, che c’erano genitori che proprio a causa di queste false argomentazioni decidevano di non proteggere i propri figli da malattie pericolose, ho deciso di rimboccarmi le maniche e smascherare via via tutte queste falsità. Mi ricordo ancora come mi immaginavo, mentre pulivo la doccia dalle incrostazioni di calcare, di compiere una fatica simile contro la pericolosa disinformazione sulle vaccinazioni che invade Internet.
In questo lungo periodo ho avuto modo di constatare l’onnipresenza di un fenomeno conosciuto come “bias di conferma” e ho capito quanto sia fondamentale tenerne conto.
In base a questo fenomeno, le persone tendono a selezionare le valanghe di informazioni e accettare prevalentemente quelle che confermano la loro opinione. È come se fossero quasi cieche ai dati che contrastano con il proprio credo. Chissà, forse perché fa male, è quasi come un lutto, dover riorganizzare i cassetti della mente, buttare all’aria credenze che sono fittamente intrecciate con quello che siamo stati fino a quel momento e a cui ci siamo affezionati. Ci vuole una certa dose di coraggio per mettersi in gioco e cambiare radicalmente punto di vista. Di solito, quando succede, si tratta di un processo lungo, come se si dovesse digerire un pasto particolarmente indigesto. Sono convinta che in tutto questo non c’entri l’intelligenza, ma si tratti piuttosto di una questione psicologica.
A questo proposito vorrei raccontare qualcosa che mi è capitato tantissimi anni fa. Nel dormiveglia vedevo me stessa guardare in uno specchio che tenevo in mano, girarlo poi verso la persona che avevo davanti, dicendo: “Ecco, questa sono io.” Però mi rendevo naturalmente subito conto che l’altra persona, guardando nello specchio, non vedeva me ma il riflesso di se stessa.
A questa scena ho pensato spesso da allora. Fa parte della natura umana che ognuno agganci involontariamente quello che percepisce con i sensi a qualcosa con cui ha già avuto a che fare, o in persona o indirettamente. Così tassello su tassello ci si costruisce il proprio mondo.
Per esempio la parola “vaccinazioni” può risvegliare sentimenti molto diversi da persona a persona. Chi è convinto che un proprio caro abbia subìto un danno causato da un vaccino, la vede come fumo negli occhi. Per uno scienziato che ha contribuito a sviluppare un nuovo vaccino o è sulla buona strada per farlo è una parola molto positiva che dà speranze di aiutare l’umanità a difendersi da una minaccia per la salute. Chi vive nei paesi a risorse limitate dove le malattie infettive fanno tante vittime farebbe di tutto per riuscire a far vaccinare i figli, per lui/lei è una parola preziosa come l’oro. Ci sono poi tantissime sfaccettature, ognuno inserisce la parola “vaccinazioni” o qualsiasi altra parola nel proprio contesto personale.
Credo che sia un grande errore pretendere che tutti debbano avere la nostra stessa visione del mondo senza tener conto che ognuno ha vissuto una vita differente dalla nostra. Questa cecità è responsabile di un errore ancora più grande, cioè quello di partire dal presupposto che chi non vede le cose esattamente come noi lo faccia con le peggiori intenzioni e ne sia perfettamente consapevole.
Purtroppo i social network brulicano di questo tipo di critiche cieche: chi è a favore delle vaccinazioni viene sospettato di essere pagato dall’industria, chi dubita dell’efficacia e della sicurezza dei vaccini viene accusato di voler vedere morire i bambini. Così si allontana ogni possibilità di essere ascoltati da chi vorremmo raggiungere con i nostri argomenti, è come girare lo specchio verso il prossimo e aspettarsi che veda riflessi noi invece di se stesso. Peggio ancora: in molti casi si ha la sensazione che chi scrive abbia usato lo specchio, prima di girarlo, per confermare la propria superiorità dicendo: “Specchio specchio delle mie brame, chi è il più intelligente del reame?”
Penso che il nostro compito non sia condannare il prossimo ma cercare di dare un contributo alla crescita della consapevolezza delle persone e quindi, con tanta pazienza e una buona dose di fiducia rendere il mondo un luogo migliore.
Importante è anche rimanere con i piedi per terra e mettere in conto che c’è sempre stata e ci sarà sempre una piccola percentuale di irriducibili che rimangono impermeabili a ogni argomento. Anche questo è un dato di fatto.
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