La sindrome della morte in culla (SIDS) è una delle maggiori preoccupazioni per i genitori alle prese con un neonato. Nonostante la mancanza di dati nazionali, si stima che ogni anno si verifichino circa 250 casi [1]. Oggi, tuttavia, accade più raramente rispetto al passato, grazie alla disponibilità di assistenza medica e a maggiori conoscenze che si hanno sull’argomento: sappiamo infatti che mettendo in pratica pochi ma fondamentali accorgimenti si può ridurre il rischio del 90%. In occasione della Giornata Mondiale del Sonno (World Sleep Day), che quest’anno cade il 14 marzo, ricordiamo l’importanza di un ambiente sano e protetto per l’infanzia anche per quanto riguarda il sonno, fin dai primi giorni di vita.
Dottore, cos’è esattamente la morte in culla?
La morte in culla non è propriamente una malattia, ma un insieme di condizioni e situazioni che possono portare alla morte del bambino durante il sonno. In linguaggio medico, si parla dunque di una sindrome: SIDS (Sudden Infant Death Syndrome). Non è stata ancora individuata una causa specifica, e si parla di SIDS dopo aver escluso patologie specifiche o eventi traumatici che portano alla morte.
Questa si verifica nel sonno, senza segni di sofferenza né pianti o altri segnali che potrebbero far intervenire rapidamente i genitori. La maggior parte dei casi accade nel primo anno di vita e, in particolare, tra il secondo e il quarto mese. Il timore di un pericolo che non si può prevedere causa ansie e, talvolta, porta ad adottare precauzioni inefficaci o dannose. In realtà, sebbene le cause di questo evento siano ignote, conosciamo alcuni fattori di rischio che possono fare da campanello d’allarme [2,3].
Quali sono, allora, i fattori di rischio della SIDS?
Esistono alcune condizioni o comportamenti dei genitori che potrebbero aumentare il rischio di SIDS. Proviamo a sintetizzare i principali [2,3,4]:
- La posizione del bambino durante il sonno e la presenza di coperte, paracolpi o giochi nel lettino che potrebbero aggrovigliarsi intorno alla testa o sul viso del bambino;
- Il peso del bambino alla nascita: il rischio aumenta nel caso di bambini nati prematuri o con un peso inferiore a 2,5 chili;
- Alcune infezioni respiratorie o anomalie cardiache che non vengono diagnosticate, perché asintomatiche, possono aumentare il rischio;
- Fumare durante la gravidanza o vicino al neonato aumenta molto il rischio di SIDS: nel primo caso è triplicato, nel secondo raddoppiato;
- L’assenza di un percorso di assistenza adeguata nel periodo pre e post natale (che permette ai futuri genitori di essere più consapevoli), la giovanissima età della madre, o l’assenza di padre, sono situazioni comuni a diversi casi di morte in culla.
Alcuni di questi fattori possono verificarsi in concomitanza, aumentando le possibilità di SIDS. Non c’è invece alcuna correlazione con il rigurgito di cui spesso soffrono i neonati [2]. Allo stesso modo non esiste una correlazione tra il rischio di SIDS e i vaccini somministrati fin dai primi mesi di vita [2], che ricordiamo essere fondamentali per proteggere il neonato. Per decidere, oltre a quelli obbligatori, quali vaccini fare e qual è il periodo migliore, è importante parlarne con il proprio pediatra.
Dottore, davvero la posizione del neonato durante il sonno è così importante?
Sì. Il rischio di SIDS dipende molto dalla posizione nel lettino. La ricerca sul tema è attenta e aggiornata. Uno degli studi più ampi, condotto in più regioni europee, ha concluso che circa la metà dei casi di morte in culla era attribuibile alla posizione a pancia in giù o laterale [5]. Gli studi confermano, quindi, che dormire sulla schiena (posizione supina) è la scelta più sicura. Dormire a pancia in giù può raddoppiare il rischio di SIDS. Per garantire un sonno sicuro [2,6]:
- Usare materassi rigidi e cuscini bassi, creati appositamente per le culle e i lettini;
- Evitare coperte pesanti e preferire sacchi nanna;
- Non lasciare il neonato a dormire a lungo nella carrozzina o nella navicella dell’auto.
Dottore, c’è altro che si può fare?
Le istituzioni sanitarie internazionali aggiornano continuamente le linee guida per evitare la SIDS, basandosi sulle prove fornite dai nuovi studi. La prima misura di prevenzione è, come abbiamo visto, garantire la posizione corretta nel lettino e lasciarlo il più vuoto possibile. In più, almeno per i primi sei mesi di vita, si raccomanda di [2,6]:
- Cambiare aria nell’ambiente in cui si dorme, che non deve essere né troppo caldo né troppo freddo;
- Non lasciar dormire il neonato nel lettone: ciò comporta il rischio di soffocamento sia nel sonno sia durante l’allattamento. Meglio, dunque, una culla o un lettino agganciati al letto nella stessa stanza (co-sleeping);
- Non fumare;
- Evitare di fasciare il bambino, bloccando i movimenti degli arti e della testa: è una pratica inutile per la prevenzione di SIDS.
Secondo diversi studi, inoltre, l’allattamento al seno potrebbe ridurre le probabilità di morte in culla [2]. Resta controverso, infine, l’utilizzo del ciuccio. Sebbene fosse un consiglio molto in voga in passato, non è stata dimostrata la sua efficacia [4]. Infine, diversi genitori si sentono più tranquilli nell’utilizzare anche alcuni device per monitorare il sonno del proprio figlio. In ogni caso si può discutere della necessità di utilizzo o meno di questi strumenti con il pediatra, che saprà indirizzare la famiglia verso la scelta migliore.
Concludiamo con un messaggio tranquillizzante per tutti i neo-genitori: secondo l’Accademia Americana di Pediatria, con accorgimenti come questi è possibile ridurre il rischio di morte fino al 90%. E con il supporto del pediatra si potranno adattare queste raccomandazioni su misura per ogni bambino [3].
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