I farmaci possono diventare doping?

28 Ottobre 2024 di Maria Frega (Pensiero Scientifico Editore)

L’utilizzo di sostanze in grado di alterare le prestazioni degli atleti, il doping, è un fenomeno diffuso e insidioso. Oltre a minacciare l’etica dello sport e dell’agonismo, rappresenta un rischio per la salute, con conseguenze gravi soprattutto per i più giovani.

Le cronache riportano sempre più di frequente casi di doping dovuti all’assunzione di medicinali “al di fuori di ogni sospetto”. Anche alcuni farmaci comuni possono infatti essere rilevati come dopanti durante i controlli. Per evitare sanzioni e squalifiche, oltre a danni all’organismo, occorre pretendere sempre la supervisione medica prima di assumere qualsiasi farmaco, e leggere attentamente l’etichetta.

Dottore, precisamente, cos’è il doping?

Per fare chiarezza basta riferirsi alla legge in vigore in Italia, la 376 del 2000. Rientra nella definizione di doping la somministrazione e l’assunzione di farmaci o sostanze farmacologicamente attive con l’obiettivo di modificare le prestazioni agonistiche degli atleti. A ciò si aggiungono le pratiche mediche (come trasfusioni di sangue) non giustificate dal trattamento di patologie e le manipolazioni di esami clinici.

In poche parole, ricorrere a farmaci unicamente per esaltare le capacità sportive o per potenziare le prestazioni del fisico comporta il rischia di incorrere in doping. Questa eventualità viene accertata da personale medico autorizzato con specifici esami, i test antidoping. La legge stabilisce infine che si tratta di un reato penale, punito anche con la reclusione, ed esistono aggravanti se ad assumere sostanze vietate sono i minori [1].

I farmaci e le prestazioni mediche a rischio doping sono illegali?

Esistono sostanze e trattamenti illegali, perché estremamente pericolosi, talvolta con effetti irreversibili, ma la maggior parte delle sostanze dopanti sono comunemente reperibili perché finalizzate alla cura di diverse patologie, non necessariamente gravi o rare [2]. Per questo, è disponibile una lista delle sostanze proibite, elaborata da un organismo internazionale, l’Agenzia Mondiale Antidoping (WADA), e aggiornata periodicamente [3]. In questa lista troviamo tre macrocategorie di sostanze:

• sostanze formulate esclusivamente per il doping, e quindi vietate;
• farmaci di utilizzo comune ma non autorizzati per scopi diversi da quelli ufficiali, come per esempio l’alterazione delle capacità fisiche;
• integratori alimentari.

Anche l’Italia fa riferimento alla lista redatta dalla WADA. In ogni caso, la Sezione per la vigilanza e il controllo sul doping e per la tutela della salute nelle attività sportive del Ministero della Salute a partire dal 2002 ha pubblicato una lista delle sostanze vietate per doping, che aggiorna ogni anno.

Dottore, può farmi qualche esempio di farmaco che potrebbe risultare dopante?

Fra i medicinali espressamente proibiti i più utilizzati sono gli stimolanti, gli anabolizzanti e l’eritropoietina. In particolare, gli stimolanti sono assunti per agire sul sistema nervoso sensoriale: riescono a ridurre la sensazione di fatica, ma sono estremamente pericolosi per l’effetto “rebound”, cioè per il rischio di scatenare una reazione esattamente opposta a quella desiderata. In questa categoria rientrano anche sostanze stimolanti illegali come le amfetamine e la cocaina [4,5].

Gli anabolizzanti o, più propriamente, gli steroidi anabolizzanti androgeni, invece, sono largamente diffusi per aumentare sia la massa sia la forza dei muscoli. Assumere steroidi espone a rischi cardiovascolari (dall’ipertensione all’infarto miocardico), a danni al fegato, a disturbi del comportamento (aumento dell’aggressività), fino all’infertilità, all’impotenza, a tumori della prostata. Nelle donne interferiscono con l’equilibrio ormonale portando a mascolinizzazione: irsutismo, atrofia delle ghiandole mammarie, disturbi del ciclo mestruale. Tutti i sintomi citati diventano particolarmente pericolosi quando sono coinvolti adolescenti poiché ne modificano lo sviluppo fisiologico [6].

Ricordiamo infine che nella categoria dei farmaci vietati se utilizzati per scopi diversi ci sono anche – per fare alcuni esempi – i diuretici, alcuni antinfiammatori e analgesici, alcune combinazioni per il raffreddore (quando contengono efedrina e pseudoefedrina).

Dottore, intende che anche una compressa di paracetamolo può essere considerata doping?

No, il paracetamolo e gli antinfiammatori non rientrano nella lista delle sostanze proibite. Anche questi farmaci, però, vanno assunti con cautela. Si legge sul manuale redatto dall’Istituto Superiore di Sanità “L’utilizzo illecito dei farmaci nell’attività sportiva” che “l’abuso di farmaci antidolorifici nella pratica sportiva per curare o mitigare patologie, per alleviare il dolore o per trattare affezioni infiammatorie in seguito ad allenamenti troppo frequenti o con carico eccessivo, determina gravi danni per la salute. L’uso improprio di antidolorifici innalza la soglia del dolore del praticante sportivo tanto da fargli disconoscere o sottovalutare eventuali danni fisici subiti, con importanti conseguenze” [5]. Ciò, naturalmente, non vuol dire che gli atleti non possano trattare una condizione patologica, anche lieve. Ogni terapia e la relativa documentazione, però, deve essere autorizzata da personale sanitario [4].

Ho letto che spesso agli atleti viene somministrato doping senza che ne siamo informati…

Purtroppo succede ma ciò non esclude sempre gli atleti dalla responsabilità. Occorre esigere la supervisione di un medico ed essere informati sui farmaci. Sulle confezioni dei medicinali, secondo la legge 376/2000, è obbligatorio segnalare tutti i principi attivi la cui assunzione è a rischio. Inoltre è presente un contrassegno grafico: il simbolo rosso del divieto con la scritta DOPING all’interno [1].

Occorre però fare attenzione a specifici medicinali utilizzabili, senza prescrizione medica, in trattamenti “insospettabili”: pomate dermatologiche e per le emorroidi, spray nasali per il raffreddore, colliri.

Dottore, ha citato anche gli integratori. A quali prodotti si riferisce?

La ricerca clinica ha confermato un forte legame tra l’uso di integratori alimentari e il doping nello sport. Nella lista delle sostanze vietate, infatti, compaiono soluzioni che integrano nutrienti come sali, minerali, vitamine, amminoacidi e derivati come la creatina. Questi nutrienti non sono di per sé dopanti, ma è difficile, se non talvolta impossibile, capire con quali altre sostanze sono combinati negli integratori.

Questi prodotti sono molto pubblicizzati e di libera vendita, reperibili anche al supermercato, nei negozi specializzati per sportivi e, più o meno legalmente, online. Gli integratori non sono farmaci, perciò i controlli su ingredienti, posologia e eventuali rischi non sono regolamentati né segnalati [5,7,8].

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Autore Maria Frega (Pensiero Scientifico Editore)

Maria Frega è sociologa, specializzata in comunicazione, e scrittrice. Si occupa di scienza, innovazione e sostenibilità per un'agenzia di stampa e altri media. Sugli stessi temi cura contenuti per testi scolastici e organizza eventi di divulgazione con associazioni ed enti pubblici. È inoltre editor di saggistica e tiene corsi di scrittura anche nelle scuole e in carcere. I suoi ultimi libri sono Prossimi umani e Filosofia per i prossimi umani, con Francesco De Filippo per Giunti Editore.
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