Il cancro ovarico è una delle malattie tumorali femminili più gravi. Colpisce le ovaie, l’organo che nella donna produce gli ovociti, e gli ormoni femminili, ed è relativamente raro. Si stima che solo in Italia questo tipo di malattia colpisca più di 5.000 donne ogni anno [1]. La percentuale di sopravvivenza a 5 anni non è alta, si aggira attorno al 40% per poi abbassarsi rapidamente negli anni successivi. La percentuale di guarigione è molto bassa perché la diagnosi è quasi sempre tardiva, cioè è fatta quando ormai la malattia è avanzata [2].
Dottore, che sintomi può dare questo tumore?
I sintomi del tumore ovarico sono molto generici: dolore addominale, senso di peso e gonfiore all’addome, difficoltà a respirare e mangiare, nausea e stanchezza eccessiva. Come si vede i sintomi sono molto vaghi, sono disturbi presenti in molte altre malattie e anche in normali fastidi senza per forza presenza di malattia [3]. Oltretutto questi sintomi si presentano quasi sempre quando la malattia è avanzata mentre prima il tumore ovarico resta silente, non si fa sentire. Questa è una delle cause che rendono il tumore ovarico difficilmente diagnosticabile e curabile.
Dottore, è possibile prevenire il tumore ovarico?
Non esiste un modo preciso o affidabile per prevenire il tumore ovarico: i sintomi vaghi e tardivi, la mancanza di segni tipici precoci e la difficoltà nel visionare eventuali lesioni iniziali rendono questa malattia molto subdola e pericolosa [4].
Gli esami diagnostici come l’ecografia o quelli radiologici possono sospettare il tumore ovarico solo quando questo ha già causato notevoli cambiamenti di aspetto delle ovaie o degli organi pelvici e spesso la diagnosi si fa dopo qualche segno che indirettamente la fa sospettare. Negli anni sono stati usati dei “markers”, ovvero delle sostanze che, riscontrabili con esame del sangue, in presenza di tumore ovarico aumentano velocemente ma si è visto che si tratta di esami “aspecifici”, cioè che possono aumentare anche per altre cause, non per forza tumorali o patologiche.
Per questo motivo si può dire che non c’è un esame specifico per diagnosticare il tumore ovarico precocemente. Ci sono alcuni comportamenti che sembrano diminuire il rischio di tumore ovarico, i più conosciuti sono l’uso di pillola contraccettiva (per più di cinque anni) e l’aver avuto gravidanze. Il Pap test non previene e non fa diagnosi di tumore ovarico.
Andare dal ginecologo può servire?
Certamente non devono cambiare le buone abitudini ed effettuare un controllo ginecologico annuale che comprenda anche un’ecografia ginecologica è utile e ideale per prevenire altre malattie, ma riguardo il tumore ovarico non basta la visita annuale e neanche l’ecografia di routine, anche se alcuni studi hanno dimostrato che effettuare una visita annuale può ridurre il rischio di avere un tumore ovarico in fase avanzata.
Il ginecologo però potrebbe identificare alcune pazienti più a rischio di altre di sviluppare questo tipo di malattia: le donne che presentano una particolare mutazione genetica che aumenta il rischio di avere un tumore mammario o ovarico [5]. Queste pazienti possono eseguire alcuni esami particolari e, in alcuni casi, persino interventi chirurgici preventivi così da ridurre drasticamente il rischio di avere un cancro alle ovaie. Bisogna, però, sempre con il proprio medico valutare i rischi e i benefici di questi interventi [6].
Questi esami possono essere indicati nelle donne che hanno una familiarità per tumore ovarico o mammario (per esempio madre o nonna materna affette da una di queste malattie) perché una buona percentuale di tumori ovarici ha una forte componente genetica.
Dottore, in presenza di un tumore ovarico cosa si può fare?
Fortunatamente la sopravvivenza da questo tipo di tumore è leggermente in aumento negli ultimi anni. La terapia di elezione è quella chirurgica: soprattutto nelle donne che hanno avuto già figli o che sono in menopausa la rimozione chirurgica di ovaie e tube (e in alcuni casi di utero e linfonodi e altri organi) è il trattamento di prima scelta per questo tipo di tumore. Molte volte l’approccio chirurgico è multidisciplinare, coinvolge cioè altre figure oltre al chirurgo ginecologo, come il chirurgo generale, l’urologo e l’oncologo [7].
Alla chirurgia può essere affiancata la chemioterapia (sia prima che dopo la chirurgia) e altre terapie che cercano di sfruttare la reazione del sistema immunitario.
Dottore, ho sentito parlare di PARP per curare i tumori dell’ovaio: cosa sono?
I PARP inibitori sono una nuova classe di farmaci che puntano a bloccare un enzima che favorisce la crescita dei tumori. Questi farmaci sono nati soprattutto per le donne con tumore ovarico con una mutazione genetica ma si è visto che anche chi non appartiene a questa classe di pazienti può riceverne in certi casi dei benefici e si sono dimostrati utili nell’aumentare la sopravvivenza delle persone colpite da malattia. Nonostante siano farmaci molto costosi hanno grandi vantaggi perché oltre alla loro efficacia possono essere gestiti dalla stessa paziente senza bisogno di assistenza e senza effetti collaterali gravi [8].
Fondamentale per la riuscita della terapia è affidarsi a centri di esperienza e che trattano abitualmente questo tipo di malattia.
Argomenti correlati:
CancroGravidanzaMedicinaPrevenzione