Invito alla conoscenza scientifica
Un progetto con i ragazzi del Liceo Pasteur
Un progetto con i ragazzi del Liceo Pasteur
Queste schede sono state realizzate dagli alunni del Liceo Scientifico Statale “Louis Pasteur” di Roma che hanno frequentato il PCTO “Invito alla conoscenza scientifica”, realizzato da Il Pensiero Scientifico Editore con il patrocinio di FNOMCeO in collaborazione con la Biblioteca Cencelli della ASL Roma 1 e con il contributo della Regione Lazio (Legge n. 24/2019, Piano degli interventi 2021 – Avviso pubblico per l’assegnazione di contributi a Biblioteche, Musei e istituti similari, e Archivi storici iscritti alle organizzazioni regionali O.B.R., O.M.R. e O.A.R. per l’anno 2021).
Il progetto partiva dal presupposto che stiamo imparando ogni giorno di più quanto sia importante sapersi avvicinare alle informazioni in modo consapevole, accostandosi con giusta misura di prudenza alle notizie che ci vengono proposte dai media: dalla televisione alla carta stampata fino ai social media, il cui ruolo e importanza è sicuramente crescente soprattutto come fonte di informazione degli adolescenti. Tre incontri teorici sono serviti a dare ai ragazzi gli strumenti per poter realizzare una scheda sul modello di quelle di “Dottore ma è vero che…?”: nei due incontri finali i ragazzi suddivisi in gruppi hanno lavorato con i tutor, i redattori del Pensiero Scientifico Editore, alla realizzazione di una scheda.
Le altre schede:
L’inquinamento acustico può causare demenza?
I vaccini in gravidanza sono sicuri?
Il carbone attivo sbianca i denti?
I vaccini contro Covid-19 possono favorire l’infezione da HIV?
Realizzata il 24 febbraio 2022
Autori: Melissa Anglana, Agnese Barbaliscia, Francesco Boldrini, Beatrice Gioberti,
Lucia Mazzetta, Giorgia Mencaroni, Martina Patini, Martina Savini
Alcune notizie circolate sui social network e su numerose testate giornalistiche negli ultimi mesi hanno causato allarme nella popolazione, diffondendo l’idea errata che la vaccinazione contro Covid-19 possa essere in qualche modo legata all’infezione da HIV. La notizia di per sé non è una fake news, ma è stata presentata su alcuni organi di stampa e testate internet in modo impreciso o ingannevole causando preoccupazione e disinformazione.
Dottore, come nasce questa notizia?
Tutto nasce da una lettera inviata nell’ottobre 2020 da alcuni ricercatori, tra i quali Lawrence Corey del Fred Hutchinson Cancer Research Center, alla prestigiosa rivista medica Lancet. Corey, che oggi guida il Covid-19 Prevention Network negli Stati Uniti, esprimeva nella lettera le sue preoccupazioni sull’utilizzo di adenovirus 5 (Ad5) come vettori virali nei vaccini sperimentali che in quel momento venivano testati contro Covid-19 (il primo via libera a un vaccino contro questa patologia sarebbe giunto dopo pochi mesi).
Le preoccupazioni di Corey e dei suoi colleghi nascevano dai risultati degli studi Step e Phambili, che nel 2007 hanno valutato l’efficacia di un vaccino contro l’HIV (il virus che causa l’AIDS) che usava un vettore Ad5. Entrambi gli studi hanno stabilito che il vaccino sperimentale aumentava significativamente, invece di diminuirlo, il rischio di infezione da HIV tra le persone vaccinate. “Sulla base di questi risultati, siamo preoccupati che l’uso di un vettore Ad5 per l’immunizzazione contro il virus SARS-CoV-2 possa aumentare in modo simile il rischio di infezione da HIV tra gli uomini che ricevono il vaccino”, scrivevano i ricercatori.
Dottore, cos’è un adenovirus?
Gli adenovirus sono una famiglia di virus di cui conosciamo almeno un centinaio di sierotipi diversi: di questi, 57 colpiscono gli esseri umani e causano circa il 10% di tutte le infezioni respiratorie (ad esempio tonsilliti, raffreddori, polmoniti e faringiti), congiuntiviti, gastroenteriti e cistiti. Nei vaccini gli adenovirus possono essere utilizzati come veicolo per trasportare un antigene all’interno del nostro corpo provocando la reazione immunitaria necessaria a proteggere il nostro organismo da successive infezioni di virus che presentano lo stesso antigene.
Quali erano i vaccini con vettore virale Ad5 che hanno causato la preoccupazione dei ricercatori?
Innanzitutto un vaccino sperimentale contro Covid-19 sintetizzato da una notissima azienda farmaceutica, la Merck, in collaborazione con il prestigioso Istituto Pasteur di Parigi. Tale vaccino non è mai giunto sul mercato perché non ha raggiunto alcun obiettivo di efficacia, quindi non è stato somministrato durante la campagna di vaccinazione che ha coinvolto decine di milioni di persone in tutto il mondo tra 2020 e 2022. Anche il vaccino cinese CanSino utilizza il vettore Ad5, mentre il vaccino russo Sputnik V utilizza i vettori Ad5 e Ad26.
I vaccini somministrati in Europa e Italia durante questa campagna vaccinale non utilizzano come vettore Ad5 e non hanno mostrato questo problema durante la fase di studio che ha portato alla loro approvazione e immissione sul mercato. Inoltre, i vaccini commercializzati dalle aziende Pfizer e Moderna, che sono stati largamente i più utilizzati, funzionano con un principio del tutto diverso, essendo vaccini a mRNA e senza utilizzo di alcun vettore virale.
In Europa e Italia non sono somministrati vaccini che utilizzano come vettore Ad5, per cui non esiste alcun motivo di allarme per una potenziale correlazione tra vaccinazione contro il Covid-19 e aumento del rischio di AIDS.