Durante l’allattamento si può rimanere incinta?

31 Maggio 2024 di Sara Mohammad (Pensiero Scientifico Editore)

Molte neo mamme sono convinte che durante l’allattamento sia possibile avere rapporti sessuali non protetti senza rimanere incinte. Anche se all’allattamento sono associati numerosi benefici – compresa, per le donne che non stiano cercando una nuova gravidanza, una diminuzione della fertilità nel periodo immediatamente successivo al parto – è bene sapere che esistono concrete possibilità di concepire anche mentre si allatta.

Dottore, quanto tempo dopo il parto si è di nuovo fertili?

Iniziamo subito sgombrando il campo da ogni esitazione: l’allattamento non è una forma di contraccezione sicura. Anche se le donne che hanno appena partorito e che stanno allattando vanno incontro a un periodo di amenorrea, cioè di assenza di mestruazioni, anche piuttosto lungo, possono tornare a concepire già dopo poche settimane dal parto [1].

Sta dicendo, Dottore, che è possibile rimanere incinta anche in assenza di mestruazioni?

Nonostante sia forse uno dei dubbi più comuni riguardo la fertilità nel post partum, pensare che le mestruazioni siano necessarie per essere di nuovo fertili non è corretto. E poiché l’allattamento di solito ritarda l’arrivo della prima mestruazione di alcuni mesi, questa convinzione ha contribuito ad alimentare la falsa credenza secondo cui allattare un bambino annulla il rischio di una nuova gravidanza.

Dottore, può spiegarsi meglio?

Nelle mamme che allattano, soprattutto se il latte materno è l’unico alimento offerto al neonato, la prima mestruazione può arrivare anche a distanza di cinque o sei mesi dalla fine della gravidanza. Ma l’ovulazione, cioè il segnale che le ovaie hanno ripreso a funzionare, può ripartire anche prima dell’arrivo delle mestruazioni, anche in assenza di altri sintomi.

Come ha confermato una revisione degli studi scientifici sulla ripresa della fertilità dopo il parto nelle mamme che non allattavano, in una percentuale elevata di casi (fra il 20 e il 70%) l’ovulazione precedeva l’arrivo delle mestruazioni e fino al 60% di queste ovulazioni poteva portare a una gravidanza [2].

Inoltre, casi di donne rimaste incinte mentre allattavano sono stati descritti in un articolo pubblicato già nel 1983 [3].

Quindi il metodo dell’amenorrea da lattazione non funziona come anticoncezionale?

L’assenza di mestruazioni nelle donne che allattano è nota con il termine specifico di “amenorrea da lattazione”, in quanto l’aumento della prolattina, necessario alla produzione di latte, sembrerebbe anche avere l’effetto di inibire il rilascio dell’ormone che prepara il corpo femminile a una nuova gravidanza [4].

Anche se l’amenorrea da lattazione è stata riconosciuta come forma di contraccezione, questo metodo risulta affidabile solo se i livelli di prolattina, che alla nascita aumentano, si mantengono elevati. E questo succede essenzialmente in presenza di tre condizioni:

  • il neonato ha meno di sei mesi;
  • l’allattamento è esclusivo, cioè non vengono somministrati altri liquidi (“aggiunte”, latte artificiali o tisane) oltre al latte materno;
  • l’intervallo fra una poppata e l’altra non supera le quattro ore di giorno, fra le 6:00 e le 22:00, e le sei ore di notte, fra le 22:00 e le 6:00 [5].

Diversamente, in assenza anche di una sola fra queste condizioni, la concentrazione di prolattina nel sangue materno diminuisce e il rischio di gravidanza aumenta.

Dunque, allattare diminuisce le probabilità di concepire, ma non le azzera. Per le donne che allattano e che non stiano cercando una gravidanza, quindi, il consiglio è non affidarsi esclusivamente al metodo dell’amenorrea da lattazione e rivolgersi al proprio medico o ginecologo nella scelta di un contraccettivo efficace e compatibile con l’allattamento.

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Autore Sara Mohammad (Pensiero Scientifico Editore)

Sara Mohammad ha conseguito un master in Comunicazione della Scienza presso la Scuola Internazionale Superiore di Studi Avanzati (SISSA) di Trieste. Si occupa principalmente di ricerca, neuroscienze e salute mentale. Scrive su MIND, LeScienze, Rivista Micron, Il Tascabile, e collabora con Mondadori Education e Il Pensiero Scientifico Editore. Oltre a lavorare nell'ambito della comunicazione scientifica, insegna scienze alle scuole superiori.
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