Non tutti gli sport sono adatti ai bambini?

28 Febbraio 2025 di Maria Frega (Pensiero Scientifico Editore)

Qual è lo sport più adatto ai bambini? Meglio uno sport di squadra o individuale? Sono domande che molti genitori si pongono, consapevoli dell’importanza dell’attività fisica per lo sviluppo dei più piccoli. Non tutti gli sport sono adatti a tutte le età, e la scelta dipende da diversi fattori, come lo sviluppo motorio, le preferenze del bambino e le eventuali condizioni di salute.

Contrastare la sedentarietà è in ogni caso la scelta giusta. Sono ancora tanti i bambini che trascorrono il tempo libero in attività passive, come intrattenersi con tv, giochi sul tablet o sullo smartphone per oltre due ore al giorno; e solo uno su quattro va a scuola a piedi o in bicicletta [1]. Le possibilità di muoversi, divertendosi, invece, sono tantissime, e il pediatra è un valido sostegno per la famiglia alle prese con i dubbi sull’attività più adatta.

Dottore, quanto è importante il movimento?

Molto ed è raccomandato a ogni età fin dalla primissima infanzia. Nel primo anno di età dei bambini, i genitori possono stimolare l’attività motoria dei figli, aiutandoli a muovere gli arti, a cambiare posizione. Bastano pochi minuti più volte al giorno, aumentando gradualmente. I primi passi e le prime corse, successivamente, sono attività motorie educative fondamentali [2].

Tutto va affrontato nei tempi giusti, evitando il sovraccarico di fatica e di impegno. Al movimento non esistono controindicazioni. L’esercizio fisico regolare è fondamentale per la crescita, con benefici per gli apparati cardiorespiratorio, muscolo-scheletrico, per le funzioni cognitive, l’autostima e le relazioni sociali; riduce inoltre ansia e depressione. Ciò che invece è sicuramente nocivo per la salute è lo stile di vita sedentario che favorisce l’aumento di peso e l’obesità [2,3].

Quando si può cominciare con attività sportive organizzate?

Le linee guida italiane, elaborate sulle indicazioni dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, raccomandano almeno sessanta minuti di attività fisica quotidiana (di intensità moderata-vigorosa) a partire dai 5 anni. Inoltre è consigliabile aggiungere attività di tipo aerobico almeno tre volte a settimana [2]. In questa fase lo sport deve essere un’attività divertente e varia, senza troppe regole e gesti tecnici.

Come si sente spesso dire, è vero che il nuoto è lo sport più completo soprattutto per i più piccoli. Nuotare è un’attività sicura, a basso impatto per l’apparato locomotore e permette uno sviluppo armonioso del corpo. Si può iniziare a praticarlo fin da neonati, con i genitori; a partire dai 3 anni i bambini riescono a seguire i corsi in autonomia, con allenatori specializzati [4]. Altrettanto importante è insegnare ai più piccoli i principi dell’equilibrio, aiutandoli a svolgere esercizi di ginnastica e insegnando loro ad andare in bicicletta  [5]. Lo sci, spesso ritenuto pericoloso, è invece possibile a partire dai 4 anni con un istruttore qualificato e specializzato e osservando le norme di sicurezza [6].

Quando è il momento di cominciare con gli sport di squadra?

Dopo i 5 anni i bimbi sono capaci di svolgere attività con regole e scopi precisi, come partecipare a una gara e tentare di vincere. Sebbene l’agonismo sia consigliato a partire dagli 8 anni, è possibile far praticare atletica leggera e arti marziali, utili per aumentare la resistenza e migliorare postura, coordinazione e sviluppo cardiorespiratorio.

Gli sport di squadra più amati, come calcio, basket, pallavolo, rugby, si possono iniziare intorno ai 6 anni, con il consiglio di rimandare l’agonismo ai 12-13 anni. Subito dopo i 7 anni, è più semplice anche imparare a utilizzare gli strumenti di sport come tennis o scherma. Nel caso del calcio e del tennis, occorre “compensare” con l’atletica l’allenamento che impegna soprattutto gli arti inferiori o superiori [3,4,6].

Dottore, i bambini dovrebbero scegliere in autonomia lo sport da praticare?

A partire dagli 8-9 anni, è giusto ascoltare i desideri del bambino assecondandone le inclinazioni ma considerando gli eventuali limiti [6]. Le preferenze possono svilupparsi anche a scuola, dove l’attività fisica è, o almeno dovrebbe essere, regolare [2]. Non occorre, infine, escludere sport come rugby, calcio, ginnastica ritmica solo perché ritenuti a rischio traumi. Spesso accade il contrario: praticare sport organizzati, in particolare con la palla, riduce il rischio futuro di fratture da stress, grazie all’effetto positivo sulla composizione e densità delle ossa [3]. In ogni attività, tuttavia, è sempre necessaria la supervisione degli adulti e la consapevolezza che il bambino abbia fatto proprie le regole.

In presenza di patologie croniche è meglio evitare l’attività fisica?

Questa preoccupazione è comprensibile, ma non ci sono dubbi: non si deve negare lo sport a bambini con patologie sotto controllo medico. Consideriamo, ad esempio, l’asma, che oggi riguarda il 10% della popolazione pediatrica [7]. Anche per i bambini asmatici lo sport è salute. Occorre scegliere un’attività da svolgere lontano da aree intensamente trafficate. L’ideale è ancora il nuoto perché il caldo-umido della piscina aiuta la respirazione, a differenza dell’aria secca [5,6]. I piccoli pazienti diabetici, invece, possono scatenarsi in attività sportive senza trascurare alcune accortezze: non cominciare l’attività quando la glicemia è bassa e avere sempre con sé zuccheri semplici, facili da assimilare.

In generale, non è necessario che i genitori siano iperprotettivi. L’attività aerobica è accessibile a tutti, anche in presenza di cardiopatie congenite, adeguando con gradualità l’intensità dello sforzo. Il pediatra o uno specialista in medicina dello sport possono aiutare i genitori a scegliere l’attività più adatta e a preparare un percorso personalizzato [2].

Dottore, la visita medica prima di iniziare uno sport è sempre necessaria?

Prima dei 6 anni di età la certificazione sportiva non è obbligatoria, ma è bene consultarsi sempre con il pediatra. Dopo i 6 anni è necessario il certificato di idoneità per sport di squadra o associazioni sportive. Ne esistono di due tipi: per sport agonistico e non; hanno validità annuale, salvo eccezioni. Per praticare sport non agonistico basta una visita medica con la misurazione della pressione e la consultazione del referto dell’elettrocardiogramma.

L’idoneità agonistica prevede, invece, in più i seguenti accertamenti [5]:

  • elettrocardiogramma in condizioni di sforzo,
  • spirometria per valutare le funzioni polmonari,
  • esame delle urine,
  • in alcuni casi, esame della vista.

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Autore Maria Frega (Pensiero Scientifico Editore)

Maria Frega è sociologa, specializzata in comunicazione, e scrittrice. Si occupa di scienza, innovazione e sostenibilità per un'agenzia di stampa e altri media. Sugli stessi temi cura contenuti per testi scolastici e organizza eventi di divulgazione con associazioni ed enti pubblici. È inoltre editor di saggistica e tiene corsi di scrittura anche nelle scuole e in carcere. I suoi ultimi libri sono Prossimi umani e Filosofia per i prossimi umani, con Francesco De Filippo per Giunti Editore.
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