La depressione è un disturbo dell’umore molto diffuso, pervasivo, tanto da incidere profondamente sulla qualità della vita di chi ne soffre. Tra le tante preoccupazioni che gravano sulle persone depresse, una delle più angoscianti riguarda i familiari: trasmetterò la depressione ai miei figli? Questo disturbo è ereditario?
Il legame tra depressione e genetica esiste, ma i geni non sono gli unici responsabili del disturbo. Sono diversi i fattori che possono effettivamente far sviluppare, oppure no, la depressione. E la scienza continua a indagare alla ricerca di terapie mirate e più efficaci.
Dottore, la depressione si trasmette dai genitori ai figli?
No, la depressione non è strettamente ereditaria, cioè non è trasmessa geneticamente dai genitori ai figli. Le varie forme di depressione sono influenzate da fattori di rischio legati alla familiarità. Se i genitori o i nonni ne hanno sofferto, aumenta il rischio per i discendenti, specialmente in presenza di traumi o difficoltà esistenziali. Crescere a contatto con una persona depressa, tuttavia, non determina necessariamente problemi di salute mentale nei familiari.
È importante distinguere tra familiarità ed ereditarietà. La familiarità indica la presenza della malattia in famiglia, ma non implica necessariamente cause genetiche, quindi trasmissibilità. Si tratta di un fattore di rischio, al pari di altri fattori non familiari.
La relazione tra depressione e genetica, tuttavia, è molto complessa. E sono moltissime le ricerche che mirano a individuare i geni del disturbo per provare o smentire la componente ereditaria [1].
Quali sono i principali fattori di rischio per la depressione?
Fattori psicologici: eventi stressanti, vulnerabilità psicologica (bassa autostima, pessimismo), pensiero negativo, altri disturbi psichiatrici.
Fattori sociali: isolamento sociale, difficoltà relazionali, basso status socio-economico, eventi ambientali stressanti, discriminazione.
Fattori biologici: predisposizione genetica, squilibri a livello dei neurotrasmettitori, alterazioni ormonali, altre condizioni mediche (es. patologie croniche, ictus, traumi cranici).
Fonti:
- American Psychiatric Association (2022). Diagnostic and statistical manual of mental disorders (5th ed., text rev.).
Come si prova a rispondere alla domanda: la depressione è ereditaria?
Uno studio recente ha coinvolto popolazioni di 29 Paesi diversi (per un totale di cinque milioni di soggetti) per comprendere le varianti genetiche responsabili, cioè le mutazioni di più geni che determinano ogni caratteristica umana, dal colore degli occhi all’insorgenza di certe malattie. Sono state trovate circa trecento varianti legate alla depressione. Si è così avuta la conferma che una persona con più varianti nel suo DNA ha maggior rischio di sviluppare la depressione, al di là delle cause ambientali, esterne. Questo disturbo dell’umore, infatti, è poligenico, cioè è il risultato dell’azione di diversi geni. Non esiste, dunque, uno specifico, singolo, gene della depressione [2].
Secondo diversi studi la quota di ereditarietà della depressione è compresa fra il 30 e il 50%. Vuol dire che la presenza del disturbo è causata per un terzo o per la metà da fattori genetici e per il resto da fattori diversi [3]. Altre ricerche, condotte sui gemelli, si spingono a identificare con precisione la quota di rischio, ipotizzando un 27% di ereditarietà, a fronte di un 63% rappresentato da cause diverse [4].
Quali sono gli altri fattori che contribuiscono allo sviluppo della depressione?
Le diverse forme di depressione si sviluppano a causa dell’interazione tra più fattori di rischio. Le manifestazioni del disturbo, infatti, sono varie e cambiano anche nel tempo. Non è ancora possibile determinare le cause esatte, ma ci sono alcune cause e fattori scatenanti accertati [5,6,7]:
- Cause biochimiche: uno squilibrio nel cervello di serotonina o dopamina, che sono sostanze che regolano l’umore.
- Ormoni: alterazioni dell’equilibrio ormonale in periodi particolari, come dopo il parto o durante la menopausa e in presenza di malattie (come quelle della tiroide).
- Eventi e condizioni stressanti: lutti, divorzi, traumi, isolamento sociale, difficoltà economiche.
- Condizioni mediche: il dolore cronico e patologie croniche.
- Farmaci: alcune terapie farmacologiche hanno, tra gli effetti collaterali, la depressione.
- Abuso di alcol e sostanze stupefacenti: possono innescare o alimentare forme depressive.
Inoltre, essere donna è un fattore di rischio in più: il sesso femminile ha un rischio doppio rispetto a quello maschile [5,8].
Allora un genitore depresso non deve temere di trasmettere il disturbo ai figli…
Da ciò che abbiamo visto, possiamo concludere che il fattore ereditario può far sviluppare la depressione se amplificato dagli altri fattori. E viceversa: in assenza di stress, traumi o altri eventi scatenanti, lo stesso rischio genetico non dà vita a disturbi dell’umore [1]. Del resto, si ammalano di depressione anche persone prive di predisposizione genetica. Al momento non esiste un metodo per stabilire il rischio proprio perché si tratta di un disturbo dalle molteplici manifestazioni (come la depressione stagionale) e con più varianti genetiche coinvolte.
Dottore, i trattamenti contro la depressione cambiano a seconda della causa?
Trattare la depressione è un percorso complesso e personalizzato. Esistono infatti diversi metodi, dai farmaci alla psicoterapia, anche combinati tra loro. Scegliere il percorso giusto spetta al medico di medicina generale, al medico specialista (psichiatra), allo psicologo o a entrambi, in accordo con il paziente. Al momento non esistono trattamenti specifici per un’eventuale causa genetica [2,9].
Argomenti correlati:
Salute mentale